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Arianna PanarellaWritten by: Professione e Formazione

Global Award for Sustainable Architecture: educazione, etica e impegno

Global Award for Sustainable Architecture: educazione, etica e impegno

A Venezia la premiazione della cinquina di vincitori dell’edizione 2024

 

VENEZIA. Numerosi sono i premi nati per riconoscere il talento dei progettisti, ma nei decenni più recenti queste iniziative sono volte anche a premiare il valore legato all’innovazione, alla sostenibilità e all’impatto sociale e culturale.

 

Una piattaforma, indipendente e pioniera, per la sostenibilità

Tra i premi che, di recente, hanno fatto parlare di sé, c’è anche il Global Award for Sustainable Architecture. Nato nel 2006, si è distinto per una particolarità: non ha incoronato un solo vincitore, ma nel corso degli anni ha riconosciuto il percorso e la visione di cinque architetti internazionali. Il denominatore comune è il loro impegno per la sostenibilità e per lo sviluppo di un’architettura che affronta le attuali sfide etiche, ambientali e sociali: un approccio lungimirante che tiene conto dell’impatto dell’uomo sull’ambiente.

Per iniziativa dell’architetta e ricercatrice Jana Revedin, il lavoro svolto ha raccolto una significativa attenzione internazionale, diventando una piattaforma indipendente scientifica che unisce i vincitori in una comunità di ricerca e sperimentazione per progetti di autosviluppo architettonico e urbano che dal 2011 ha ottenuto anche il patrocinio Unesco.

Al centro di questa piattaforma globale c’è la teoria del radical design, che sostiene la trasformazione collettiva della città contemporanea attraverso una morfologia open work con processi di partecipazione interdisciplinari. Persegue la ricerca, la sperimentazione e il cambiamento nei campi dell’architettura, della rigenerazione urbana e della responsabilità sociale accademica. A dimostrazione del suo ruolo pionieristico, cinque degli architetti/team insigniti del Global Award for Sustainable Architecture hanno successivamente vinto il prestigioso Pritzker Prize.

 

La premiazione in Italia per la prima volta

Per la prima volta in Italia, sono stati premiati i nuovi vincitori presso l’Università Iuav di Venezia il 19 aprile scorso con un simposio patrocinato dall’Unesco, sostenuto da Saint-Gobain, leader mondiale nell’edilizia sostenibile, nonché daimportanti scuole di architettura internazionali.

L’amizioso tema dell’edizione 2024 del premio è stato “Architecture Is Education”, perché ancor prima di “realizzarla” bisogna saperla trasmettere l’architettura, come ci hanno insegnato i grandi maestri del passato. In che modo l’istruzione può contribuire alla sostenibilità, tra le altre cose, e in che modo l’istruzione influenza positivamente i risultati futuri nel campo dell’architettura? Quali pratiche e metodi sono promettenti, lungimiranti e necessari per lo sviluppo della disciplina? “Architecture Is Education” esamina i metodi, gli strumenti e gli approcci all’interno di quattro categorie educative, illustrando come gli architetti agiscono come catalizzatori per l’educazione al pensiero e all’azione sostenibili.

 

I vincitori

I cinque vincitori sono stati individuati da una giuria internazionale di architetti e ricercatori, che ne ha riconosciuto l’approccio pedagogico innovativo, in grado di pensare e praticare l’architettura in modo diverso, promuovendo tra le nuove generazioni una comprensione etica e responsabile della professione.

Gli architetti affrontano i progetti come esperimenti testando nuove tecnologie, materiali e approcci. In tal modo, ampliano i confini dell’architettura tradizionale e contribuiscono al trasferimento della conoscenza attraverso nuove esperienze. La diffusione, nel campo dell’educazione architettonica, è legato anche alla condivisione da parte degli architetti delle buone pratiche, conducendo ricerche, pubblicando, partecipando a conferenze o redigendo materiali didattici di facile comprensione. Questi sforzi contribuiscono costantemente a diffondere la consapevolezza dei principi di un’architettura che guarda al futuro.

L’innovazione architettonica e l’importanza attribuita all’istruzione e alla pedagogia sono alla base del lavoro dei cinque vincitori di questa edizione. I loro singoli contributi aprono a un futuro più attento alle esigenze della società e dell’ambiente in cambiamento.

 

Iyas Shahin e Wesam Al Asali, IWLAB Laboratory (Siria)     

IWLab

è un laboratorio di ricerca multidisciplinare fondato nel 2009 dagli architetti Iyas Shahin e Wesam Al Asali, dedicato all’esplorazione, all’istruzione e alla pratica del progetto culturale e architettonico. Con uffici in Siria e Spagna, collaborano a stretto contatto con studenti e colleghi architetti per sviluppare una rete di creativi con competenze diverse e interdisciplinari. 

Inizialmente fondato in risposta alla scarsa vitalità nella pratica architettonica in Siria e nella regione araba, IWLab è diventato pioniere nell’architettura, nel patrimonio e negli studi urbani nei diversi contesti socio-economici. Dal 2009, ha sviluppato approcci per modernizzare le tecniche tradizionali e mappare aree urbane informali. 

