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Monica ZerboniWritten by: Progetti

Scuole d’infanzia: Olanda sempre al top

Scuole d’infanzia: Olanda sempre al top
Tre esempi nel solco di un’esperienza consolidata di spazi per la socializzazione oltre l’apprendimento, su cui s’innestano le istanze dell’eco-compatibilità

 

Fin dai primi anni venti del secolo scorso l’Olanda ha messo in pratica teorie educative sperimentali e, alla ricerca di un legame ideale tra pedagogia e architettura, ha dato forma specifica agli spazi per l’infanzia. Personalità come Jan Duiker e Bernard Bijovet con la loro Scuola all’aria aperta di Amsterdam hanno sancito i principi fondamentali di una scuola “a misura di bambino”, nella quale ogni alunno potesse esprimersi non solo con la mente ma anche con il corpo. Lo spazio, oltre al sapere, è dunque un elemento decisivo per lo sviluppo della personalità. Si tratta di un principio messo in pratica nel secondo dopoguerra da Aldo van Eyck, progettista di decine di parchi gioco (nei vuoti urbani causati dai bombardamenti) e di scuole che si proponevano aperte e articolate, per assumere le caratteristiche d’ideali microcittà. Anche Herman Hertzberger, ex allievo egli stesso di scuole montessoriane, nei suoi progetti scolastici ha celebrato la libertà individuale dei piccoli utenti, plasmando spazi destinati all’interazione collettiva piuttosto che alla passiva acquisizione di nozioni. Oggi la tradizione di un’architettura scolastica dedicata all’esperienza e alla socializzazione si aggiorna, arricchendosi di istanze attuali basate sulla sostenibilità e sulla circolarità.

 

Moke Architecten: scuola Zeven Zeeen a Amsterdam (2017)

A Banne Buiksloot, periferia di Amsterdam, in un contesto caratterizzato da blocchi di appartamenti multipiano, la sagoma bassa e allungata della scuola porta un inatteso tocco di vivacità. Progettato da Gianni Cito, titolare dello studio Moke Architecten, l’edificio si rende riconoscibile per le curiose finestre rotonde e le lucide facciate di piastrelle color rosso acceso. Un tetto inclinato a shed ribadisce il carattere industriale del quartiere e filtra la luce naturale all’interno. Concepita come una mini città per bambini da zero e dodici anni, la scuola riflette i criteri educativi della filosofia Dalton, basata sull’iniziativa individuale. Tutti gli spazi interni sono dipinti a colori tenui. Le aule, ricche di postazioni per il lavoro individuale e di gruppo, sono facilmente riconfigurabili. L’uso estensivo del legno per le partizioni interne, per i soffitti e per tutti gli arredi fissi conferisce agli ambienti un piacevole aspetto naturale. Al centro dell’edificio, un’ampia sala gioco ospita una scala multifunzionale che conduce al livello inferiore e alle aree gioco all’aperto, ma funge anche da tribuna per rappresentazioni scolastiche e da spazio biblioteca. L’edificio è una delle prime scuole in Olanda completamente indipendenti dal punto di vista energetico. La doppia facciata prefabbricata in cemento, insieme ai soffitti a doppia altezza e alla luce zenitale da nord, riduce il surriscaldamento degli spazi durante il giorno e contribuisce al loro raffrescamento notturno.

Atelier PRO: centro per l’infanzia a Vosholen (2019)

