Gli esiti dell’edizione 2022 sono una grande esposizione a cielo aperto, lungo la valle del fiume Cervo
Biella e il suo territorio hanno infatti “nutrito” il Premio (bandito da Fondazione Sella con gli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri di Biella, e dedicato alla memoria dell’ingegnere architetto biellese Federico Maggia, 1901-2003), offrendo ai partecipanti l’opportunità di confrontarsi con una realtà resa emblematica dalla storica vocazione produttiva della città. I 10 gruppi finalisti si sono cimentati nella costruzione di strutture utili, reversibili e di semplice manutenzione su 10 aree, pubbliche e private, messe a disposizione da enti, istituzioni o aziende biellesi: dall’Alta Valle Cervo a Cossila, dal Lanificio Maurizio Sella sede di Fondazione Sella a Cittadellarte – Fondazione Pistoletto e infine a Vigliano Biellese nella splendida cornice dell’ottocentesca villa Era.
La giuria presieduta dall’architetto Luciano Pia, e composta da Sandy Attia (fresca vincitrice con MoDus Architects del Premio italiano di architettura promosso da MAXXI e Triennale Milano), Michel Carlana, progettista della pluripremiata scuola di musica di Bressanone, Tullia Iori, professore a Roma Tor Vergata, Flavio Mangione del CNAPPC, l’architetto svizzero Martino Pedrozzi e Mariano Zanon (Architetto italiano dell’anno 2020) ha selezionato vincitore tra le dieci opere “Caffè Maggia. Ipotesi per un archivio aperto”, “un pop-up bar che in maniera informale e inaspettata propone la valorizzazione dell’archivio Federico Maggia all’interno dell’ex Lanificio Maurizio Sella“, realizzato da PRACTICE+ con Giacomo Pavanello. I locali della caldaia Cornovaglia dell’ex lanificio sono abitati da un nuovo elemento catalizzatore: il contenuto del bar, centinaia di lattine personalizzate con il materiale dell’archivio, diventano testimonianza della sua consistenza e occasione di conoscenza, per un apprendimento informale quanto inatteso.
Una menzione speciale è andata al gruppo HPO (Riccardo Simioni e Oreste Montinaro) con Giacomo Attrotto e Plamcreative Studio (Arianna Montinaro) per il progetto “Rain Circus”, un sistema per l’approvvigionamento idrico degli orti didattici della scuolaprimaria di Cossila
, frazione di Biella sulla strada per il santuario di Oropa, che ha avviato un percorso sperimentale di didattica all’aperto. Dopo aver organizzato un workshop di progettazione in presenza di maestri e bambini, i giovani architetti hanno scelto di realizzare un serbatoio idrico flessibile, a impronta circolare. La sua capacità di rendere evidente attraverso il gonfiarsi e lo sgonfiarsi, l’ingresso e l’uscita dell’acqua, facilita la comprensione dei ritmi meteorologici e carica di significato il consumo della risorsa idrica. Il progetto è un’architettura pneumatica che si presta anche a un utilizzo ludico, in quanto la resistenza e l’elasticità del materiale permettono ai bambini di utilizzarlo come gioco.
Infine, una seconda menzione è andata a “Innesti. Il teatro nel teatro” di Edoardo Biondetti, Margherita Lurani e Edoardo Pozzato. L’intervento, presso il Santuario di San Giovanni d’Andorno, è un nuovo spazio scenico per “la Bürsch in Festival”, viaggio artistico alla scoperta dei caratteristici borghi della valle Cervo. L’intervento, realizzato con legno di recupero montato a secco (che può quindi essere smontato per rientrare nel ciclo produttivo) e blocchi di Sienite derivanti dalla frana che nel 2020 ha investito il santuario, racconta il territorio dell’alta valle del Cervo mettendo in luce i due materiali che ne costituiscono il paesaggio e la storia: la pietra e il bosco.
“Abbiamo voluto premiare la qualità del progetto dal punto di vista della relazione tra ambiente e committenza, tra pensiero e realizzazione e infine abbiamo valorizzato quei progetti che hanno saputo integrare architettura, ingegneria e innovazione”, ha raccontato Pia a margine della cerimonia di premiazione tenutasi al Lanificio Maurizio Sella e moderata dal giornalista Mario Calabresi.
Il premio lascia in eredità manufatti costruiti, che favoriscono relazioni inedite, azioni condivise e strategie immersive di appropriazione territoriale. Il tessuto produttivo, che così fortemente caratterizza il Biellese (dai lanifici alle cave di sienite, dall’agricoltura viticola agli alpeggi), è in continuo dialogo con il fare. Così, le diverse opere suggeriscono come questi spazi possano raccontare storie importanti e diventare attrattivi, ospitando spazi di coworking, luoghi di socialità rinnovate, alberghi esperienziali o luoghi di formazione diffusa.
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allestimenti , piemonte , premi
Last modified: 29 Giugno 2022