Visit Sponsor

Francesca SordiWritten by: Progetti

Dolci attese: forme che misurano il tempo

Dolci attese: forme che misurano il tempo
Due interventi recenti, la Porta del borgo di Siddi di Martino Picchedda e BUS STOP! Corporate design di Plasma Studio, indicano modalità architettoniche per interstizi e margini. Una rassegna critica di progetti

 

Due interventi italiani recenti, quasi silenziosi, riportano al centro una questione che l’architettura tende a dimenticare: la soglia. La Porta del borgo di Siddi (Martino Picchedda, 2025, Siddi, provincia Medio Campidano nella regione della Marmilla) e il BUS STOP! Corporate design (Plasma Studio, 2024, Sesto, Bolzano in Alto Adige) mostrano come il progetto possa ancora misurare il tempo, non solo lo spazio.

Sono gesti minimi, costruiti con materia essenziale e un profondo senso del contesto: uno segna l’ingresso a un piccolo paese sardo, l’altro ridefinisce il sistema di trasporto pubblico in chiave paesaggistica. Entrambi invitano a rallentare e ci ricordano che l’architettura può agire sull’attesa, sull’intervallo, sull’istante che connette.

Queste esperienze si inseriscono in una tendenza che, in molte città e paesaggi europei, si è definita negli ultimi anni: interventi ridotti nella scala ma capaci di dare forma ai comportamenti, rendendo percepibile il luogo attraverso il rallentamento. È una micro-pratica progettuale che lavora sugli interstizi più che sugli oggetti, sul tempo dell’uso più che sulla forma costruita, restituendo la possibilità di una pausa – non un vuoto da colmare, ma una fenditura che riattiva percezioni e rituali quotidiani.

L’immagine della soglia – dal portico al ponte, dalla scala al varco – si rovescia: da passaggio funzionale a spazio di relazione, un confine che non separa ma unisce.

 

La soglia come pratica minuta

Il concetto trova radici nelle riflessioni di Aldo van Eyck e Peter Zumthor. Nel primo, lo spazio in-between è una “stanza pubblica” di relazione – come nei playgrounds di Amsterdam – che costruisce comunità attraverso il gesto e la prossimità. Nel secondo, la soglia è qualità di luce, materia e suono: non immagine ma atmosfera misurata. Due prospettive che ancorano la soglia al comportamento e alla percezione più che alla forma iconica.

Nelle esperienze contemporanee, queste intuizioni si traducono in dispositivi leggeri e reversibili, spesso temporanei o autoprodotti, capaci di adattarsi al contesto e ai suoi ritmi. Con mezzi minimi come una pedana, una seduta, un piano di suolo, emergono gesti e orientamenti: il passo si regola, lo sguardo si allinea, il luogo si chiarisce.

È una pratica che lavora sulla misura e sull’equilibrio, dosando altezza, profondità e accessi, così che la forma nasca dall’uso e non si imponga come immagine autonoma. In tutte le sue declinazioni, percettiva, infrastrutturale, climatica o simbolica, la soglia diventa dispositivo di relazione: misura il passaggio e trattiene il tempo del luogo.

 

La soglia come regia dello sguardo

Alcune soglie agiscono come strumenti percettivi, capaci di orientare lo sguardo e orchestrare i flussi senza imporre barriere. Due progetti – uno urbano e uno naturale, uno “predecessore” e l’altro più recente – mostrano come la soglia possa assumere forme differenti a seconda del contesto, ma restare sempre un dispositivo di orientamento sensibile.

A Rotterdam, l’Urban Podium di Atelier Kempe Thill (2005-2007) interpreta questo principio con chiarezza: un corpo orizzontale in calcestruzzo e acciaio mette a fuoco lo spazio tra Grotekerkplein, Laurenskerk e Delftsevaart, trasformando la piazza in un teatro urbano. Tende e sipari integrati modulano la trasparenza: di giorno incorniciano chiesa e canale, di sera la rete retroilluminata diventa diaframma luminoso. Il grande sipario perimetrale consente di orientare l’uso verso piazza o acqua, trasformando il podio in una stanza temporanea. Si tratta dunque di una soglia che regola lo spazio senza irrigidirlo, alternando apertura a introspezione.

Più di recente, in un contesto di tutt’altra natura, il Perspektivenweg di Snøhetta (2019) propone sulla Nordkette di Innsbruck dieci piccole architetture in acciaio e larice, piattaforme, panche, mensole che scandiscono il cammino e invitano a sostare. I materiali dialogano con la montagna, mentre le citazioni di Wittgenstein incise sulle sedute spostano l’attenzione dalla vista alla qualità dello sguardo. Il progetto non disegna un nuovo tracciato: intensifica quello esistente, trasformando l’attraversamento in esperienza. Qui la soglia è ritmo, misura e pausa.

 

La soglia come servizio e infrastruttura

Altre soglie lavorano sul tempo sospeso, trasformando l’attesa in esperienza di luogo. Nel Bregenzerwald, il progetto BUS:STOP Krumbach (2014, Vorarlberg) trasforma la fermata dell’autobus in occasione di relazione con il paesaggio: 7 padiglioni, ciascuno con una tesi spaziale diversa, firmati da Sou Fujimoto, Smiljan Radić, Wang Shu & Lu Wenyu, de Vylder Vinck Taillieu, Rintala Eggertsson, Ensamble Studio e Alexander Brodsky, sono costruiti con gli artigiani locali.