La struttura in mattoni rossi del nuovo centro per l’infanzia spicca nel parco della cittadina alla periferia di Groninga. La regione era conosciuta un tempo per l’estrazione della torba, attività testimoniata da alcune vestigia di architettura industriale, oggi conservate come tracce della storia locale. È stato quindi volontà di Atelier PRO, studio con sede all’Aja, inglobare nel nuovo edificio parte di tali strutture. La vecchia caldaia con il relativo camino fungono infatti da fulcro in una composizione di solidi volumi dalle facciate arancio, mentre il caratteristico profilo a falde del tetto conferisce un aspetto tipicamente rurale. Concepita come un mondo dedicato all’infanzia, la scuola ospita molteplici strutture: due istituti primari, un asilo nido, aule per il doposcuola e numerose aree per lo sport. Gli interni, dove prevale il bianco alternato a macchie cromatiche, sono versatili, interscambiabili e facilmente accessibili secondo uno schema che riproduce un sistema urbano di strade e piazze. Partizioni in vetro trasparente delimitano le aule e offrono riconoscibilità ai vari ambienti, tutti con uscite verso l’esterno per garantire facilità di movimento e contatto con l’ambiente circostante. Un’area centrale vetrata, di raccordo tra i vari settori, ospita una scalinata che all’occorrenza si trasforma in cavea per spettacoli teatrali. Dotata di strutture antisismiche, la scuola è stata progettata secondo i criteri del risparmio energetico passivo. I volumi sono compatti e isolati con vetri a tre strati, mentre la ventilazione è bilanciata e controllata con sensori di CO2 in ogni spazio. Ampie vetrature e lucernari a soffitto garantiscono l’ampia diffusione della luce naturale, mentre un sistema di controllo regolamenta l’illuminazione artificiale.

Moke Architecten: scuola Wereldburger a Amsterdam (2021)

Conosciuto in Olanda per la sua ricerca applicata, Moke Architecten sta ultimando il cantiere di una nuova scuola primaria. Si tratta di un esempio di ristrutturazione circolare, in quanto la vecchia scuola preesistente non è stata demolita, ma sottoposta a un completa ristrutturazione utilizzando quasi esclusivamente materiali riciclati. Gran parte della nuova struttura proviene infatti da edifici demoliti o in fase di riconversione, come lo storico complesso di uffici Tripolis, che realizzato da Aldo van Eyck negli anni sessanta e attualmente in fase di rifacimento da parte dello studio MVRDV, ha donato alla nuova scuola il legno che ne rivestiva le facciate. Così come sono di recupero anche i solai, le porte, i serramenti e il pavimento ligneo dell’auditorium. Ampie vetrate trasparenti sostituiscono oggi le tamponature in laterizio del vecchio fabbricato, mentre al piano terra una scala volutamente sovradimensionata – anch’essa in legno riciclato – funge anche punto d’incontro tra gli studenti. Sul fronte impiantistico, l’edificio sarà dotato di pompe di calore ad alta efficienza e di pannelli solari in copertura, al fine di minimizzare i consumi energetici. Questo intervento non rappresenta l’unico esempio di architettura circolare promosso dalla Municipalità. Esso fa parte di un programma basato non solo sulla sostenibilità ambientale, ma anche sul desiderio di conservare la qualità di alcuni edifici del passato e di trasmetterla alle future generazioni attraverso una seconda vita. Con il progetto Amsterdam Circulair la capitale olandese si prepara a diventare entro il 2050 una città circolare al 100% con il fine di promuovere un’edilizia consapevole che riduca l’uso dei materiali e il consumo di territorio.

Immagine di copertina: Scuola Zeven Zeeen a Amsterdam, Moke Architecten 2017, © Theijs Wolzak

Autore

  • Monica Zerboni

    Nata a Torino e laureata presso l’Università Statale di Milano, è giornalista pubblicista, svolge attività giornalistica per testate multimediali e cartacee di settore. È stata corrispondente dalla Germania per le riviste “Abitare” e “Costruire”. Ha maturato esperienze professionali nell'ambito della comunicazione ed in particolare ha lavorato come addetta stampa presso importanti studi di architettura. Ha svolto attività di redazione, traduzione e coordinamento per varie case editrici. Scrive articoli e approfondimenti in italiano, inglese e tedesco per diverse testate specializzate e non, italiane e estere (Abitare, Costruire, Il Sole 24 Ore, In Town Magazine, Frame, Mark, Architektur&Wohnen, HOME, Home Journal, Perspective, Azure, Interiors, Urbis, Urbis Landscape, Vogue Australia ecc.)

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Last modified: 17 Febbraio 2021