Due aggiornamenti sulla tormentata vicenda che rischia di veder soccombere gli strumenti di tutela del patrimonio ambientale siciliano
La partita che si gioca sulla pelle del patrimonio ambientale, naturalistico e paesaggistico della Sicilia, contraddistinta da modalità gravemente anticostituzionali adoperate a fine legislatura, questa volta segna due punti a favore del fronte che si batte per la sua salvaguardia.
Il Governo nazionale, infatti, ha accolto la richiesta, avanzata da Legambiente Sicilia, d’impugnazione d’innanzi alla Corte costituzionale dell’articolo introdotto lo scorso agosto nella Legge di stabilità regionale, che permette alla politica di stravolgere i piani paesaggistici, annullandoli di fatto. Si resta adesso in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale. In anticipo sul quale, comunque, il nuovo Governo regionale restituito dalle urne del 5 novembre, dando da subito un chiaro segnale d’inversione di tendenza, potrà sempre abrogare l’incriminato articolo 48 e restituire agli organi collegiali tecnici che prima ne avevano la titolarità, ossia le Commissioni provinciali, la valutazione di compatibilità di un’opera con le norme di tutela paesaggistica che l’ex Governo Crocetta ha trasferito alla Giunta regionale.
L’altro punto messo a segno riguarda invece l’approvazione definitiva del Piano paesaggistico di Siracusa. Dopo essere stato approvato lo scorso 7 luglio dall’Osservatorio regionale per la qualità del paesaggio, mancava solo la firma del decreto da parte dell’assessore ai BBCCIS, apposta da Aurora Notarianni in zona Cesarini, a due settimane dal voto. Una forzatura per Elemata Maddalena, la società interessata a realizzare un resort di lusso nella costituenda Riserva della Pillirina di Siracusa: «Appare grottesco che a Parlamento regionale sciolto, a Governo in carica solo per l’ordinaria amministrazione, alla vigila del voto, si siano lanciati in un’avventura di questo genere», si legge in un comunicato. Senonché, il punto è proprio che la firma dell’assessore non può considerarsi altro che un atto di ordinaria amministrazione: è l’Osservatorio che approva il piano, l’assessore non fa che ratificarlo. «Un piano nato morto», lo definisce inoltre Elemata. Il riferimento è alla sentenza del 28 luglio 2017 del Tribunale amministravo di Catania che ha accolto i ricorsi della società promotrice dell’intervento, rischiando di annullare in parte il PP e gettando una forte ipoteca sul destino della Pillirina (nella foto di copertina). Sentenza contro cui annuncia pure d’intervenire Legambiente.
Una partita tutt’altro che chiusa, dunque, quest’ultima, mentre dovrebbe essere in discesa quella per cui si attende il pronunciamento, che si presume favorevole, della Corte costituzionale, contro una «una norma sbagliata, pericolosa, scritta anche talmente male che sarebbe stata comunque inapplicabile in Sicilia», ha detto il presidente di Legambiente Gianfranco Zanna. Andrebbe a incidere, infatti… su una materia inesistente! A quanto pare i promotori, l’ex governatore Rosario Crocetta e i suoi assessori Croce e Contraffatto, non erano al corrente del fatto che in Sicilia non esistono i «piani paesaggistici territoriali» come nelle altre regioni, bensì i «piani paesaggistici», che hanno la peculiarità di essere rivolti esclusivamente alla tutela, non prefigurando linee di sviluppo urbanistico o territoriale.
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sicilia , territorio fragile
Last modified: 8 Novembre 2017