Esponente dell’high-tech, figura centrale nella cultura britannica, architettonica e non solo. Lascia molti progetti dalle forme sincere e coerenti
Il 14 settembre 2025 è morto sir Nicholas Grimshaw. Nato nel 1939, Grimshaw è stato un celebre architetto britannico, conosciuto per lo stile high-tech e per le innovative strutture.
Muscoli e ossa, vele e cime
Dopo aver studiato al College of Art di Edimburgo e alla Architectural Association a Londra, Grimshaw ha lavorato con Terry Farrell per 15 anni, un altro gigante dell’architettura inglese degli anni ’70 e ’80. Insieme hanno collaborato a diversi progetti, tra cui il blocco di appartamenti 125 Park Road a Londra (1970) e la fabbrica Herman Miller a Bath (1976). La positiva tensione tra questi due architetti ha funzionato per un lungo periodo, con Farrell interessato agli aspetti volumetrici e spaziali e Grimshaw invece più focalizzato sui dettagli tecnici, materiali e strutture.
Nel 1980, ormai certo e determinato nel perseguire i propri interessi e ideali, fonda il suo studio, Nicholas Grimshaw & Partners, continuando a progettare edifici alla ricerca di nuovi meccanismi e sistemi strutturali. Grimshaw rimane coerente nel suo linguaggio architettonico, seguendo l’essenza rivoluzionaria dei “swinging sixties” e mostrando tutta la sua passione per la comprensione di come funzionano le cose e come stanno assieme, ma anche per un “a world for the people by the people”. Nel 2002 viene nominato sir, tra il 2004 e il 2011 è presidente della Royal Academy of Arts e nel 2019 vince la RIBA Gold Medal.
Lontano dall’esuberanza di Richard Rogers, ma anche dalla ricerca dell’iconicità di Norman Foster, Grimshaw era molto di più dell’etichetta high-tech appiccicata a questa generazione di progettisti londinesi. L’architettura delle sue fabbriche, dei terminal e delle stazioni, ma anche dei centri commerciali, è un’architettura di muscoli (come nel Financial Times Printing Works) e ossa (come nello straordinario Terminal di London Bridge), di tendini (vedi l’Oxford Ice Ring) e polmoni (nel Padiglione Britannico dell’Expo di Siviglia del 1992). Un’architettura di espansioni e contrazioni, di vele e cime, i due alberi di Oxford che dialogano con le vele di Siviglia.
Al contrario delle citazioni velistiche di Egon Eiermann, però, la sua ammirazione per il mondo nautico era per l’essenza della costruzione, celebre la sua frase: “What I find fascinating about boat design is that you can’t muck around – disse in un’intervista col The Guardian nel 2004 – You can’t have a Daniel Libeskind boat. A boat has to be a boat; if it’s not, it sinks”. Una frase che dipinge perfettamente l’identità di Nicholas Grimshaw come progettista.
Sincerità, coerenza, generosità
Un altro tra i suoi progetti più significativi è la fabbrica Vitra a Weil-am-Rhein. Una fabbrica che non finge di essere altro: metallo curvo, ciminiere e tubi disegnano un’architettura industriale esplicita, dove l’estetica coincide con la logica produttiva. È una macchina in tutto e per tutto, ma raffinata fino al dettaglio: forme generose ma nervose, insieme tecniche e dinamiche.
A pochi metri di distanza sorge il volume in mattoni rossi e pietra di Álvaro Siza, differente nello stile ma sorprendentemente vicino nello spirito. A unirli è un ponte, in acciaio e calcestruzzo, che nasce dalla fabbrica di Siza per toccare quella di Grimshaw: un gesto di collegamento fisico che diventa metafora del dialogo tra i due architetti. Siza sembra qui assumere ironicamente il linguaggio del collega inglese, parlandogli nella sua stessa lingua fatta di curve e strutture, senza polemiche ma con sottile complicità. Un dito michelangiolesco, che nella sospensione del mistero di questo contrasto (i due edifici non sembrano toccarsi), nasconde il profondo rapporto con la chiarezza del linguaggio di Grimshaw: un’architettura che non arretra di fronte alla propria funzione, e che proprio in questa sincerità trova la sua bellezza.
Forse è questo il lascito più profondo del suo lavoro: edifici che, anche quando posti accanto a voci differenti, mantengono una dignità autonoma e un’ironia leggera, quella del collega che non cerca di sovrastare, ma di affermarsi con coerenza. Ecco forse perché l’etichetta high-tech ora è ingenerosa, o obsoleta: semplifica il ruolo dell’elemento tecnologico a feticcio, mentre per Grimshaw era il tentativo di ritrovare la magia della meccanica elementare, una poetica narrativa del costruire edifici con elementi semplici, come si monta un meccano (gioco che citava spesso).
Coerenza radicale
Nonostante non fosse tra i più riconosciuti e riconoscibili della sua generazione, Grimshaw ha avuto un impatto enorme sulla cultura britannica: non è un caso, infatti, che sia uno dei pochi architetti citati nel test per diventare cittadini inglesi, con un una domanda sull’Eden Project in Cornovaglia, completato nel 2000 e diventato immediatamente un elemento costitutivo del paesaggio contemporaneo inglese.
Un architetto non interessato pubblicamente alla sostenibilità, ma non per questo insostenibile, semplicemente, come altri della generazione di passaggio tra post-modernismo e qualsiasi cosa stiamo vivendo ora (cco-advert-individualismo?) attivava competenze di rispetto per l’ambiente e le ecologie quando necessario, e non come operazione cosmetico-rappresentativa. I pilastri in acciaio curvo della London Bridge Station sono essenziali perché il progetto, il sito e l’ideologia progettuale richiedevano questo, senza la necessità di aggiungere alcunché. Questo pensiero radicale, scarno, era spesso fonte di critica; l’ex primo ministro Boris Johnson, quando era sindaco di Londra, chiamò l’architetto per chiedergli di arricchire la noiosa facciata di London Bridge “con qualche gargoyle”. Non viene riportata la risposta di Grimshaw alla “illuminata” critica di Johnson, ma si può immaginare. D’altronde dichiarò spesso rassegnato che “I’ve been an architect for 40 years, and 80% of it is a battle”.
Grimshaw ci ha insegnato il valore della coerenza e della leggerezza in architettura e che nonostante gli ostacoli, si può rimanere fedeli a sé stessi e alle proprie passioni, senza per questo dimenticare le persone per cui costruiamo.
Immagine di copertina: ritratto di Nicholas Grimshaw (dal sito web https://grimshaw.global/news/articles/sir-nicholas-grimshaw-cbe-ppra-1939-2025/)
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high tech , londra , Nicholas Grimshaw , obituary
Last modified: 27 Settembre 2025