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Arianna PanarellaWritten by: Professione e Formazione

Premio Mies, i numeri e la mostra

Premio Mies, i numeri e la mostra

Una doppia mostra alla Triennale di Milano presenta l’ultima edizione del Premio Mies van der Rohe e passa in rassegna tutte le precedenti

 

MILANO. Fino all’8 gennaio 2017 la Triennale ospita la mostra dedicata al Premio Mies van der Rohe per l’Architettura Contemporanea Europea. Partendo dai dati e dai materiali raccolti negli archivi della Fondazione Mies van der Rohe di Barcellona, “Made in Europe 1988-2013” racconta, con una selezione di oltre 200 modelli e rendendo visibili le quasi 3.000 proposte pervenute, il panorama architettonico degli ultimi 28 anni in Europa, mentre la parte dell’esposizione dedicata al “Premio Mies UE 2015″ è un tour audio e video delle migliori 420 opere costruite in Europa negli ultimi due anni.

Un’analisi critica dell’archivio viene invece illustrata da due progetti che completano la mostra: “European Identity”, documentario che raccoglie le opinioni di architetti che sono stati nominati per il Premio, sull’idea di un’identità architettonica europea; “l’Atlante di architettura contemporanea”, che combina saggi, foto, disegni, grafiche e racconti i quali, nell’insieme, forniscono una lettura critica dell’architettura in Europa. Una raccolta da cui abbiamo estratto alcuni interessanti dati: 2.881 progetti, 19 temi, 143 tipologie, 1.724 studi, 38 Paesi, 1.186 città. L’Atlante mette in evidenza, per esempio, come negli ultimi anni siano aumentati gli studi coinvolti (numero di progetti presentati), mentre moderatamente sono aumentate le città coinvolte. Tra 1988 e 2015, queste le categorie in cui sono stati presentati più progetti in ogni edizione: edifici per la cultura e l’educazione (la grande maggioranza); uffici, ristoranti e hotel; case singole; residenze collettive; infrastrutture; edifici pubblici.

Size doesn’t matter, titola uno dei capitoli dell’Atlante, a dimostrazione che tra i progetti vincitori ci sono stati anche edifici dalle dimensioni contenute. La maggioranza dei progetti vincitori sono pubblici e costruiti ex novo, mentre sono pochi i casi di rigenerazione. Le Concert Hall rappresentano le tipologie più ricorrenti. Nel Nord-Est Europa, ma ancor più in Spagna (73 progetti), si trova la maggior concentrazione di opere selezionate. Dal 1996, anche tra i progetti finalisti sono prevalse le nuove costruzioni e i musei come tipologia prevalente; anche in questo caso il maggior numero di progetti provengono dal Nord Europa e dalla Spagna. Per quanto riguarda il tema dell’housing, sono stati presentati in totale 627 progetti, di cui 243 case collettive e 384 case singole di cui però solo 3 sono arrivati tra i finalisti. L’Olanda, con 28 candidature, guida la lista per nazioni, mentre la città più presente è Parigi (14 progetti), seguita da Amsterdam e Copenaghen; invece, per le case singole, primeggia la Grecia.

Francia, Germania e Spagna sono i tre paesi con più lavori nominati; mentre Inghilterra, Austria e Germania sono quelli che contano il maggior numero di studi che esportano architettura. Londra prevale tra i progetti culturali nominati (14), mentre le città con più progetti firmati da studi esteri sono Berlino e Londra. Tra le firme, i più presenti sono David Chipperfield, Zaha Hadid, Jean Nouvel, Norman Foster, OMA.

Infine, due curiosità: tra i finalisti, il 42% degli studi è diretto da uomini e appena il 2% da donne (le sole Grafton); tra i progetti selezionati, quelli geograficamente più marginali si trovano nelle Azzorre, nella parte più estrema della Turchia e su un’isola della Norvegia all’altezza del Circolo polare artico.

Viene a questo punto spontaneo chiedersi se esista un’identità architettonica europea.

 

LEGGI IL COMMENTO DI LUCA MOLINARI

 

Per_approfondire

“Made in Europe 1988-2013” + “EU Mies Award 2015”
Triennale di Milano
13 ottobre 2016 – 8 gennaio 2017
A cura di Fundació Mies van der Rohe

Contemporary European Architecture ATLAS
EUROPEAN UNION PRIZE FOR CONTEMPORARY ARCHITECTURE – MIES VAN DER ROHE AWARD 1988-2015
A cura di Celia Marín Vega, Marina Romero
Edizioni Fundació Mies van der Rohe (Barcellona, 2016), 864 pp.

Autore

  • Arianna Panarella

    Nata a Garbagnate Milanese (1980), presso il Politecnico di Milano si laurea in Architettura nel 2005 e nel 2012 consegue un master. Dal 2006 collabora alla didattica presso il Politecnico di Milano (Facoltà di Architettura) e presso la Facoltà di Ingegneria di Trento (Dipartimento di Edile e Architettura). Dal 2005 al 2012 svolge attività professionale presso alcuni studi di architettura di Milano. Dal 2013 lavora come libero professionista (aap+studio) e si occupa di progettazione di interni, allestimenti di mostre e grafica. Dal 2005 collabora con la Fondazione Pistoletto e dal 2013 con il direttivo di In/Arch Lombardia. Ha partecipato a convegni, concorsi, mostre e scrive articoli per riviste e testi

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Last modified: 13 Gennaio 2017