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Maria Paola RepellinoWritten by: Città e Territorio

Beijing N.2 Textile: una città in miniatura

Beijing N.2 Textile: una città in miniatura

Beijing N.2 Textile

non si trova raccontata nelle guide turistiche di Pechino ed è un luogo poco conosciuto anche tra gli stessi abitanti della città. Il suo inaspettato valore consiste nella straordinaria conservazione della memoria fisica e sociale del passato industriale, attraverso la riconversione architettonica del patrimonio e la colorata vita collettiva della comunità.
A est del quarto anello la N.2 Textile è l’unica rimasta dei tre complessi industriali che componevano la “città tessile”, realizzata tra 1953 e 1957 a cavallo dell’attuale asse di Chaoyang Road. Le sfrenate trasformazioni urbane degli anni novanta hanno cancellato e sostituito le Textile N.1 e 3 con nuovi edifici residenziali ad alta densità. La N.2 invece mantiene ancora l’organizzazione spaziale tipica della danwei industriale, composta da una parte produttiva e una parte residenziale recintate lungo il perimetro. Il sistema danwei (unità lavoro) nella Cina socialista assegnava ai lavoratori della fabbrica un’abitazione e forniva servizi sociali come scuole, ospedali e teatri, regolando in questo modo la vita quotidiana della comunità.
In base all’idea di autonomia funzionale propria del danwei, la Textile fu costruita originariamente in un’area lontana dal centro della città, nei pressi di un corso d’acqua e della linea ferroviaria, elementi necessari per lo sviluppo dell’attività industriale. Il pressante sviluppo urbano ha successivamente incorporato la Textile nel tessuto consolidato della capitale senza però integrarla realmente al suo interno.
Oggi nell’’area residenziale è ancora riconoscibile la morfologia insediativa regolare degli anni cinquanta, formata da residenze in mattoni rossi disposte a corte, nonostante sia stata densificata nel tempo con complessi multi-piano a stecca, torri e costruzioni temporanee. Il tessuto misto nelle funzioni e nelle tipologie ha accolto progressivamente nuovi abitanti da altri quartieri. La vivacità della pratiche informali che affollano quotidianamente gli spazi collettivi lungo le strade come mercati, spazi di gioco e orti, documenta il forte sentimento d’identità sociale e di appartenenza al luogo della comunità.
L’’area produttiva, invece, dopo una fase di dismissione è stata trasformata nel 2009 in un distretto creativo dedicato al design e allanimazione, chiamato Legend Town. Kengo Kuma ha firmato il progetto di riqualificazione, poi sviluppato da uno studio di progettazione locale, la cui realizzazione finale è stata però disconosciuta dallo stesso architetto giapponese. Il volume compatto a shed della fabbrica è stato diviso in unità indipendenti collegate da percorsi e giardini, che definiscono una nuova griglia urbana capace di dialogare con il contesto. La conservazione e il riuso del patrimonio fisico si rivelano una tattica efficace per innescare processi di valorizzazione immobiliare, promozione politica e sviluppo economico delle industrie creative. Questa soluzione alternativa alla demolizione ha prodotto al tempo stesso un prototipo di rinnovamento di spazi industriali flessibile negli usi e utile a nuovi interventi di rigenerazione urbana.
La vicenda della Textile è un piccolo ritratto di più ampi fenomeni di trasformazione spaziale, economica e sociale che hanno coinvolto Pechino e più in generale lo spazio urbano cinese.

 

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Autore

  • Maria Paola Repellino

    Architetta e Dottore di ricerca in ‘Architettura e Progettazione Edilizia’ (2016); Ricercatrice presso il Politecnico di Torino dove è stata Direttore Esecutivo del gruppo di ricerca China Room e membro del Future Urban Legacy Lab. Visiting Scholar presso la School of Architecture della Tsinghua University di Pechino (2014). Il suo lavoro di ricerca si concentra sulle culture del progetto architettonico e urbano con particolare attenzione ai processi di trasformazione urbana. Ad oggi le sue principali pubblicazioni sono il volume Fun Mill: The Architecture of Creative Industry in Contemporary China (ORO Editions 2022); The City after Chinese New Towns (Birkhäuser 2019, curato con M. Bonino, F. Governa, A. Sampieri)

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Last modified: 7 Ottobre 2015