 

Andrés Jaque, OFFPOLINN (Stati Uniti)

Preside della Columbia University School of Architecture (Spagna/Stati Uniti), Jaque ha fondato l’Ufficio per l’innovazione politica (OFFPOLINN) nel 2003, dopo avere incontrato il filosofo francese Bruno Latour (1947-2022). Secondo Latour gli architetti sono attori critici nella lotta per la giustizia sociale, poiché l’accesso a un alloggio dignitoso è ora il parametro chiave dell’equità. A suo avviso, gli architetti devono interrogarsi sui fattori ecologici e politici dello spazio abitato. Il lavoro di OFFPOLINN affronta le questioni combinando design, ricerca e attivismo, sfidando i meccanismi attraverso i quali l’architettura gioca un ruolo di esclusione. Per OFFPOLINN la collaborazione non è solo condivisione dei risultati architettonici, ma anche coinvolgimento attivo con le comunità, garantendo spazi di ascolto attento e di azione collettiva. Persone, edifici e risorse locali devono unirsi in un progetto comune a cui gli architetti contribuiscono con la loro capacità di riarticolare, combattere e assemblare. 

 

Marina Tabassum (Bangladesh)

Conduce una triplice vita come architetta, educatrice e leader del progetto di empowerment delle comunità che hanno una caratteristica unica: eliminare i confini tra apprendimento, azione e insegnamento. Questi progetti riuniscono esperti, studenti e residenti per identificare dei modelli che migliorino le condizioni di vita di tutti. Non è un caso che Tabassum abbia dato vita a The Foundation for Architecture and Community Equity (FACE) per realizzare questi progetti.

 

Ciro Pirondi, Escola da Cidade (Brasile)

L’Escola da Cidade, con il suo programma educativo, incarna gli obiettivi educativi del premio attraverso il suo approccio interdisciplinare, influenzato dall’educatore brasiliano Paulo Freire. Escola da Cidade è stata fondata nel 2002 dall’Associação Escola da Cidade – Arquitetura e Urbanismo (AEC), un sodalizio d’intellettuali, architetti, artisti e tecnici con una struttura operativa non burocratica e una gestione democratica e finanziariamente autonoma, che si è allontanata dalla formazione specialistica per concentrarsi sulla redditività nel settore immobiliare.

 

Klaus K. Loenhart, Institute of Architecture and Landscape, Graz (Germania/Austria) 

L’eco-innovatore Klaus K. Loenhart sperimenta e insegna una nuova declinazione di architettura bioclimatica per riconcettualizzare l’impegno tra gli ecosistemi planetari viventi e l’attività umana. Secondo lui, il ruolo dell’architetto è quello di progettare edifici ecologici e facilitare processi di co-creazione trasformativa tra agenti ambientali e attività umane. Per ridurre il consumo energetico e aumentare il benessere, Loenhart esplora con il suo Landlab presso l’Università di Tecnologia di Graz un’architettura che, di fronte alla deregolamentazione del clima, potrebbe rigenerare la biodiversità e migliorare la salute di tutte le vite attraverso una pratica di progettazione sociale basata sull’ecologia. 

   

I premi 2023-24 raccontati in due libri

Il Global Award for Sustainable Architecture racconta e condivide i percorsi dei vincitori del 2023 e 2024 in due libri pubblicati da ArchiTangle (casa editrice indipendente con sede a Berlino, specializzata nel trasferimento di conoscenze e progetti socialmente rilevanti). Architecture Is Experimentation e Architecture Is Education, scritti da Jana Revedin e Marie-Hélène Contal, vanno oltre la presentazione delle realizzazioni degli architetti. Esplorano le modalità in cui l’architettura può essere un potente strumento per la condivisione della conoscenza.

 

Insieme per l’architettura del futuro

Quello che poi fa la differenza tra i tantissimi premi di architettura attualmente esistenti, è la qualità dei temi e delle ricerche. Non dovrebbero più, come accadeva un tempo, essere premi solo celebrativi. Questo premio “condiviso” sottolinea l’importanza di scegliere progettisti o gruppi che stiano davvero facendo qualcosa per l’architettura del futuro.

Immagine di copertina: Marina Tabassum,  Casa mobile in legno per le vittime delle inondazioni in Bangladesh © Asif Salman

Autore

  • Arianna Panarella

    Nata a Garbagnate Milanese (1980), presso il Politecnico di Milano si laurea in Architettura nel 2005 e nel 2012 consegue un master. Dal 2006 collabora alla didattica presso il Politecnico di Milano (Facoltà di Architettura) e presso la Facoltà di Ingegneria di Trento (Dipartimento di Edile e Architettura). Dal 2005 al 2012 svolge attività professionale presso alcuni studi di architettura di Milano. Dal 2013 lavora come libero professionista (aap+studio) e si occupa di progettazione di interni, allestimenti di mostre e grafica. Dal 2005 collabora con la Fondazione Pistoletto e dal 2013 con il direttivo di In/Arch Lombardia. Ha partecipato a convegni, concorsi, mostre e scrive articoli per riviste e testi

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Last modified: 1 Maggio 2024