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Antonello AliciWritten by: Biennale di Venezia

Finlandia, Norvegia, Svezia: “In Therapy: Nordic Countries Face to Face”

Finlandia, Norvegia, Svezia: “In Therapy: Nordic Countries Face to Face”

VENEZIA. L’iconica immagine di una stazione della National Tourist Route norvegese – nel dialogo tra i paesaggi millenari fatti di granito, acqua e foreste, e la leggerezza di linee e materiali dell’architettura contemporanea – racchiude l’essenza più consumata dello “spirito nordico”.

“In Therapy: Nordic Countries Face to Face” vuol essere – secondo i curatori David Basulto e James Taylor-Foster – la presa d’atto della presenza dei “fantasmi” dell’architettura scandinava. Tra questi sono senz’altro Sverre Fehn, Alvar Aalto e Jan Gehl, presenze imponenti nei tre padiglioni contigui dei Paesi Nordici, della Finlandia e della Danimarca ai Giardini della Biennale.

La terapia proposta da due osservatori esterni come Basulto e Taylor-Foster nel padiglione disegnato nel 1958 da Fehn si materializza in una grande piramide a gradoni di pino svedese che replica all’interno, anche nelle dimensioni degli alzati, quella in cemento che domina l’esterno. La piramide-ziqqurat invita il pubblico alla sosta, al dibattito, all’osservazione da posizione insolita, in un gioco di rimandi tra interno ed esterno. Sui suoi gradini il visitatore trova, in forma di blocchi di appunti, le schede delle 300 opere selezionate attraverso una open call a rappresentare lo stato di salute dell’architettura dei tre Paesi Nordici. Ne risulta una massiccia indagine sulla produzione degli ultimi otto anni, distinta nelle categorie di Foundational, Belonging, Recognition, che mira ad infrangere l’immagine cristallizzata di Svezia Finlandia e Norvegia e a svelarne le differenze nelle nuove sfide a cui il fronte dell’architettura è chiamato, “dalle preoccupazioni per la crescente domanda di immigrazione e integrazione sociale, all’invecchiamento della popolazione e al riallineamento in una nuova, o imminente, economia post-industriale“.

Dalla piramide, la ‘”terapia” prosegue in appositi salottini da psicanalisi dove è possibile ascoltare le confessioni dei maestri contemporanei della scena nordica.

L’intera selezione di progetti è sul sito http://intherapy.arkdes.se

 

Commissario: ArkDes, The Swedish Centre for Architecture and Design (Sweden) Commissario Aggiunto: The Finnish Museum of Architecture (Finland) and Nasjonalmuseet (Norway) Curatore: David Basulto, James Taylor­‐Foster Sede: Giardini

Autore

  • Antonello Alici

    Architetto, laureato nel 1986 alla Facoltà di Architettura di Firenze, è professore associato di Storia dell’architettura all’Università Politecnica delle Marche. Le sue ricerche, oltre la tesi di dottorato sulle chiese a pianta centrale del Rinascimento in Umbria, privilegiano i Paesi Nordici, in particolare Finlandia e Svezia, seguendo le traiettorie di viaggio degli architetti tra Baltico e Mediterraneo. Nel 2017 e 2020 è stato Visiting Scholar presso il Martin Centre for Architectural and Urban Studies e il St John’s College (Università di Cambridge). Dal 2015 è Visiting Professor presso la Silpakorn University di Bangkok. Ha promosso il Comitato scientifico per il Centenario di Giancarlo De Carlo presso l’Accademia Nazionale di San Luca, oltre a essere membro del Comitato scientifico del Centro Studi Vitruviani di Fano, fondatore e direttore della summer school "The Culture of the City. Understanding the Urban Landscape", dal 2017 impegnata nei paesaggi della ricostruzione del terremoto. Tra le pubblicazioni recenti: "The Journey to the North. The Italian Cultural Institute in Stockholm in the context of the relationships between Swedish and Italian Architects", in "Enchanting Architecture" (Five Continents, 2021); "Franco Albini and Leslie Martin: a parallel working life", in "Postwar Architecture Between Italy and the UK. Exchanges and transcultural influences" (UCL Press, 2021)

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Last modified: 31 Maggio 2016