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Firenze: l’ex Teatro e la città che (non) può cambiare

Firenze: l’ex Teatro e la città che (non) può cambiare
Il “cubo nero” sul Lungarno riaccende le polemiche su preesistenze e innovazioni. Il commento dello storico dell’architettura Lorenzo Ciccarelli

 

FIRENZE. Puntuale come la morte e le tasse è calata su Firenze la consueta polemica riguardo gli scempi che l’architettura contemporanea infligge alla città.

Stiamo parlando del complesso residenziale e ricettivo che lo studio Vittorio Grassi Architects ha progettato al posto della vecchia sede del Teatro comunale di via Solferino: il famigerato “cubo nero“, ultimo anello di una catena a cui si possono ascrivere, a ritroso, la riconversione del cinema-teatro Odeon in libreria, la nuova sede del Teatro del Maggio al parco delle Cascine (ABDR) o la penosa vicenda che ha riguardato la loggia d’uscita degli Uffizi di Arata Isozaki. 

Come è noto, il rapporto della città con l’architettura contemporanea è problematico, e non è certo un caso che gli unici interventi di rilievo eseguiti negli ultimi anni nel centro di Firenze – il Museo degli Innocenti di Ipostudio e quello dell’Opera del Duomo di Adolfo Natalini e Guicciardini & Magni – siano degli interni, murati e nascosti alla vista per non turbare gli sguardi dei passanti nella pubblica via. 

L’intervento di via Solferino, lo diciamo subito, non è un capolavoro, quanto un saggio di professionismo sul quale nessuno avrebbe avuto nulla da ridire se si fosse trovato in una periferia di una qualsiasi città d’Italia. Certo i toni dei pannelli sommitali e del vetro brunito paiono troppo scuri rispetto agli accordi cromatici degli edifici circostanti (verrebbe da dire ai progettisti, non a caso milanesi, che non è mai una buona idea realizzare un edificio bianconero a Firenze) ma il vulnus pare annidarsi nel fatto che il complesso si trovi proprio nel centro di Firenze. 

Tuttavia, l’intervento non supera la quota di gronda della torre scenica del vecchio teatro; dunque non viene sconvolto nessuno skyline, come risulta osservando qualche vecchia foto dell’area, dove anche la torre scenica superava in altezza gli edifici del Lungarno. Non vi è nessuna perdita di spazio pubblico, in quanto il vecchio teatro era da anni in abbandono, impenetrabile, inservibile e in rapido degrado mentre ora – per quel che se ne pensi – al suo posto vi è un brano vivo di città. 

Per fortuna c’è una città che cambia, che muta le sue forme e i suoi materiali in ottemperanza (per quanto ne sappiamo sinora) alle rigide normative e vincoli che il progetto ha dovuto attraversare. 

Proprio nella città che nella prima metà del Quattrocento ha inventato la moderna figura dell’architetto, e che ha offerto esempi memorabili di strutture che, esse sì, ne hanno cambiato per sempre lo skyline (come la cupola di Santa Maria del Fiore), bisognerebbe forse augurarsi che l’architettura possa continuare a esercitare il suo ruolo trasformativo, mettendo in conto numerose realizzazioni mediane, come questa, e sperando in qualche estemporaneo capolavoro.

A chi sostiene che a Firenze nessuna pietra debba essere smossa, verrebbe da dire che una città a forma di presepe del Rinascimento è a uso e consumo proprio di quel turismo di massa che si vorrebbe combattere, e non certo di chi la abita e vi lavora tutti i giorni. Si vedano le annose polemiche che hanno investito le vecchie e nuove linee della tramvia.

Ad essi verrebbe da consigliare la lettura dei “Detti e contraddetti” di Karl Kraus, in particolare l’ammonimento che il polemista viennese usava rivolgere a chi criticava le operazioni urbane che al principio del XX secolo stavano mutando la capitale austro-ungarica: “Devo comunicare agli esteti qualcosa di rovinoso: un tempo la vecchia Vienna era nuova”.

 

Immagine di copertina: dal Lungarno vista dell’intervento in corso sull’area dell’ex Teatro comunale. Il complesso Teatro Luxury Apartments avrà 156 appartamenti di diverse metrature destinati ad affitti a breve-medio termine, gestiti dal gruppo alberghiero Starhotels (@Pietro Baroni)

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Last modified: 9 Settembre 2025