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Emanuele PiccardoWritten by: Patrimonio

Casa esagono, rivive il buen retiro di Vittorio Giorgini sul mare

Casa esagono, rivive il buen retiro di Vittorio Giorgini sul mare

Sul golfo di Baratti, presso Piombino, l’associazione B.A.Co. – Archivio Vittorio Giorgini ha recuperato l’edificio esagonale in legno concepito come un mobile

 

PIOMBINO (LIVORNO). Baratti, lungo la costa etrusca toscana, è un luogo magico. Vittorio Giorgini (1926-2010) lo scopre lentamente, grande amante del mare e del pesce pescato e cucinato, vive il paesaggio naturale della pineta come un atto di liberazione dalle frustrazioni professionali determinate dalla convivenza con Ricci e Savioli, i due Leonardi: d’altronde lui amava l’unico e vero Leonardo, quello nato a Vinci nel 1452.

La vita a Baratti è primordiale. Il mare e il vento sono i due elementi che caratterizzano il paesaggio, ma l’altro aspetto determinante è il suo carattere selvaggio senza restrizioni di nessun tipo. Così Giorgini è sempre ritratto in costume nei filmati in super 8 che testimoniano la vita durante le vacanze, tra mangiate e visite di ospiti come lo scultore nippo-americano Isamu Noguchi che avvengono nel suo ritiro vacanziero di Casa esagono, realizzata tra il 1957 e il 1960 nella pineta prospiciente il golfo. La forma esagonale, con la struttura portante in legno, assume il carattere della versione italiana dell’architettura organica tra gli anni cinquanta e sessanta. L’accesso avviene tramite una scala a chiocciola che s’innesta nel centro dell’esagono, mentre l’intero involucro è sorretto da pilastri cruciformi in legno che, sollevando la casa da terra, definiscono uno spazio in cui potersi soffermare seduti sulla base dei plinti esagonali in cemento e guardare il mare.

 

Dal 2013, la gestione dell’associazione B.A.Co. – Archivio Vittorio GIorgini

Nel 2013, dopo vari cambi di proprietà e dodici anni di completo abbandono, l’associazione B.A.Co. – Archivio Vittorio Giorgini, grazie alla concessione d’uso gratuita stipulata con il Comune di Piombino (attuale proprietario), diventa gestore dell’opera. Il tempo e le condizioni climatiche degradano questo piccolo gioiello che s’inserisce nella stessa tipologia di architetture dei rifugi montani, del Cabanon di Le Corbusier a Roquebrune Cap-Martin e delle capanne dipinte da Carlo Carrà lungo la costa della Versilia. La casa ha dunque bisogno di una cura per ripristinare, attraverso un restauro filologico, la sua forma originaria, come ci ha raccontato Marco Del Francia, progettista e presidente di B.A.Co. – Archivio Vittorio Giorgini: “Nella fase delle indagini diagnostiche la risposta è venuta da sé; la Casa esagono è stata concepita come un mobile (la falegnameria che l’ha realizzata produceva arredi in legno). Visti gli elementi modulari e seriali, simmetrici, non aveva senso inventarsi cose diverse, era sufficiente sostituire quello che non era restaurabile. Ricavando la mappatura delle essenze lignee è stato anche piuttosto semplice. In alcuni casi abbiamo utilizzato materiali oggi più resistenti, come nel corpo scala metallico, o nel manto di copertura, mantenendo però le medesime misure. Tutto infatti è stato confezionato al millimetro da Giorgini e non c’era spazio per diversificare”.

Nel processo di restauro sono stati realizzati anche gli arredi originali basandosi sui disegni conservati presso l’Archivio Giorgini, per riconfigurare visivamente come era abitato lo spazio, in base alle modalità operative di Giorgini. “Abbiamo lasciata libera una stanza”, continua Del Francia, “perché vorremmo coinvolgere giovani designer ad attualizzare il pensiero di Giorgini, realizzando arredi contemporanei per risemantizzare – o rinnovare – gli interni dell’Esagono, ma anche gli spazi esterni”.

Così l’attività resistente di B.A.Co. – Archivio Vittorio Giorgini rimane una preziosa risorsa per chi, tra studiosi e appassionati, vuole scoprire le sperimentazioni del creativo architetto toscano, di cui nel 2026 si celebrerà il centenario della nascita.

 

Immagine di copertina: © Marco Del Francia

 

Restauro di Casa esagono

Indagine diagnostica: Massimo Mannucci/Legnodoc
Progetto di restauro e consolidamento: Ing. Marco Pio Lauriola
Progetto esecutivo: Studio Catalani-Del Francia, in collaborazione con il DESTEC dell’Università di Pisa e con B.A.Co. – Archivio Vittorio Giorgini, con il supporto dell’Ufficio LLPP del Comune di Piombino.
Finanziato dal bando della Regione Toscana “Interventi di riqualificazione del patrimonio storico e di pregio degli enti locali”

Autore

  • Emanuele Piccardo

    Architetto, critico di architettura, fotografo, dirige la webzine archphoto.it e la sua versione cartacea «archphoto2.0». Si è occupato di architettura radicale dal 2005 con libri e conferenze. Nel 2012 cura la mostra "Radical City" all'Archivio di Stato di Torino. Nel 2013, insieme ad Amit Wolf, vince il Grant della Graham Foundation per il progetto “Beyond Environment”. Nel 2015 vince la Autry Scholar Fellowship per la ricerca “Living the frontier” sulla frontiera storica americana. Nel 2017 è membro del comitato scientifico della mostra "Sottsass Oltre il design" allo CSAC di Parma. Nel 2019 cura la mostra "Paolo Soleri. From Torino to the desert", per celebrare il centenario dell'architetto torinese, nell'ambito di Torino Stratosferica-Utopian Hours. Dal 2015 studia l'opera di Giancarlo De Carlo, celebrata nel libro "Giancarlo De Carlo: l'architetto di Urbino"

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Last modified: 9 Aprile 2024