Numerose le ricerche, oltre agli interventi basati su prefabbricazione, processi partecipativi e prototipazione flessibile
I recenti dati pubblicati dalla società Mirza & Nacey Research attraverso la ricerca intitolata The Architectural Profession in Europe 2020 hanno evidenziato la crescita del settore dell’housing, indicato come prioritario dall’87% dei circa 500.000 architetti europei coinvolti attraverso un sondaggio commissionato dal Consiglio degli architetti d’Europa (CAE). Dati che trovano riscontro anche all’interno della rete New Generations, tra i cui partecipanti è possibile individuare numerosi interventi che indicano la vastità di un tema declinabile a diverse interpretazioni. Edifici abbandonati vengono recuperati e trasformati in alloggi; budget ridotti e spazi minimi diventano occasione per sperimentare nuove tipologie e configurazioni sempre più compatte e flessibili; gruppi di inquilini, organizzati intorno alla figura dell’architetto, vengono coinvolti in processi partecipativi, con numerosi vantaggi, sia in termini spaziali che di costi; edifici per abitazioni ospitano funzioni che servono a testare nuovi modelli di convivenza, coinvolgendo proprietari di diverse generazioni e modelli di fruizione sempre più permeabili; alloggi ubicati fuori dal perimetro urbano iper-densificato offrono l’opportunità per testare approcci abitativi sempre più in simbiosi con la natura.
Marc Koehler Architects (Amsterdam)
Lo studio ha innovato l’ambito dell’housing attraverso il progetto superloft, un’idea che nasce dalla volontà di attivare un processo di progettazione aperto, all’interno del quale la figura dell’architetto sostituisce quella del costruttore, riducendo tempi e costi di produzione e garantendo un maggiore guadagno per le altre categorie coinvolte: lo studio incaricato della progettazione da una parte, gli inquilini dall’altra. Superloft è un brevetto dello studio olandese che permette ai proprietari di configurare la propria casa attraverso un sistema prefabbricato flessibile. Tra questi, gli Houthaves Plot 1 e 2 sono i primi di una lunga serie.
Enorme Studio (Madrid)
Fondato nel 2016 e guidato da Carmelo Rodríguez e Rocío Pina. Parte della loro ricerca si concentra sulla progettazione e costruzione attraverso sistemi industriali prefabbricati che guardano all’innovazione tipologica. Attraverso la creazione della marca “Beyome”, mettono a punto e progettano nuovi prototipi per spazi abitativi sempre più flessibili, come la All I Own House, di poco meno di 40 mq, con pareti mobili che permettono di configurare un piccolo spazio abitativo a seconda delle necessità.
Architectural Affairs (Porto)
Fondato da Andreia Garcia nel 2016, intende la disciplina dell’architettura attraverso tre dimensioni: progetto, curatela, editoria. Insieme a un team di collaboratori e freelance, tra cui artisti, sociologi e antropologi, lo studio portoghese realizza progetti di diversa natura, che spaziano dal formato editoriale, fino alla realizzazione d’installazioni ed edifici. In collaborazione con Diogo Aguiar Studio ha realizzato a Guimarães nel 2019 la Pavilion House, una casa immersa nella natura secondo un approccio basato su una totale sintonia tra lo spazio e l’intorno.
space&matter (Amsterdam)
Fondato da Sascha Glasl, Tjerd Haccou e Marthijn Pool. Tra le recenti realizzazioni, attente al sistema esigenziale degli utenti, troviamo cooperative di quartiere, piattaforme di condivisione per la progettazione di housing sociale e un quartiere galleggiante costruito nel 2020 ad Amsterdam, ove risiede lo stesso Glasl. Schoonschip, definito dagli autori come il quartiere più sostenibile al mondo, è stato concepito attraverso un processo partecipato che ha coinvolto in tutte le fasi di progettazione gli inquilini che abitano le 46 case che formano l’agglomerato.
Immagine di copertina: Superloft di Marc Koehler Architects, Amsterdam
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giovani , New Generations , olanda , social housing , spagna
Last modified: 10 Maggio 2021