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DEVOTIO 2026: lo spazio liturgico come progetto culturale

DEVOTIO 2026: lo spazio liturgico come progetto culturale
Architettura, arte e liturgia in una proposta che mette al centro il patrimonio ecclesiastico non solo come luogo da tutelare o abitare, ma risorsa capace di generare senso, responsabilità e futuro

 

Dal 31 gennaio al 3 febbraio, negli spazi di BolognaFiere, DEVOTIO 2026 conferma il proprio ruolo di riferimento come fiera internazionale del mondo religioso. Un appuntamento consolidato che, negli spazi di BolognaFiere, riunisce aziende, istituzioni ecclesiastiche, progettisti e operatori specializzati nei settori dell’arte sacra, dell’arredo liturgico, dell’editoria religiosa, della musica, del restauro e dei servizi per gli edifici di culto.

All’interno di questo contesto fieristico si colloca il programma culturale DEVOTIO LAB, pensato in modo specifico per architetti, progettisti e professionisti del settore che possono derivarne – previa iscrizione – crediti formativi professionali: un aspetto che qualifica DEVOTIO non solo come luogo di esposizione, ma anche come occasione specialistica di aggiornamento professionale.

 

Il tema 2026: lo spazio liturgico come bene culturale

Il titolo dell’edizione 2026 “Spazio liturgico: luogo della fede, bene culturale” intercetta uno dei nodi più delicati del rapporto tra culto, architettura e società contemporanea. Le chiese, infatti, sono soprattutto spazi rituali destinati a comunità vive e in cammino nella storia, ma sono anche – e sovente nel contesto italiano – beni culturali sottoposti a tutela e dunque a una normativa allogena rispetto alla giurisdizione canonica e alla tradizione ecclesiale.

Da un lato, lo spazio liturgico è chiamato ad accogliere pratiche vive, mutate nel tempo, esigenze pastorali e forme di partecipazione che interrogano direttamente il progetto architettonico. Dall’altro, la tutela del bene culturale tende a congelare l’edificio in una condizione storicizzata, legata a un’idea di conservazione che rischia di trasformare la chiesa in un oggetto mummificato, più vicino al museo che alla città e alla comunità che lo abita.

È proprio in questa tensione che si colloca la sfida culturale di DEVOTIO 2026: ricercare una possibile coniugazione tra bene culturale e luogo della fede, tra istanze di tutela e necessità di uso, tra memoria e progetto, con una decisa propensione al contemporaneo, nella ricerca di un linguaggio della fede adeguato a questo tempo. Una sfida che riguarda direttamente architetti, progettisti e operatori culturali, chiamati a misurarsi con edifici che sono allo stesso tempo patrimonio storico e spazi vissuti da comunità vive oggi.

 

Il programma

Il programma culturale di DEVOTIO è curato in collaborazione con la Fondazione Centro Studi per l’Architettura Sacra Cardinale Giacomo Lercaro diretta dall’architetta Claudia Manenti e si articola in convegni istituzionali, mostre, concerti, lectio magistralis e workshop tematici.

Riservandoci un’altra puntata per presentare le mostre, ci focalizziamo qui sul calendario dei convegni che portano a Bologna temi importanti e ospiti illustri.

La giornata inaugurale di sabato 31 gennaio con il convegno “Documenti e vita della Chiesa. Discorsi su musei, archivi e biblioteche ecclesiastiche” porta a Bologna monsignor Stefano Russo (vescovo di Velletri-Segni e di Frascati, ma qui in quanto Presidente ABEI – Associazione Bibliotecari Ecclesiastici Italiani), don Gianluca Marchetti, Sottosegretario della Conferenza Episcopale Italiana e Presidente AAE – Associazione Archivistica Ecclesiastica) e Rita Capurro, Direttrice del Museo e Tesoro del Duomo di Monza e Presidente AMEI – Associazione Musei Ecclesiastici Italiani. Il pomeriggio si propone di investigare musei, archivi e biblioteche valutandone sia gli scopi di tutela e conservazione che le azioni divulgative e narrative necessarie per rendere il patrimonio ecclesiastico comprensibile, coinvolgente e accattivante per il pubblico contemporaneo.

Sabato 31 gennaio. La memoria come fondamento: tra archivi, musei e nuove narrazioni. La prima giornata considera archivi, musei e biblioteche ecclesiastiche vengono analizzati non come depositi statici, bensì come luoghi attivi di produzione culturale. Il tema è cruciale anche per l’architettura: conservare significa decidere cosa tramandare e come renderlo accessibile, senza separare il patrimonio dalla vita delle comunità. In questo quadro si collocano due mostre che instaurano un dialogo diretto con il contemporaneo. Da un lato “Casule d’Artista”, progetto dell’Atelier Sirio che coinvolge il tessile e il tessuto liturgico come vero e proprio campo di sperimentazione artistica e simbolica; dall’altro, “Oltre i percorsi”, mostra curata da Andrea Dall’Asta e Claudia Manenti, che restituisce gli esiti dei “Percorsi di riavvicinamento: artisti contemporanei a confronto con il mistero cristiano”, curati dal Comitato Scientifico di DEVOTIO nelle edizioni 2017, 2019, 2022, 2024. Il progetto ha coinvolto numerosi giovani artisti, dimostrando la possibilità di una collaborazione tra arte e fede anche con linguaggi pienamente contemporanei a condizione, però, che l’opera nasca da un confronto autentico, critico e non addomesticato con il Mistero, a condizione cioè che gli artisti (anche laici) siano condotti ad affacciarsi sui contenuti della fede per lasciarli all’interpretazione della loro arte.

