Visit Sponsor

Christine DesmoulinsWritten by: Patrimonio

Parigi, 35 proposte per immaginare l’Île de la Cité tra 25 anni

Parigi, 35 proposte per immaginare l’Île de la Cité tra 25 anni

Un dossier, curato da Philippe Bélaval e Dominique Perrault, sulla valorizzazione dei grandi soggetti fondiari dell’isola attraverso la trasformazione parziale del patrimonio delle grandi istituzioni. Le soluzioni in mostra presso la Conciergerie fino al 2 maggio

PARIGI. La consultazione interattiva proposta nell’ambito della mostra “Mission Île de la Cité – Le cœur du cœur” (alla Conciergerie fino al 17 aprile 2017) permette agli affezionati della Senna, della basilica di Notre-Dame e della Sainte Chapelle di dare il loro parere sull’avvenire dell’isola, antica culla di Lutèce, antenata della città di Parigi. La mostra rende conto dei lavori della missione affidata nel 2015 dal presidente della Repubblica François Hollande a Philippe Bélaval, presidente del Centre des monuments nationaux (CMN) e all’architetto Dominique Perrault. Per tracciare l’avvenire dell’«isola-monumento», nell’orizzonte dei prossimi 25 anni, il rapporto consegnato a dicembre sfocia in un progetto urbano evolutivo organizzato in 35 proposte.

La superficie dell’isola frequentata annualmente da milioni di turisti è di circa 22,5 ettari, ma la sua popolazione si limita a 1.168 abitanti. Tra il Palazzo di Giustizia, il mitico Quai des Orfèvres sede della polizia giudiziaria e le due enclavi dell’Hôtel Dieu – l’ospedale ancora in funzione – e della Prefettura, molte grandi istituzioni si spartiscono il territorio.

 

100.000 mq disponibili nel cuore di Parigi

«L’Ile de la Cité testimonia da oltre un millennio un’urbanizzazione organica che punta a lottare contro la Senna, al punto di rompere il suo rapporto con la geografia»

, dice Bélaval. «Essa ha inoltre conosciuto una mutazione violenta, quando Napoleone III e il barone Haussmann hanno attuato nell’Ottocento, con il pretesto dell’urbanistica igienista, un piano di controllo dello spazio pubblico da parte dell’amministrazione a detrimento dell’appropriazione da parte dei cittadini. Oggi, grandi piazze vuote rivelano un’isola abbandonata dai parigini, dove nobili facciate mascherano la relazione paradossale di un’amministrazione pubblica con il suo costruito, che è al contempo fonte della sua inadeguatezza e della sua fierezza». Evocando le sistemazioni realizzate sull’isola dei musei a Berlino, Bélaval considera essenziale «mostrare al mondo che la Francia è in grado di affrontare una riflessione su tale luogo sensibile. Cuore di Parigi, esso non è stato l’oggetto di un progetto di sistemazione globale da parte dei poteri pubblici dopo che i grandi lavori di Haussmann hanno sconvolto la nostra percezione, con la circolazione nord-sud che l’attraversa, mentre un sopralluogo mostra l’ampiezza degli spazi inutilizzati».

Il dossier, che mette in prospettiva storia e geografia del sito iscritto al Patrimonio Unesco per rivelarne le potenzialità, sopraggiunge mentre si registrano altre evoluzioni in corso nel centro di Parigi (Samaritaine, Poste du Louvre, trasformazione della Borsa di commercio a uso della Fondation Pinault). Sull’isola stessa, si profilano il trasloco del Tribunale nell’edificio in costruzione firmato RPBW nel quartiere di Batignolles e quello della Polizia giudiziaria, nonché la riconfigurazione dell’Hôtel Dieu. Incrociando interessi politici, economici, urbani, architettonici, culturali, turistici e ambientali, le 35 proposte intendono nutrire una riflessione globale coinvolgendo tutti gli attori pubblici e privati, soprattutto le grandi amministrazioni presenti sul sito.

Oltre alla riconquista delle rive della Senna, si prefigura di coprire alcune corti delle grandi entità monumentali tramite vetrate o cupole – dispositivo che ha fatto le sue prove nell’operazione Grand Louvre -, e di configurare grandi piazze “all’italiana”. «Mantenendo le coerenza architettonica dell’insieme, abbiamo voluto rivelare le possibilità del sito investendone gli spazi nascosti, le corti interne, i passaggi e i sotterranei per densificare un luogo dove la superficie fondiaria disponibile è stimata in oltre 100.000 mq», precisa Perrault.

Un vero quartiere

Le grandi linee del progetto consistono dunque nel fare dell’isola “un vero quartiere”: valorizzando l’attraversamento longitudinale e ciascun isolato; realizzando nuove sistemazioni; densificando i vuoti e gli spazi pubblici; restituendo porosità nei grandi isolati amministrativi e ospedalieri per ridare fluidità ai percorsi pedonali e agli spazi pubblici, connettendoli meglio con la rete dei trasporti pubblici. È inoltre ipotizzata la trasformazione del mercato dei fiori in una grande serra che ospiti anche altre attività in connessione con la metropolitana.

