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Scritto da: Mosaico Progetti

Vienna rinnova lo storico mercato: spazio pubblico tra retorica e turismo

Vienna rinnova lo storico mercato: spazio pubblico tra retorica e turismo
Rinnovato il Naschmarkt in mezzo a polemiche e contrasti. Il progetto dello studio Mostlikely non risolve le questioni di uno luogo collettivo urbano

 

VIENNA (Austria). Esistono luoghi nei quali si condensa l’anima di una città. Per Vienna, uno di questi è lo storico mercato del Naschmarkt. Da diversi anni, ormai, i piani per una sua parziale trasformazione hanno innescato discussioni e critiche, aprendo un ampio dibattito non solo sul futuro dell’area mercatale ma, più in generale, sui modi di progettare lo spazio pubblico. 

Ad ottobre di quest’anno, si è conclusa la sistemazione a verde della parte superiore dell’area, il Naschpark, e da poche settimane è stato ufficialmente inaugurato anche un nuovo edificio commerciale di circa 1.000 mq, il Marktraum. Ma le modalità dell’iniziativa, i risultati del concorso e il rapporto contrastato con la cittadinanza, hanno dato il via ad un acceso confronto pubblico che ancora oggi occupa le pagine di giornali e riviste con temi che vanno al di là del caso specifico, investendo le strategie della trasformazione urbana e le modalità del coinvolgimento attivo della cittadinanza. 

In origine, lungo le sponde del fiume

Per cominciare, occorre fare un passo all’indietro, nella storia del mercato. Sorto spontaneamente alla fine del Settecento sulle sponde ancora naturali del fiume Wien, il mercato si stabilisce in origine nell’ampia area del Karlsplatz. 

Sul finire dell’Ottocento, la sistemazione del fiume conduce ad ambiziosi progetti urbani – come quello di Otto Wagner – che restano fortunatamente solo sulla carta. Vengono, invece, realizzate la regolazione idraulica e la nuova ferrovia urbana (Stadtbahn), inserita nel letto fluviale sino al Karlsplatz, dove essa viene interrata e ricoperta artificialmente. Proprio in questa area riconquistata alla città, viene spostato e riorganizzato il mercato ortofrutticolo che, dagli inizi del Novecento, prende ufficialmente il nome di Naschmarkt. 

Da mercato contadino ad attrazione turistica

Nel corso del tempo, il Naschmarkt consolida il suo ruolo di centro del commercio al dettaglio per i prodotti freschi e diventa un luogo molto popolare e frequentato. Dagli anni Settanta in poi, nel suo tratto superiore e fino alla stazione della Kettenbrückenstrasse, vi trova spazio il celebre mercato delle pulci, un’attrazione irresistibile per i turisti che oggi visitano il vecchio mercato.

Negli ultimi decenni del Novecento, però, la tradizionale vendita ortofrutticola diminuisce decisamente. Il mercato si diversifica offrendo prodotti e spezie provenienti da tutto il mondo, per poi finire con l’ospitare un crescente numero di ristorantini e caffè turistici. 

Il concorso

Già nel 2020 nasce la prima idea di trasformare la distesa di asfalto del parcheggio a nord del Naschmarkt in un luogo urbano a disposizione di tutti i cittadini.

E, poco prima delle elezioni comunali di quello stesso anno, vengono pubblicate sulla stampa locale accattivanti immagini di leggerissime coperture trasparenti. Le prospettive utilizzate rivestono un particolare interesse, perché sono indicative di un diffuso modo di pensare l’architettura degli spazi urbani: offrire al pubblico strutture semi-trasparenti, in sostanza prive di forma e di messaggio culturale, ma decorate con piante rampicanti e celle fotovoltaiche per superare eventuali resistenze e convincere un po’ tutti. 

