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Francesca RosaWritten by: Progetti

MUNDA, tassello della rinascita d’Abruzzo

MUNDA, tassello della rinascita d’Abruzzo

Visita alla nuova sede del Museo Nazionale d’Abruzzo all’Aquila. Bilancio a un anno dall’apertura

 

L’AQUILA. Un efficace progetto culturale, finalizzato a recuperare l’identità e la storia del territorio abruzzese colpito dal sisma nel 2009, ha guidato la trasformazione dell’ex Mattatoio comunale in nuovo spazio espositivo del Museo nazionale d’Abruzzo. Nella ricostruzione post-sisma, questa operazione di restauro e riqualificazione funzionale di un ex edificio industriale ottocentesco emerge per molte ragioni.

Il nuovo spazio, denominato MUNDA e inaugurato nel dicembre 2015, accoglie una selezione di oltre cento opere provenienti soprattutto dalla sede storica del Museo nazionale ubicata nel Castello cinquecentesco, lesionato dal terremoto e in corso di restauro. La struttura espositiva è stata realizzata a partire dal 2010 con finanziamenti del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo nell’ambito del progetto MUMEX relativo al potenziamento dei poli museali e dei siti archeologici delle regioni italiane meridionali, finalizzato anche a nuove opportunità di crescita economica e sociale.

 

Tra recupero, restauri e… concorsi sulla carta

L’intervento abruzzese può essere considerato all’avanguardia sia dal punto di vista della sostenibilità, grazie al recupero di una parte del patrimonio di archeologia industriale, sia dal punto di vista tecnico, grazie al miglioramento del comportamento strutturale e della risposta sismica dell’edificio attraverso un innovativo sistema di consolidamento delle murature perimetrali, imbrigliate in fasce di acciaio inossidabile e fornite di uno stato di precompressione triassiale (Sistema CAM – Cuciture attive per la muratura).

Il nuovo museo si trova a Borgo Rivera, area strategica per la storia della città e ricca di testimonianze artistiche come la Fontana delle 99 cannelle, primo monumento restaurato dopo il sisma, la chiesa di San Vito, prossima alla riapertura dopo il restauro e consolidamento, e un tratto delle mura medievali, ormai quasi totalmente recuperate e valorizzate. Nell’area dell’ex Mattatoio, già destinato al MUNDA, subito dopo il terremoto era stato previsto anche un intervento contemporaneo, attraverso un concorso di progettazione bandito nel 2010 dagli Ordini professionali locali con l’Assessorato comunale alla Ricostruzione. Il concorso, espletato ma rimasto sulla carta, era finalizzato alla realizzazione di una struttura polivalente per l’arte e l’artigianato artistico – con galleria espositiva, sala congressi, uffici, servizi e parcheggi – che avrebbe contribuito a valorizzare Borgo Rivera.

 

Il progetto

Il MUNDA, realizzato secondo un progetto di restauro curato dal MiBACT e con un allestimento museografico di Gianni Bulian, comprende ambienti espositivi, spazi per l’accoglienza e le attività didattiche, uffici, servizi. Gli interni sono segnati dall’efficace equilibrio tra la preesistenza, con le originali capriate di copertura e le strutture metalliche per la macellazione lasciate in vista, e le soluzioni allestitive e illuminotecniche adottate. Tra queste si segnalano, in particolare, le piastre in grado di oscillare in caso di vibrazioni sismiche collocate a sostegno delle sculture, e i led incastonati nei pavimenti a sottolineare come guide luminose il percorso espositivo.

 

Le opere

Reperti, opere e manufatti, attribuiti soprattutto ad artisti e maestranze locali, sono disposti nelle sale secondo un percorso cronologico e tematico, e illustrati attraverso pannelli con didascalie a stampa. La prima sala accoglie i reperti archeologici, alcuni dei quali rinvenuti in recenti campagne di scavo e ancora inediti. Nelle altre ampie sale sono esposte opere d’arte sacra abruzzese dall’XI al XVIII secolo, tra cui emergono le sculture policrome medievali in legno e quelle rinascimentali in terracotta, e le pitture tardogotiche su tavola come alcuni polittici. Espressivi del Manierismo e del Seicento abruzzese sono soprattutto i dipinti su tela caratterizzati da soggetti naturalistici o religiosi come quelli, di scuola napoletana, provenienti dalla collezione Cappelli acquisita negli anni settanta dal Comune.