Ne nasce una costellazione di attese attive che punteggia il territorio con pause intenzionali, restituendo densità a un gesto ordinario come aspettare. Fra tutti, la torre-scala di Sou Fujimoto trasforma l’attesa in veduta elevata; la camera lignea di Wang Shu & Lu Wenyu concentra la luce in un cono visivo; il volume piegato di de Vylder Vinck Taillieu reinterpreta il riparo come piano inclinato. Ogni fermata è diversa ma tutte condividono un’idea comune: rallentare il tempo del transito e restituire al paesaggio la possibilità di essere osservato.

A Sesto, il BUS STOP! Corporate design rinnova la rete di fermate del trasporto pubblico locale con un linguaggio unitario e riconoscibile. Pensiline lineari in calcestruzzo a vista e legno di larice, dai dettagli asciutti e dalla segnaletica integrata, costruiscono una sequenza coerente che connette le diverse parti del paese. Il progetto, contemporaneo ma rispettoso del contesto dolomitico, lavora sulla continuità tra strada e paesaggio: sedute ampie e coperture profonde introducono comfort e ombra, mentre la serialità genera riconoscibilità senza monotonia. La soglia qui è servizio: una micro-infrastruttura che misura il paesaggio e restituisce qualità alla quotidianità del muoversi. Questi due interventi – uno corale e artigianale, l’altro sistemico e modulare – mostrano come la soglia-attesa possa assumere forme opposte: la prima come scultura relazionale, la seconda come rete contestualizzata e funzionale.

 

La soglia come scena urbana

Quando la soglia nasce da esigenze concrete – sicurezza, orientamento, riconoscibilità – assume il valore di infrastruttura civile. A Valencia, Mediterráneo di Manuel Bouzas (2023) trasforma una persiana vernacolare in infrastruttura d’ombra pubblica: una grande tenda a catenaria che filtra la luce sulla piazza, retta da due portali lignei. Sotto, le pietre-contrappeso diventano sedute spontanee e un oculo apre un raggio di sole su un piccolo giardino temporaneo, restituendo un’esperienza atmosferica misurata. La soglia non divide dentro e fuori: cambia regime climatico, e questo basta a riattivare la piazza senza aggiungere arredi ridondanti.

La persiana alicantina, di colore verde scuro, richiama le tinte tradizionali locali. Dopo il festival, i componenti sono stati riutilizzati o donati in filiera corta: la soglia climatica si accompagna così a una logica di prossimità e riuso. A Logroño, Extra-Ordinary Gate di Associates Architecture (2022) non costruisce un portale, ma rifocalizza un passaggio reale nella continuità delle mura. Un telaio in legno dipinto e una piccola gradonata trasformano uno slargo di transito in una scena di attenzione reciproca: chi entra vede, chi sosta osserva chi passa. Il dispositivo ricuce senza chiudere, ridisegna la breccia e le restituisce senso urbano, trasformando il passaggio in luogo di relazione.

 

La soglia come segno di appartenenza

Infine, ci sono soglie che coincidono con l’identità stessa del luogo, segnando l’ingresso o il margine come dichiarazione d’appartenenza. A Siddi, nella Marmilla, la Porta del borgo di Martino Picchedda ricuce una situazione viaria fragile e, nello stesso gesto, dichiara l’arrivo. Un muretto in basalto e marna ricostruisce il bordo, mentre una lamina in corten abbraccia il fossato trasformandolo in piccola sosta; una scritta luminosa SIDDI completa il segno. Il riferimento alle Tombe dei Giganti è tipologico: la lamina, proteggendo il taglio del suolo, evoca per sezione Sa Domu e S’Orcu senza replicarne la figura. Il corten e la pietra locale dialogano con i toni della Marmilla e, nella luce serale, rendono l’ingresso leggibile senza enfasi: un invito a scandire il passo prima di entrare.

Qui la soglia si lega alla memoria materiale del luogo e diventa segno di appartenenza collettiva. A Noto, il riordino del Largo Porta Reale di morana+rao architetti (2013) adotta mezzi ancora più essenziali: un piano lapideo continuo e una lunga seduta regolano il piede dell’arco neoclassico, preparando l’ingresso alla città. Il suolo, non l’oggetto, costruisce la soglia e assicura continuità verso il giardino pubblico, restituendo unità a uno spazio da sempre attraversato ma mai abitato.

 

Questi progetti, diversi per scala e contesto, mostrano che la soglia è dispositivo capace di rimettere in circolo tempo e attenzione. A Rotterdam e sulla Nordkette è regia dello sguardo; a Krumbach e Sesto misura dell’attesa; a Valencia e Logroño scena e atmosfera; a Siddi e Noto riconoscimento e margine. È una pratica contemporanea e pragmatica: poca materia, alta qualità d’uso. Nel paesaggio accelerato di oggi, progettare soglie significa restituire ai luoghi il diritto alla pausa, e quindi alla comprensione.

Immagine di copertina: Porta del borgo di Siddi (Martino Picchedda, 2025, Siddi, Medio Campidano, © Cédric Dasesson)

Autore

  • Francesca Sordi

    Si è laureata in Architettura presso il Politecnico di Milano, completando parte del percorso alla Manchester School of Architecture. Ha partecipato a progetti e concorsi internazionali, tra cui Europan17, dove ha ricevuto una menzione speciale nel 2024.

    Visualizza tutti gli articoli
(Visited 24 times, 19 visits today)

About Author

Share

Tag


, , , , , , ,
Last modified: 28 Ottobre 2025