Percorso espositivo tradotto in libro sullarte del progetto (bilingue italiano e inglese) e monografia fondata sul regesto completo delle opere: due approcci distinti da cui prendono avvio gli ultimi studi pubblicati rispettivamente sullopera dei milanesi Angelo Mangiarotti e Bruno Morassutti.
Mangiarotti di Beppe Finessi riflette, sia nel taglio critico, sia nellorganizzazione dei contenuti impaginati da Italo Lupi, una duplice identità: racconto rivolto al pubblico indifferenziato della mostra «Angelo Mangiarotti Scolpire/Costruire» allestita nellautunno scorso presso la Casa del Mantegna a Mantova, e al contempo lettura trasversale dellopera del maestro, oscillante tra architettura, design e scultura. Ambiti disciplinari dissolti nel discordo narrativo volto a mostrarne lunificazione nellidea di spazio, palesata nelle equazioni «progettare come scolpire» e «progettare come costruire», a cui corrispondono i due capitoli principali del volume, a loro volta articolati in spaccati tematici e chiosati dagli interventi di Marco Meneguzzo e Toyo Ito. Leloquenza artistica degli schizzi e dei disegni dimostrativi è potenziata dal tratto grafico di Lupi. Svincolate dallordine progressivo delle pagine, le note ai progetti scritte da Matteo Pirola costituiscono lossatura su cui simposta la rassegna dei 100 lavori esposti, precisamente descritti nei principi ideativi e costruttivi.
I saggi, il rigore adottato nellorganizzazione delliconografia, nella stesura delle schede descrittive e, in chiusura, del regesto completo delle opere e della bibliografia, manifestano il carattere scientifico e filologico della monografia Bruno Morassutti 1920-2008, opere e progetti, di Giulio Barazzetta e Roberto Dulio, per la collana Documenti di architettura di Mondadori Electa. Il progetto editoriale prende corpo insieme a Morassutti che tuttavia si limita a fornire agli autori i materiali, senza intervenire nellanalisi dei progetti, contribuendo in tal modo alla costruzione di un affresco particolareggiato e corale, dischiuso a commenti critici inediti. Tra tecnica e forma di Angelo Torricelli evoca i tratti peculiari della figura di Morassutti. Dulio si concentra invece sulle esperienze formative e professionali degli anni giovanili. Dal soggiorno a Taliesin sinnesta il racconto di Roberta Martinis teso a dipanare lapporto di Morassutti nei progetti di Angelo Masieri condivisi con Carlo Scarpa. Dallo scritto di Augusto Rossari Modernità Alpina emerge «la capacità di Morassutti nel padroneggiare magistralmente gli aspetti tecnici e costruttivi volgendoli in visibile sostanza delle forme dellarchitetura». Il rapporto con il design è sviluppato da Francesco Scullica, già autore di Bruno Morassutti. Quattro realizzazioni e un percorso metodologico (Franco Angeli, 1999). Dalle immagini appese nell«ovale» dello studio milanese in via Quadronno, Barazzetta (autore del restauro della chiesa Mater Misericordiae a Baranzate, progettata dai due maestri negli anni cinquanta) ripercorre lopera di Morassutti strutturandola secondo le parole-chiave Capannoni, Case, Istituzioni.
A gennaio lo studio Mangiarotti si è trasferito in viale Coni Zugna a Milano; questa è anche la nuova sede dellarchivio opere, per la cui gestione si è costituito il Trust Fondazione Angelo Mangiarotti.
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