Non sarà così, in questo caso: il Naschmarkt è troppo centrale per non destare attenzioni e critiche. Nel 2021 nasce una iniziativa popolare, il Freiraum Naschmarkt, che organizza incontri e workshop per impedire la realizzazione di nuovi volumi e ribadire la richiesta di un parco pubblico. L’amministrazione cittadina riduce le ambizioni iniziali e risponde con un concorso di progettazione (2023), vinto dallo studio viennese Mostlikely con il progetto qui illustrato e che si è appena concluso nella sua realizzazione.

Il nuovo Naschmarkt

Il progetto prevede la sistemazione dell’asse lineare del mercato con un’ampia zona verde – il Naschpark – e un padiglione commerciale in posizione centrale – il Marktraum – che conclude il sistema dei bei chioschi realizzati ad inizio Novecento. 

L’insieme degli interventi è abbastanza discontinuo: al di sopra della Kettenbrückenstrasse, il Naschpark si presenta come un giardino pubblico con un sistema di percorsi ondulati e spazi verdi che contengono attrezzature, luoghi di sosta e giochi di vario genere. Il tutto caratterizzato da una fin troppo elevata cura per materiali e dettagli, che lo rendono un po’ freddo e artificiale, almeno al primo impatto. 

Più problematico è, tuttavia, il nuovo edificio del Marktraum, che con il suo volume cerca di imporsi come testata a chiusura della struttura del vecchio mercato. L’architettura è chiara e funzionale, ma con delle curiose soluzioni arrotondate sulle coperture sporgenti che la rendono avulsa dal contesto.

Sfortunatamente, il padiglione blocca il sistema dei percorsi lineari verso il parco, aumentando la frattura fra le due parti, quella verde e quella costruita. Inoltre, l’inedita presenza di una terrazza verde sul tetto, raggiungibile con un discutibile ascensore vetrato, blocca in maniera infelice la visuale sugli splendidi edifici di Otto Wagner, il Majolikahaus e il Medaillonshaus – entrambi realizzati nel 1898-1899 – ostruendo anche il rapporto dell’area mercatale con gli storici edifici degli uffici del mercato (Marktamt) e della stazione della Stadtbahn. 

Una riflessione

Nonostante l’impegno dei progettisti, ci troviamo di fronte ad un intervento urbano che solleva più questioni di quante non ne sia stato in grado di risolvere, a partire proprio dalla vaghezza del programma urbanistico e delle sue finalità generali. Come è stato già osservato da varie parti, il progetto di un’area storica così importante della città avrebbe dovuto essere preceduto da una ben orchestrata strategia di riqualificazione, capace di affrontare il ridisegno dell’intera spina del fiume Wien e delle aree pubbliche ad esso collegate.

Questa mancanza si riflette nella debolezza della visione complessiva dello spazio pubblico, della sua natura e delle sue funzioni. 

Ad esempio, il nuovo parco, pur segnando un miglioramento rispetto alla situazione precedente, si presenta come un insieme di frammenti isolati, una somma di piccoli spazi che, nell’insieme, non riescono a riconnettersi al tessuto urbano circostante. Lo stesso problema si presenta, in maniera ancora più marcata, nel caso del Marktraum che è un edificio introverso e abbastanza insensibile rispetto alla chiara struttura lineare del mercato. 

Manca, alla base di tutto, un’idea convincente per la rigenerazione del Naschmarkt. Un piano complessivo che affronti il problema della sua effettiva funzione urbana, per cercare di sottrarlo alle negative conseguenze del crescente iper-turismo che, ormai, rischiano di farlo scomparire fra bancarelle e souvenir dozzinali. Manca, soprattutto, una chiara strategia politica capace di avviare processi finalizzati a rigenerare e riparare prima ancora che ad aggiungere e costruire ex novo. Il destino del Naschmarkt e, con esso, quello dell’intera valle del fiume Wien è, insomma, ancora tutto da decidere.

Immagine di copertina: terrazza sul Marktraum, Vienna, 2025 (© Mostlikely Architecture)

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Tag: , , , , , , Last modified: 20 Dicembre 2025