Visit Sponsor

Written by: Città e Territorio

Centro Niemeyer: le Asturie come Bilbao

Avilés (Spagna). Regalo di compleanno doppio per Oscar Niemeyer, che il 15 dicembre scorso ha compiuto 103 anni e ha assistito (personalmente e virtualmente) all’inaugurazione di due delle sue ultime opere realizzate: entrambe battezzate con il suo nome, la Fondazione di Niterói, in Brasile, al cui atto ha partecipato personalmente, e il Centro culturale sorto dall’altro capo dell’Atlantico, nella cittadina asturiana di Avilés, il cui atto è stato soprattutto simbolico, visto che il complesso non è ancora terminato. Prima e unica opera dell’architetto brasiliano in Spagna (e, secondo le sue parole, la più importante realizzata in Europa), il bianchissimo Centro che porta l’inequivocabile firma di Niemeyer è costato poco più di 43 milioni e nessun emolumento per l’autore, che non ha emesso parcella. Il progetto nasce infatti come regalo da parte di Niemeyer alla Fondazione Principe de Asturias, che lo aveva premiato nel 1989. 
Con il coinvolgimento del Governo del Principato delle Asturie, il progetto passa di mano e di proprietà, e viene finalmente individuato il terreno su cui sarà realizzato. Si tratta di Avilés, terza cittadina della regione per dimensione, che più di Oviedo e Gijón ha bisogno di rilanciare la sua immagine ed economia, dopo un passato portuale e industriale fiorente e il degrado dovuto al rapido smantellamento delle strutture produttive. La trasformazione dei terreni industriali vede un passaggio significativo quando nel 2008 viene istituita la società a partecipazione pubblica «Isola dell’Innovazione», che ha come obiettivo il recupero di un’area di 575.000 mq di terreni occupati un tempo da un’azienda siderurgica, situati al di là del fiume che confina con il centro storico. 
Avilés ha voluto legare al suo nome non solo quello dell’architetto brasiliano, ma anche quello di Norman Foster (anche lui insignito del Premio Principe de Asturias nel 2009), che nel luglio 2010 si è aggiudicato il concorso per realizzare il masterplan della Isla in veste di collaboratore di Arup Ingegneria, Tecnia e Taller de Arquitectura. Il progetto, sulla scia di un piano precedente, prevede un mix funzionale di residenza, uffici, commercio, spazi espositivi e congressuali, con grande enfasi posta sulla sostenibilità e sul verde, privilegiando la mobilità ciclopedonale. 
Il punto di partenza di questo progetto di rinnovamento è dunque la cultura e la punta di diamante è il Centro Niemeyer, che sarà ufficialmente terminato a marzo. A due anni dall’inizio dei lavori, l’atto inaugurale ha aperto le porte di un complesso composto da quattro edifici distribuiti su una superficie di circa 17.000 mq; quattro volumi caratterizzati dalle linee curve e dalla presenza imperante del cemento armato: la cupola museale, l’auditorium, la torre panoramica e l’edificio polivalente, di cui solo quest’ultimo e la cupola sono già conclusi. 
Il disegno originario di Niemeyer prevedeva una grande spianata su cui spiccavano solitari l’auditorium e la cupola collegati da una sinuosa passerella a livello della piazza, a cui successivamente si sono aggiunti la torre panoramica dedicata all’arte gastronomica e, per necessità funzionali, l’edificio multiuso a sviluppo curvilineo che ospita uffici, sale conferenze, sale prova e una sala proiezioni. 
Situata al di là del fiume che separa la città dai terreni a vocazione industriale, e collegata a essa da due passerelle pedonali (estranee al progetto di Niemeyer), la grande piazza di oltre 5.000 mq, capace di accogliere 10.000 persone, si propone come un nuovo spazio di aggregazione urbana: fulcro del progetto, vi si apre letteralmente l’auditorium, grazie a un’enorme apertura posta dietro al palco che consente di trasformare la piazza in platea. La geometria curva della cupola museale, con il suo diametro alla base di 55 m e un’altezza di 18 m, ha fatto notizia per la modalità di realizzazione dei cementi armati: una tecnica pionieristica particolarmente rapida e sicura che, invece di usare il cassero tradizionale, si è servita di una membrana gonfiabile e pressurizzata di Pvc, supportata da una maglia esterna faccia a vista in poliestere di colore bianco, all’interno della quale è stato gettato a spruzzo prima l’isolante ad alta densità e poi il cemento ad alta resistenza.
La reticenza a volare (e l’età) hanno tenuto Niemeyer lontano da Avilés, visitata tuttavia costantemente dal suo collaboratore e amico Jair Valera, che ha lavorato fianco a fianco con un’equipe di giovani architetti locali. 
Con il momento difficile che sta attraversando l’economia spagnola, anche le cifre destinate alla cultura vengono ritagliate, di un 14% nella fattispecie quelle messe a disposizione del governo Asturiano per il 2011, cosa che non impedirà al Centro Niemeyer di essere terminato nei tempi previsti, ma che è probabile possa portare a qualche piccola modifica in corso d’opera.

Autore

  • Francesca Comotti

    Laureata in architettura al Politecnico di Milano nel 1998, dopo alcuni anni come libero professionista rivolge la sua attenzione al mondo editoriale, formandosi presso la redazione della rivista «Area» e il settore libri di Federico Motta Editore. La tesi in urbanistica, con i professori Giancarlo Consonni e Giuseppe Turchini le apre (inconsapevolmente) la strada verso quella che è diventata la sua città di adozione, Barcellona, dove risiede dal 2004. Da qui consolida il suo percorso professionale come giornalista freelance specializzata in architettura contemporanea, collaborando stabilmente con alcune testate di settore italiane e come corrispondente per «Il Giornale dell’Architettura». Per la casa editrice spagnola Loft Ediciones ha pubblicato come co-autrice «Atlas for living», «Atlas de arquitectura del paisaje» e «Sketch landscape»

    Visualizza tutti gli articoli

About Author

(Visited 192 times, 1 visits today)
Share
Last modified: 10 Luglio 2015