Domenica 1 febbraio. Il dialogo con la cultura: parola, immagine, suono. La domenica amplia lo sguardo al rapporto tra spazio della fede e produzione culturale contemporanea. Con la presenza di Francesco Tedeschi, docente all’Università Cattolica di Milano, e di don Paolo Alliata, responsabile del Servizio per l’Apostolato Biblico della Diocesi Ambrosiana, il confronto indaga come arte e letteratura possano diventare strumenti capaci di riaprire un dialogo sul mistero cristiano nel presente, evitando il ripiegamento in linguaggi autoreferenziali e verificando l’opportunità di restituire alla dimensione religiosa una reale capacità di interpellare la cultura di oggi.

Lunedì 2 febbraio. Il nodo centrale: lo spazio liturgico tra fede e bene culturale. Il tema delle giornate dell’offerta culturale di DEVOTIO è l’oggetto del convegno di lunedì 2 febbraio: le chiese come spazio di culto vivo e, insieme, come bene culturale sottoposto a tutela. Con interventi di Claudia Manenti, Claudio Maniago, Paolo Tomatis, Francesca Leto e Giovanni Gardini, la giornata si propone di individuare come il progetto architettonico possa essere strumento di mediazione tra esigenze liturgiche, istanze di tutela e nuove forme di uso culturale degli edifici sacri. Al centro del dibattito c’è evidentemente la discussione su una “forma del convenire” che sia corrispondente ed efficace con gli uomini e le donne di oggi e i linguaggi della vita sociale, inclusa l’esplosione del virtuale e i dialoghi solitari con l’intelligenza artificiale, nuova forma di alterità impersonale. Conclude la giornata una riflessione nient’affatto marginale sulla musica, perché l’attivazione dello spazio liturgico deve moltissimo al suono, sia come qualità atmosferica che aggregativa ed eucologica. Centro della comunicazione di sr Elena Massimi, (Presidente APL – Associazione Professori di Liturgia) il rapporto tra musica e nuove generazioni, oggetto poi della tavola rotonda conclusiva con noti compositori e musicisti contemporanei: Gianmartino Maria Durighello, Compositore e musicista; Alessandro Ruo Rui, Coordinatore del Dipartimento di Composizione Conservatorio “G.Verdi” di Torino e Mauro Visconti, Direttore del Conservatorio Alessandro Scarlatti di Palermo, moderati da don Stefano Culiersi, direttore dell’Ufficio Liturgico della Diocesi di Bologna.

Martedì 3 febbraio. Dal pensiero all’azione: restauro, tecnica e sostenibilità. DEVOTIO 2026 si concluderà con il passaggio dal pensiero all’azione e la verifica degli approcci teorici presentati si misurerà concretamente nei cantieri di restauro, e nella loro gestione, nella sostenibilità delle azioni promosse dalle comunità cristiane.  Il odo gordiano che si tenterà di dipanare con noti progettisti e docenti di restauro (Giorgio Della Longa, Donatella Fiorani, Giovanni Cangi) sarà quello della possibilità di un punto di equilibrio tra tutela, uso liturgico e nuove esigenze tecniche e tecnologiche, mentre le comunità cristiane – quelle delle pietre vive – sempre più piccole ma non meno significative, si interrogano come essere luce del modo…e non solo in senso figurato, se è vero che in Italia le Comunità Energetiche Rinnovabili che si sono attivate hanno visto in gran parte la mobilitazione di gruppi di origine cristiana.

Così, dal progetto dello spazio per le comunità, DEVOTIO 2026 rilancia al ruolo delle comunità per lo spazio – pubblico, condiviso, energetico – indicando nel patrimonio ecclesiastico non solo un luogo da tutelare o abitare, ma una risorsa capace di generare senso, responsabilità e futuro, fino a diventare, anche letteralmente, luce per le città.

 

Un luogo di incontro tra produzione, progetto e pensiero critico

Seguendo l’ordine dei giorni e dei temi, DEVOTIO 2026 costruisce un racconto unitario, in cui la fiera diventa il luogo di incontro tra produzione, progetto e pensiero critico. Il programma culturale non si limita a commentare l’esposizione, ma ne offre le chiavi di lettura, trasformando DEVOTIO in una piattaforma di confronto per l’architettura dello spazio sacro contemporaneo.

Per gli architetti, DEVOTIO LAB non è solo un’occasione di visita, ma un percorso formativo riconosciuto, che invita a ripensare il ruolo del progetto nel delicato equilibrio tra fede, cultura e patrimonio.

Immagine di copertina: Chiesa di San Giovanni XXIII presso l’Ospedale nuovo di Bergamo (Traversi+Traversi Architetti e Aymeric Zublena, opere Andrea Mastrovito, 2014)

 

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Last modified: 16 Dicembre 2025