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Christian De IuliisWritten by: Forum

L’archintruso. Manifesto dell’architettura vegetale

L’archintruso. Manifesto dell’architettura vegetale
Preso atto dell’inarrestabile processo di disfacimento del pianeta, nel tentativo di prolungarne l’esistenza, Noi, Architetti Vegetali ci assumiamo la responsabilità di dare nuovo corso alla storia dell’architettura

 

Sicché proclamiamo:

1. Che l’Architettura Vegetale promuove il colore verde in tutte le sue tonalità, identificandolo come unica tinta possibile. Ripudia ogni altro colore. Concede deroghe al bianco se utilizzato come sfondo e al giallo, se tendente al verde. Durante il processo di conversione cromatica, ogni superficie di qualsiasi materiale verrà riverniciata utilizzando tutte le sfumature disponibili

2. Che l’Architettura Vegetale sostiene esclusivamente forme di energia rinnovabili e impiega solo materiali biocompatibili, riciclati, riciclabili e deperibili. Rinnega qualsiasi essenza non naturale se non per il supporto di opere vegetali. Dichiara guerra all’asfalto, all’alluminio anodizzato, alla lamiera coibentata e a qualsiasi tipo di pavimentazione non erbata

3. Che l’Architettura Vegetale non è contemporanea: è futuribile. È verticale e orizzontale. Si issa nel cielo, scava nel sottosuolo, si estende in superficie. Si misura in metri ed are, si pesa al chilo. Non è organica, se non con se stessa. Sollecita spostamenti su veicoli ad impatto zero, preferibilmente a quattro ruote motrici

4. Che l’Architettura Vegetale esige soleggiamento, corretta esposizione, ombreggiatura adeguata, poca umidità. Si integra col clima, non si isola. Non è funzionale, si riconverte. Non si moltiplica, attecchisce. Non si decora, al massimo si pota

5. Che l’Architettura Vegetale è geneticamente eclettica. Non predilige tipi, non ama correnti, solo brezze. Non teme le mode. È sempre di moda e, dunque, non lo è. Favorisce gli innesti e asseconda le contaminazioni. Ovvero si centrifuga

6. Che l’Architettura Vegetale non prevede né linee né angoli retti. Apprezza la geometria ma scansa le simmetrie. È imprevedibile, si contorce, non conosce ostacoli né fisici, né virtuali. È già ovunque anche se non si vede e sostituirà, inevitabilmente, l’architettura comune, rendendo superfluo il ruolo dell’architetto come tradizionalmente concepito

7. Che l’Architettura Vegetale è effimera, passeggera, emozionale. Coglie la stagionalità e la mezza stagionalità del gesto. È profumata in primavera, frivola in estate, melensa in inverno, fica in autunno. Durerà un giorno o mille secoli, dipende dai parassiti e dal fertilizzante

8. Che l’Architettura Vegetale sarà la vitamina culturale del terzo millennio.

Autore

  • Christian De Iuliis

    Nasce, cresce e vive in costa d’Amalfi. Manifesta l’intenzione di voler fare l’architetto nel 1984, rendendolo noto in un tema in quarta elementare, raggiunge l’obiettivo nel 2001. Nel 2008 si auto-elegge “Assessore al Nulla” del suo paese. Nel 2009 fonda il movimento artistico-culturale de “Lo Spiaggismo”, avanguardia del XXI° secolo che vanta già diversi tentativi, falliti, di imitazione. All’attivo ha cinque mezze maratone corse e altrettanti libri pubblicati: “L’Architemario. Volevo fare l’astronauta” (Overview editore, 2014), “Vamos a la playa. Fenomenologia del Righeira moderno” (Homo Scrivens, 2016), "L'Architemario in quarantena. Prigionia oziosa di un architetto" (KDP Amazon, 2020), "L'architetto contro tutti" e "Il Nostromondo - le città invedibili" (2024). Ha ricevuto premi in diversi concorsi letterari. Premio PIDA giornalismo 2020 per la divulgazione dell'architettura. Si definisce architetto-scrittore o scrittore-architetto: dipende da dove si trova e da chi glielo chiede

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Last modified: 12 Marzo 2021