Visit Sponsor

Maria Paola RepellinoWritten by: Progetti

M+, un monolite per Hong Kong

M+, un monolite per Hong Kong

Visita al museo progettato da Herzog & de Meuron nel West Kowloon Cultural District per celebrare forme d’arte del XX e XXI secolo

 

HONG KONG. Dopo una serie quasi infinita di rinvii, il 12 novembre è stato inaugurato l’atteso nuovo museo M+, il primo dedicato alla cultura visiva contemporanea in Asia, progettato dallo studio Herzog & de Meuron con i partner locali di TFP Farrells e Arup come consulente ingegneristico. M+ si trova nel cuore del West Kowloon Cultural District, sul lungomare del Victoria Harbour, nella penisola di Kowloon. Il distretto culturale di West Kowloon è uno dei progetti culturali più grandi e ambiziosi al mondo, il cui masterplan è stato redatto da Foster+Partners nel 2010. La sua visione è quella di creare un nuovo quartiere culturale per Hong Kong, con un mix di musei, teatri e spazi pubblici distribuiti su quaranta ettari di terreno sottratto al mare, in cui M+ si candida a diventarne il nuovo landmark urbano.

Nel 2013 lo studio d’architettura svizzero s’impose al concorso internazionale su un’eccezionale rosa di finalisti (tra cui SANAA, RPBW, Shigeru Ban, Snøhetta e Toyo Ito & Associates) accaparrandosi la realizzazione del museo, iniziata nel 2015. L’apertura al pubblico, prevista per il 2018, fu posticipata per numerosi fattori (interruzioni prolungate durante la costruzione, superamento del budget, dimissioni di alto profilo, la pandemia, solo per citarne alcuni).

Il museo M+ segue, a distanza di tre anni, la realizzazione del centro culturale Tai Kwun – Centre for Heritage and Arts nel centro di Hong Kong. Anch’esso progettato da Herzog & de Meuron, costituisce un intervento inedito nella metropoli, in quanto esito di un accurato processo di recupero e riuso della dismessa stazione centrale della polizia locale, che sottrae il sito alle brame del mercato immobiliare. Sempre in Estremo Oriente, il duo elvetico ha inoltre da poco completato il suo primo intervento in Corea del Sud: il centro culturale ST/SongEun Building a sud di Seul. Un monolite in calcestruzzo a vista, un volume puro, dalla forma triangolare, che massimizza la superficie disponibile, esplorando il potenziale scultoreo del regolamento edilizio.

 

Topografie multifunzionali

Anche questa volta, il progetto di Herzog & de Meuron per M+ trae forza dalla sobrietà e dalla chiarezza delle geometrie architettoniche, dalla sensibilità verso le condizioni urbane locali, dalla precisione nella concezione e nell’esecuzione, che nascondono un’intrinseca complessità nell’articolazione degli spazi.

Il profilo dell’edificio, a forma di T rovesciata, è composto da due volumi intersecati: un ampio podio, che costituisce l’elemento orizzontale, e una torre sottile, che evoca la verticalità che contraddistingue il paesaggio architettonico di Hong Kong. L’edificio di 65.000 mq ospita una superficie espositiva di 17.000 mq, suddivisa in 33 gallerie, ideata per celebrare tutte le forme d’arte del XX e XXI secolo. M+ non è solo un museo, ma comprende anche tre cinema, una mediateca, un centro di apprendimento, un centro di ricerca, un’area commerciale, ristoranti e bar, una lounge, spazi per uffici e un giardino pensile con una vista spettacolare sul Victoria Harbour.

Ma il museo si sviluppa anche a livello ipogeo. Prendendo spunto da un vincolo preesistente, il tunnel ferroviario sotterraneo dell’Airport Express che attraversa in diagonale l’intero sito, gli architetti hanno concepito un ulteriore piano interrato, che intercetta la superficie esterna del tunnel, mostrandola ai visitatori e integrandola nell’edificio. Si tratta di un livello che i progettisti definiscono come “Industrial Space”, una topografia multifunzionale che comprende oltre a spazi espositivi, un auditorium, aree per installazioni, performance e tutte le forme più innovative delle arti visive. “Per entrare in una città come Hong Kong l’arte deve arrivare dal basso, dalle sue stesse fondamenta”, ha dichiarato Jacques Herzog, “il nostro M+ fa proprio questo, emergendo letteralmente dal sottosuolo urbano”.

 

Landmark dinamico

Il volume orizzontale si libra sopra questo paesaggio “industriale”

, definendo una piattaforma d’ingresso aperta e permeabile, in cui si può entrare da tutti i lati e livelli. L’area è il fulcro tra i luoghi culturali del distretto e il parco pubblico circostante, la nuova Avenue e il lungomare del Victoria Harbour. Questa piattaforma comprende una piazza coperta pubblica, che dà accesso a tutte le principali funzioni, il negozio del museo, un grande spazio espositivo temporaneo, un auditorium, un centro di apprendimento e la lobby del museo. Il vuoto verticale, oltre a garantire l’illuminazione naturale a tutti i piani, connette visivamente i diversi livelli della struttura.

Con l’intento di stabilire un sottile dialogo con i grattacieli in acciaio e vetro del contesto, i progettisti hanno scelto di rivestire la struttura in cemento con elementi in ceramica smaltata verde scuro, in grado di riflettere le mutevoli condizioni della luce. L’idea di una pelle architettonica cangiante è alla base anche dell’altro aspetto distintivo dell’edificio: la facciata rivolta verso il porto incorpora un sistema d’illuminazione a LED che anima il volume verticale, trasformandolo in un gigantesco schermo digitale per la proiezione di opere d’arte della collezione o appositamente commissionate. M+ diventa così parte viva e integrante di quel mix di luci ed effetti visivi che colorano le notti di Hong Kong.

Il risultato architettonico non è semplicemente una struttura monumentale ancorata al suo contesto; ma essa stessa è plasmata a sua volta dall’intorno, come dichiarano gli architetti. Se da un lato la forma precisa, quasi arcaica, ribadisce il carattere iconico dello skyline di Kowloon, dall’altro questo aspetto è sovvertito dal messaggio artistico trasmesso in facciata, visibile anche a distanza, che rinnova costantemente l’immagine del museo, liberandolo da una forma predefinita.

 

Immagine di copertina: © Kevin Mak Courtesy Herzog & de Meuron

 

Autore

  • Maria Paola Repellino

    Architetta e Dottore di ricerca in ‘Architettura e Progettazione Edilizia’ (2016); Ricercatrice presso il Politecnico di Torino dove è stata Direttore Esecutivo del gruppo di ricerca China Room e membro del Future Urban Legacy Lab. Visiting Scholar presso la School of Architecture della Tsinghua University di Pechino (2014). Il suo lavoro di ricerca si concentra sulle culture del progetto architettonico e urbano con particolare attenzione ai processi di trasformazione urbana. Ad oggi le sue principali pubblicazioni sono il volume Fun Mill: The Architecture of Creative Industry in Contemporary China (ORO Editions 2022); The City after Chinese New Towns (Birkhäuser 2019, curato con M. Bonino, F. Governa, A. Sampieri)

    Visualizza tutti gli articoli

About Author

(Visited 786 times, 1 visits today)
Share

Tag


, ,
Last modified: 30 Novembre 2021