Un intellettuale colto e raffinato che ha chiuso la sua carriera con il Museo Bailo di Treviso
VIENNA. Pochi giorni fa ci ha lasciato Heinz Tesar, noto architetto tirolese, fra i protagonisti del dibattito architettonico internazionale a cavallo del millennio. Intellettuale colto ed artista raffinato, Tesar ha saputo coniugare nei suoi edifici l’intima passione per la forma con la sensibilità, tutta viennese, per il silenzio degli spazi. Rifuggendo da facili clamori i suoi progetti rispecchiano, piuttosto, i risultati di un lento lavoro di purificazione della materia. Superfici in semplice intonaco sostanziano l’immagine dei suoi edifici, in cui la luce naturale penetra, quasi in punta di piedi, attraverso fessure e squarci per esaltare la poesia delle ombre.
Una carriera che inizia dall’arte e dalle architetture religiose
Nato a Innsbruck nel 1939, Tesar inizia la sua carriera come artista. S’iscrive all’Accademia di Belle Arti di Vienna, dove si laurea in Architettura nel 1965 con Roland Rainer. Dopo soggiorni di studio in Germania e Olanda e un breve apprendistato presso Wilhelm Holzbauer, apre un proprio studio nel 1973 nella capitale austriaca. All’inizio della carriera si concentra su piccole occasioni professionali, affrontando soprattutto temi di architettura religiosa. Fra questi ricordiamo il notevole progetto per il San Lorenzo a Kirchham (1990), l’elegante chiesa evangelica di Klosterneuburg (1992-95) e la chiesa del Cristo speranza del mondo a Vienna-Donaucity (1997-2000), che si oppone allo sproporzionato contesto urbano con il suo guscio di acciaio nero. Molto interessanti sono i progetti per la sinagoga di Dresda (1996-97) e quello per il centro viennese di cultura islamica Imam Alì (2003-05), entrambi caratterizzati da morbide coperture oculate, uno dei suoi temi preferiti di ricerca. Le ritroviamo, infatti, queste coperture scultoree, in diversi altri lavori, come quello per l’Università di Fudan a Shangai (2003-04). Ed è facile osservare la stretta connessione tra queste forme ricorrenti e i suoi disegni biomorfici, le serie degli Homotipi e degli Embryo.
Musei ed edifici pubblici
Fra gli anni ottanta e il 2000 Tesar disegna, costruisce, insegna e progetta con crescente successo, spostandosi frequentemente fra gli Stati Uniti e l’Europa. Dopo alcune residenze collettive a Vienna (edificio nella Einsiedlergasse 1976-88, la Siedlung Biberhaufenweg 1981-85), sviluppa La Veneguera, un vasto progetto abitativo per l’isola di Gran Canaria (Spagna, 2001-02) con abitazioni ipogee e un maestoso paesaggio artificiale.
Con la notorietà internazionale gli arrivano sempre più spesso incarichi per progetti di prestigiosi musei ed edifici pubblici. Soprattutto gli edifici museali attirano il suo interesse, sino a costituirsi come secondo nucleo della sua ricerca progettuale dopo l’architettura sacra. Fra quelli realizzati, ricordiamo il Museo dei Celti ad Hallein (1993-95) con la soluzione di una doppia facciata, il Museo Essl a Klosterneuburg (1996-99) con il tetto-giardino, il delicato ampliamento del Museo Bode a Berlino (2000-05) e, ancora a Klosterneuburg, la sistemazione della monumentale abbazia agostiniana (2001-06). Oltre a questi, Tesar realizza il teatro civico di Hallein (1993-94), pensato quasi come uno strumento musicale, l’edificio per uffici a San Gallo (1995), la casa sullo Zwinger a Dresda (1999) e gli uffici BTV nella sua Innsbruck (2001-06).
Nel 2000 gli viene assegnata la prestigiosa Medaglia d’oro Heinrich Tessenow, cui seguono numerosi altri riconoscimenti, fra cui il Grande premio austriaco per l’architettura (2011). Molte le mostre dedicate alla sua opera: la maggiore è forse la retrospettiva organizzata a Monaco di Baviera dalla Pinacoteca del moderno e dal Museo di architettura dell’Università tecnica (2005). Ultimo suo lavoro è un’opera italiana, il museo Bailo a Treviso (con altri, 2015), che sottolinea lo stretto legame coltivato col nostro paese.
La forza degli archetipi
Tesar è stato un architetto classico, ma sbaglieremmo ad etichettare il suo lavoro come quello di un tradizionalista, perché Tesar si sposta di lato per guardare alla storia e non se ne lascia travolgere. La sua architettura è acuta ed originale.
A studiare con attenzione la perfezione geometrica dei suoi progetti, non si può fare a meno di registrare la sensazione che ogni suo spazio sia come preesistente alle necessità dell’edificio e sviluppi una vita a se stante. Vorformen (pre-forme) le chiamava Tesar, queste icone primigenie di spazi senza luogo… forse l’eredità teorica di maggiore valore che oggi ci lascia, assieme ai suoi edifici e all’ampio archivio donato al Centro di architettura di Vienna.
Recentissima è, infine, la notizia che l’Albertina riaprirà ai primi di aprile il bel museo di Klosterneuburg come nuovo centro di arte moderna e contemporanea.
Immagine di copertina: © Gianluca e Laura Frediani
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Last modified: 23 Gennaio 2024