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Cristina FiordimelaWritten by: Progetti

La Tour Eiffel è un museo a cielo aperto

Parigi. Ferro, vento, vuoto. Obliquità, geometria, trasparenza. Ascesa, vertigine, contemplazione. Il riallestimento del primo piano della Tour Eiffel, disegnato dallo studio Moatti & Rivière (a cui è stato assegnato il progetto dopo diversi concorsi e appalti), è l’occasione per ripensare al rapporto tra monumento e città. L’approccio museografico è la chiave di lettura proposta dai progettisti, vincitori di un concorso a inviti, per rileggere un tema architettonico sul quale si sono già cimentati André Granet (1937) e François Dhôtel (1981). L’originalità del progetto sta nella scelta di trasferire sul piano museale la riorganizzazione funzionale dei servizi di accoglienza del pubblico. Un programma che investe la composizione dei due padiglioni Eiffel e Ferrie, dalla definizione volumetrica alla scelta di materiali e tecnologie costruttive, e che si estende al rivestimento della costruzione che ospita il ristorante «58» e alla riconfigurazione delle zone di attesa agli ascensori, adeguate a ricevere un numero sempre crescente di visitatori. La definizione di aree pedagogiche, volte a mostrare la Tour Eiffel come museo di se stessa e a guidare il pubblico nell’esplorazione della città dai 58 m del primo livello ai 276 del terzo, così come l’inserimento di elementi di connessione, verticali e in quota, atrii, gallerie, passaggi, sono studiati per favorire l’intreccio di molteplici visioni che dalla struttura di Eiffel affondano nel paesaggio urbano, come una sorta d’iniziazione sensoriale e intellettiva che culmina alla sommità della torre dove la vacuità lascia il posto all’immaginazione. Assoggettata all’«influenza visiva e materica» dell’inclinazione dei pilastri, l’architettura delineata da Moatti & Rivière è latrice di una ricerca che riprende i temi d’allestimento museale «en plein air» e che pone al centro del progetto museografico le interazioni tra spazio e immagine. Effetti di trasparenza e riflessione, controllati dalle leggi matematiche che regolano l’assemblaggio delle parti vetrate, catturano e riverberano i flussi del pubblico sovrapponendoli alle videoproiezioni delle installazioni multimediali e alle diverse prospettive ottiche che inquadrano dettagli dell’ingegneria costruttiva di Eiffel, dando vita a un’unica dimensione narrativa tra reale e virtuale.
L’assegnazione del progetto è l’esito di una serie di concorsi e appalti banditi tra il 2008 e l’ottobre del 2010. È previsto che i lavori comincino nell’aprile 2012 per concludersi nel dicembre 2013, con un investimento complessivo di 21,5 milioni. La Tour Eiffel appartiene alla città di Parigi che dal 2005 ne ha affidato la gestione a Sete (Société d’exploitation de la Tour Eiffel, società anonima mista locale, dove il Comune partecipa con il 60%), nell’ambito di una cessione del servizio pubblico di dieci anni. Nel 2010 il volume di affari di Sete è stato di 66,5 milioni.

Autore

  • Cristina Fiordimela

    Architetta museografa, docente al Politecnico di Milano. Insegna architettura degli interni, exhibition design e si relaziona con le arti contemporanee (commons), di cui scrive su riviste specializzate italiane e internazionali. La museografia è il filo rosso che attraversa sia l’impegno teorico, sia la progettazione e la messa in opera di allestimenti che riguardano le intersezioni sensibili all’arte, alla scienza e alla filosofia, in sinergia con enti universitari, musei e istituti di ricerca. L’indagine su media art come dispositivi di produzione artistica in commoning è l’ambito di studio e di sperimentazione delle attività più recenti, da cui prende corpo con Freddy Paul Grunert, Lepetitemasculin, dialogo nello spazio perso, iniziato al Lake County, San Francisco

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Last modified: 10 Luglio 2015