Fanno parte della selezione alcune opere che, ubicate originariamente in chiese danneggiate dal terremoto, sono state restaurate grazie a finanziamenti pubblici e privati provenienti anche da istituzioni estere. Nel corso dei restauri condotti da più laboratori sono state messe a punto metodologie innovative, foriere di nuovi contributi alla disciplina, e sono state intraprese nuove ricerche scientifiche sulle opere. Attraverso l’esposizione, lo studio e la valorizzazione di questo ricco e ancora poco conosciuto patrimonio artistico abruzzese e di opere altrimenti perdute, il MUNDA si conferma un museo impegnato a “ricostruire”, conservare e condividere l’eredità culturale del territorio e della comunità, cruciale per riattivare potenzialità attrattive e sviluppo economico. Per la crescita di questi fragili territori appenninici, parti vitali del paesaggio italiano da proteggere e valorizzare, potrebbe essere vantaggioso potenziare sinergie tra il patrimonio storico-artistico e le realtà imprenditoriali più colte, attive nella promozione del turismo e delle peculiarità paesaggistiche, e con gli ambiti creativi e produttivi particolarmente attenti alle eredità culturali più preziose o a rischio di oblio.

Il direttore del MUNDA Mauro Congeduti spiega che presso il museo, dotato di una postazione video e di uno schermo interattivo, sono operativi un laboratorio didattico rivolto in particolare alle scuole, e il servizio di visita guidata. Didattica e visite sono curate dall’Associazione culturale D-MUNDA convenzionata con il Polo Museale d’Abruzzo e costituita da giovani laureati che, abilitati all’esercizio della professione di guida turistica, hanno svolto il tirocinio formativo proprio presso il museo.

 

L’allestimento

Ispirato a moderni criteri museografici, evidenzia il legame delle opere con gli edifici sacri e i monumenti da cui provengono; legame che sarà approfondito anche grazie a un sistema informativo interno, al quale si sta lavorando, basato su codici QR accessibili tramite smartphone e tablet. In tal modo, per ogni opera saranno disponibili oltre alle informazioni sulla storia e sui restauri, anche approfondimenti sull’originaria collocazione, facilitando la sua contestualizzazione storica e geografica, e stabilendo connessioni con altri musei e complessi monumentali del territorio.

I criteri di polifunzionalità che informano l’organizzazione degli spazi interni ed esterni del museo rafforzano il ruolo di laboratorio aperto a più attività e iniziative culturali. In particolare, l’ampia sala dedicata all’arte francescana abruzzese ha accolto concerti di musica da camera, rappresentazioni, presentazioni di libri, conferenze ed esposizioni temporanee a tema; come quella, conclusasi a dicembre 2016, dedicata a Tommaso da Celano, primo biografo di San Francesco. Nella stagione estiva anche gli spazi esterni dell’edificio, i cortili e l’ampio parcheggio, ospitano spettacoli di teatro e danza. Il museo è stato anche inserito tra gli scenari della Perdonanza Celestiniana, manifestazione storico-religiosa aquilana inserita tra i “Patrimoni d’Italia per la tradizione” e prevista ogni anno a fine estate, la cui ultima edizione è stata annullata a causa degli ulteriori eventi sismici.

 

Bilanci e prospettive

Il MUNDA ha avviato il suo secondo anno di attività registrando uno dei più alti afflussi di visitatori tra i musei della regione, e arricchendo la sua collezione di ulteriori importanti opere restaurate dopo il sisma. Inoltre, come rivela Congeduti, nei prossimi mesi sarà avviata una nuova fase di lavori per potenziare l’ingresso del museo più vicino alla Fontana delle 99 cannelle, tra i monumenti più visitati dell’Aquila. A tal fine saranno restaurati due edifici in muratura addossati rispettivamente alle mura civiche presso Porta Rivera e al fianco meridionale della chiesa di San Vito, antistante alla Fontana. Gli edifici sono destinati ad accogliere una caffetteria e un bookshop, ampliando così gli spazi di accoglienza del museo e contribuendo a consolidare la vocazione culturale e turistica dell’intero Borgo Rivera attualmente in ricostruzione.

Autore

  • Francesca Rosa

    Laureata in architettura, acquisisce nel 2002 il titolo di dottore di ricerca in Ingegneria edile presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza. Iscritta dal 1996 all’Ordine degli Architetti di Roma, svolge attività professionale autonoma effettuando consulenze nel settore dei Beni culturali. Ha partecipato a progetti di ricerca presso l'Accademia Nazionale di San Luca, le Facoltà di Ingegneria dell’Università di L’Aquila e di Roma La Sapienza e la Facoltà di Architettura del Politecnico di Bari. Ha collaborato con il portale web Archinfo.it e con la rivista «Hevelius' Webzine». Ha fatto parte della redazione web di AAA/Italia e della redazione di «DOCOMOMO Italia Giornale». Dal 2012 è responsabile dei social media per DOCOMOMO Italia onlus. Autrice di voci per il Dizionario biografico «Allgemeines Künstlerlexikon». Svolge attività di studio e di ricerca seguita da pubblicazioni relative al patrimonio architettonico moderno e contemporaneo

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Last modified: 23 Febbraio 2017