Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un’imprenditrice edile italiana che opera in Brasile nell’abito di un programma governativo
Faccio parte d’un gruppo d’imprenditori italiani che ha costituito un consorzio di 20 società per costruire case popolari nella metropoli di Natal, capitale dello Stato del Rio grande do norte (nel Nordeste) e ambita meta turistica per il clima e la natura incontaminata che la contraddistinguono. Il progetto partecipa al programma governativo Miha Casa Minha Vida, lanciato nel 2009 dall’allora presidente Luiz Inácio Lula da Silva con lo scopo di favorire, per tanti cittadini meno abbienti, l’accesso alla proprietà della casa. I beneficiari si dividono in tre fasce di reddito. Noi ci occupiamo delle cosiddette Faixa 2 e 3: i futuri proprietari percepiscono cioè un reddito che va dai 1.600 ai 5.000 real. Gli interessati all’acquisto scelgono gli immobili, quindi accedono ai finanziamenti concessi dalla Caixa econômica federal o dal Banco do Brasil. La nostra organizzazione entra in contatto con l’acquirente e gli fornisce – attraverso i corrispondenti bancari di quegli istituti – tutta l’assistenza per ottenere il finanziamento. Il pagamento dell’abitazione avviene direttamente, e per intero, nelle casse della nostra società, soltanto al momento della consegna delle chiavi alla famiglia. Questa modalità è garanzia dell’intervento.
Stanchi delle difficoltà che, in Italia, perdurano nella filiera delle costruzioni, abbiamo invece notato che i risultati nel paese latino americano possono essere incoraggianti laddove ci siano spirito d’iniziativa e voglia di mettersi in gioco. Il nostro progetto è aperto agli apporti di altri imprenditori e, accanto al profitto, per noi conta anche l’aspetto etico: è una soddisfazione poter consegnare le chiavi di casa a famiglie che prima non potevano permettersela. Le tipologie su cui si basano i nostri interventi di social housing sono semplici, in linea con le attese degli utenti: villette a schiera su un unico piano, circondate da un piccolo giardino con accessi pedonali e carrai separati; sul retro uno spazio riservato a orticello o area barbecue.
La collaudata formula del progetto chiavi in mano può rappresentare un richiamo d’interesse anche per potenziali committenti non più disposti a investire in Italia. D’altro canto, ciò può diventare opportunità lavorativa per progettisti disposti a cambiare scenario, pur di esercitare la professione per cui si sono formati, ridando slancio a un entusiasmo che troppo spesso, nel Vecchio continente, abbiamo notato perdersi lungo la strada delle difficoltà e degli ostacoli legislativi e burocratici.
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brasile , social housing
Last modified: 17 Febbraio 2016