La terza città austriaca sta disegnando il suo futuro senza dimenticare il suo passato industriale, mettendo insieme sperimentazione, recupero, ricerca e iniziative culturali e sociali
“Acciaio” è la parola che meglio condensa la storia e il carattere di Linz. Terza città dell’Austria dopo Vienna e Graz, Linz è un centro di antica tradizione industriale e, con oltre 100.000 pendolari/giorno, il baricentro territoriale di una diffusa agglomerazione.
Sorta sulla sponda destra del Danubio a difesa del Limes imperiale con l’antico nome di Lentia, Linz ha nei secoli sperimentato tutte le diverse qualità del grande fiume. Rapida via di trasporti e di comunicazione ma anche confine fisico e, talvolta, militare. Così è stato nel secondo dopoguerra quando, dopo la drammatica parentesi nazista, la città resta a lungo divisa fra le truppe sovietiche e quelle alleate che s’installano in armi lungo le opposte sponde fluviali.
La Tabakfabrik di Behrens e Popp…
Nel suo patrimonio architettonico è possibile individuare un edificio, in particolare, che rappresenta in maniera emblematica il carattere pragmatico e aperto della città: il maestoso tabacchificio costruito da Peter Behrens (e Alexander Popp) nel 1929-35, che s’innalza a metà strada fra la piazza medioevale (Hauptplatz) e gli ampi bacini del porto fluviale. Canto del cigno del maestro tedesco, la Tabakfabrik è ancora oggi un edificio possente per struttura e dimensioni. Il corpo principale, incurvato come una frusta, raggiunge quasi 230 m in lunghezza e 30 in altezza; le sue candide facciate nascondono, immersa nella muratura di mattoni, un’interessante struttura a scheletro… In acciaio, manco a dirlo.
L’impatto visivo dell’edificio è impressionante: l’intera piazza centrale della città entrerebbe nel suo cortile. Dopo la sua definitiva chiusura (2009) il complesso, tutelato dalla Soprintendenza, è diventato un laboratorio sperimentale per attività creative e produttive. Il motto della città, Linz verändert (Linz (si) trasforma), si concretizza efficacemente nella riconversione di questo edificio che, oggi, è un poliedrico centro in cui sono insediate decine di start-up, atelier, imprese ad alta tecnologia, enti di sviluppo e ricerca. La Tabakfabrik è gestita da una società autonoma, partecipata dalla città ma autosufficiente dal punto di vista economico. Molte sono le applicazioni concrete di net- e co-working che praticano un’efficace sinergia fra produzione, arte e scienza applicata. La sua stessa dimensione fisica, oltre 80.000 mq, produce un effetto-città che trasforma l’antico opificio in un vero e proprio distretto creativo.
… minacciata dal Quadrill
Sui successi del recente passato si proietta però un’ombra lunga: è quella lanciata da una pretenziosa torre vetrata, di oltre 100 metri di altezza, esito infelice di un concorso di architettura vinto dal duo viennese Zechner & Zechner (2019-21). L’intervento edilizio, che porta il bizzarro nome di Quadrill (quadriglia), prevede oltre alla torre anche la costruzione di tre edifici residenziali più bassi. Sostenuto malauguratamente dall’amministrazione cittadina, il programma costituisce un errore urbanistico che corre il rischio, a causa della sua sproporzionata densità edilizia, di alterare il contesto urbano attorno all’edificio di Behrens e di distruggere il waterfront storico della città.
Andando extra moenia
Una delle principali caratteristiche dell’immagine urbana di Linz è rappresentata, infatti, dal degradare dei rilievi collinari, con l’antico castello, verso l’ampia sponda fluviale (Donaulände). In questo suggestivo luogo extra moenia, per lungo tempo abbandonato a se stesso, si è concentrata a partire dagli anni settanta la politica d’innovazione urbana che ha lentamente trasformato Linz, la più inquinata città industriale austriaca, in un centro avanzato di ricerca scientifica e sperimentazione tecnologica. L’inizio di questo radicale cambiamento si può collocare negli anni settanta quando, grazie a una serie d’iniziative culturali (Brucknerfest, Klangwolke, Forum Metall, Ars Electronica) si è avviato il processo di discussione sul futuro della città. Il successo di questi eventi di massa, realizzati talvolta come vere e proprie sperimentazioni creative, ha aperto la strada al dibattito sulla riconversione industriale e sul rinascimento ecologico e culturale della città che va sotto il nome di Neuorientierung (nuovo corso). Dopo il Brucknerhaus (Kaija e Heikki Sirén, 1974), la sponda fluviale accoglie, infatti, il primo AEC-Ars Electronica Center (Klaus Leitner e Walter Michl, 1996), il Museo di arte moderna Lentos (Weber+Hofer, 2003) e, realizzato in occasione della nomina di Linz come Capitale europea della cultura 2009, anche il notevole complesso del nuovo AEC (Treusch Architecture, 2009).