Lasciando accessibile ai veicoli il grande asse centrale del boulevard, si propone di scavalcare la Senna tramite due passerelle pedonali a ovest, realizzando un imbarcadero per accedere in battello alla spianata di Notre-Dame. Inoltre, s’intende rivedere tutta la circolazione riservando la riva destra (nord) alle automobili e alla logistica, destinando invece la riva opposta a passeggiata pedonale che sboccherebbe in una piazza all’estremità a monte (est), con attività sportive e di svago installate su piattaforme galleggianti sull’acqua.

Una vasta piazza è prevista tra il Palazzo di giustizia e l’Hôtel Dieu, così come una galleria sotterranea per connetterli. Quanto alla piazza della cattedrale, è previsto di farne una spianata il cui pavimento vetrato rivelerà la cripta archeologica, oltre ad attrezzature per l’accoglienza dei visitatori del sottosuolo.

Altro elemento cardine: valorizzare l’insieme Sainte Chapelle/Conciergerie ristabilendo legami tra i due monumenti e rimodellandone gli accessi a vocazione turistica dal boulevard centrale. Ciò acquisterà tanto più senso, visto che l’entrata principale del Palazzo di giustizia sarà riportata verso place Dauphine, laddove era d’altronde prevista in origine.

Eccezion fatta per la hall in vetro evocata per il mercato dei fiori, non sono previsti interventi ex novo; le sistemazioni di piazze, corti coperte e spazi ipogei volti a connettere tra loro gli edifici saranno frutto di altrettanti concorsi di architettura. Per garantire l’attrattività dell’isola, richiamare gli abitanti e predisporre un mix funzionale, Bélaval e Perrault puntano anche sulla privatizzazione di un certo numero di spazi per realizzare abitazioni e attività commerciali. Si sono anche ipotizzati negozi al piano terra dei padiglioni dell’Hôtel Dieu di fronte alla piazza di Notre-Dame o davanti alla Senna, così come per il lato sud della Prefettura. Al Palazzo di giustizia è probabile che altre entità giudiziarie e il Museo dell’Avvocatura profittino delle superfici liberate dal Tribunale. Il recinto dell’Hôtel Dieu, dove un programma misto è da tempo allo studio, sarà riaperto alla vita urbana. Le corti coperte e l’estensione ipogea permetteranno di modernizzare il polo ospedaliero.

 

I tempi

Se la pedonalizzazione delle rive a sud è realizzabile a breve termine, il calendario che individua l’orizzonte del 2024 per la grande piazza tra Palazzo di giustizia e Hôtel Dieu, e quello del 2040 per una maggiore apertura al pubblico di tutte le “fortezze” istituzionali, sono più aleatori

. Non essendo stato messo in conto da parte dell’attuale governo il budget necessario per la realizzazione dei grandi lavori, tale visione figura, al momento, come utopia urbana. Se s’ignora cosa sarà di tale dossier a seguito degli incerti esiti delle elezioni presidenziali di maggio e delle successive legislative, l’eventuale attribuzione – in autunno – delle Olimpiadi 2024 a Parigi, come auspicato dalla prima cittadina Anne Hidalgo, potrà dare un’accelerazione al progetto.

Fondato su un resoconto dei luoghi e sul compendio dei piani e delle informazioni finora disperse, tale dossier ha come primo merito di aprire il dibatitto sulla valorizzazione dei grandi soggetti fondiari dell’isola attraverso la trasformazione parziale del patrimonio delle grandi istituzioni. L’iter punta anche sulla forza di un progetto globale per superare i molti ostacoli tecnici, giuridici e finanziari connaturati a una simile iniziativa.

Su un sito il cui valore patrimoniale è mondialmente riconosciuto, al di là di azioni di razionalizzazione e densificazione, o di gestione dei flussi, la delicatezza degli interventi contemporanei, la raffinatezza delle articolazioni urbane e l’apporto di un plusvalore poetico devono essere degli elementi necessari quanto l’eventuale preparazione delle Olimpiadi 2024 o dell’Esposizione universale 2025, per la quale la Francia si candida parimenti.

 

LEGGI L’ARTICOLO IN LINGUA ORIGINALE

Immagine di copertina: le nouveau parvis de Notre-Dame © Dominique Perrault Architecture DPA-ADAGP

Autore

  • Christine Desmoulins

    Giornalista e critica di architectura francese, collabora con diverse riviste ed è autrice di numerose opere tematiche o monografiche presso diverse case editrici. E’ anche curatrice di mostre: in particolare «Scénographies d’architectes» (Pavillon de l’Arsenal, Parigi 2006), «Bernard Zehrfuss, la poétique de la structure» (Cité de l’Architecture, Parigi 2014), «Bernard Zehrfuss, la spirale du temps» (Musée gallo romano di Lione, 2014-2015) e «Versailles, Patrimoine et Création» (Biennale dell'architettura e del paesaggio, 2019). Tra le sue pubblicazioni recenti: «Un cap moderne: Eileen Gray, Le Corbusier, architectes en bord de mer» (con François Delebecque, Les Grandes Personnes et Editions du Patrimoine, 2022)

    Visualizza tutti gli articoli

About Author

(Visited 1.577 times, 1 visits today)
Share

Tag


,
Last modified: 29 Marzo 2017