Le iniziative sociali e culturali
A questi interventi fanno da contraltare una serie di iniziative culturali e sociali a livello di quartiere (Posthof, Stadtwertkstatt, Cinematograph, Atelierhaus Salzstadl, Roter Krebs IFEK, quitch, con.trust, ecc.) e, naturalmente, il grande incubatore della Tabakfabrik. Stretta fra le capitali della musica classica, Salisburgo e Vienna, Linz è riuscita a trovare anche in questo settore un’identità precisa, non solo puntando sull’antica tradizione bruckneriana ma soprattutto organizzando i grandi festival all’aria aperta di musica digitale della Klangwolke (nuvola di suoni), che rappresentano uno dei primi e più importanti appuntamenti per le sperimentazioni contemporanee di arte tecnologica. Le sponde urbane del Danubio sono oggi il palcoscenico di rappresentazioni multimediali che coinvolgono le facciate interattive del Lentos e dell’AEC ed attirano ogni anno migliaia di persone durante la stagione musicale estiva.
Sulla sponda sinistra del Danubio
Qui si stanno sviluppando lo Science Park e il quartiere universitario della JKU-Johann-Kepler-Universität (Caramel, 2012-15) e della Anton Bruckner Privat Universität (Architekturbüro 1, 2008-15).
Ma l’aspetto forse più interessante delle mutazioni urbane di Linz si coglie nella trasformazione del rapporto fra città e industria. Oggi, il gigantesco complesso metallurgico della Voestalpine che sorge ad est, accanto ai bacini portuali, sta velocemente inglobando al suo interno nuove istanze urbane. Questa contaminazione fra città e industria si attua non solo nel cospicuo investimento che il gruppo industriale ha realizzato per disinquinare i processi produttivi, ma nel ricorso sistematico all’architettura come strumento di riconfigurazione dello spazio industriale come luogo urbano.
Ecco che, inframmezzati agli impianti tecnici, emergono nuovi segni enigmatici come lo spettacolare Centro servizi per l’acciaio (x-architekten, 2008), il plastico ingresso al Blocco lamiere automobilistiche (any:time, 2005), ma soprattutto il monumentale Quartier generale amministrativo della Voestalpine (Dietmar Feichtinger, 2006-09). Vanno parimenti ricordati l’elegante Autosilo (x-architekten, 2007-08), situato accanto al luccicante Ingresso principale (Schremmer-Jell, 2009) del distretto siderurgico, oltre al nuovo Centro visite ed esposizioni Stahlwelt (Schremmer-Jell, 2009) e, infine, il piccolo ma poetico Centro spirituale multiconfessionale (x-architekten, 2011). Questa nuova “architettura dell’industria” non nasce solo da una strategia di marketing ma, per la complessità della sua natura, costituisce il motore della trasformazione dell’intera zona industriale, un territorio vasto almeno quanto la parte storica e, fino ad oggi, completamente isolato dalle strategie di crescita urbana.
La riqualificazione dell’Haferviertel
La commistione fra elementi urbani e industriali sta producendo nell’Haferviertel un paesaggio urbano inedito, un paesaggio della contaminazione. Uno dei segni più evidenti di questa mutazione urbana è la recente progettazione del nuovo Kulturachse (Luger & Maul, 2014) nell’area portuale industriale, che punta esplicitamente a creare le premesse per un “quartiere neoindustriale”. La città, attraverso la società di sviluppo urbano Linz AG, sta investendo in modo massiccio in questo piano di riqualificazione urbana (“Linzer Hafen 2024”) che mira ad attrarre anche investitori privati. Il progetto generale prevede, infatti, la costruzione di uffici e residenze, oltre a interventi sui bacini fluviali con la realizzazione di livelli urbani differenziati che scavalcano le vie logistiche di rifornimento.
Il progetto è attualmente in cantiere ma, anche a causa di alcune perplessità sull’efficacia delle scelte attuate, occorrerà attendere almeno la conclusione della prima fase dei lavori per poterne trarre un giudizio fondato. Anche in questo caso, quello che appare evidente dall’insieme degli interventi di riqualificazione è l’inclinazione genetica di Linz a sperimentare pragmaticamente da un lato l’innovazione produttiva e industriale e, dall’altro, quella sociale e urbana. Solo così si spiega il tentativo di realizzare, dopo l’estensiva città-giardino di Puchenau (Roland Rainer, 1962-2000), un quartiere satellite sostenibile come SolarCity (Roland Rainer, 1992-2005), plasmato su un modello urbano che sembra perseguire, assieme all’autarchia energetica, anche una forma moderata di utopia sociale.
Qualunque sia il risultato degli interventi urbani in atto, una cosa è certa: il futuro delle città industriali europee passerà ancora per Linz.
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austria , concorsi , rigenerazione urbana , ritratti di città
Last modified: 19 Aprile 2021