L’ex Ospedale di Santa Maria consolida il disegno di Guido Canali e progetta un’ambiziosa rigenerazione. Il masterplan, voluto da Cristiano Leone, affidato a Luca Molinari
SIENA. Negli ultimi anni Siena, definita dalla poetessa Maria Teresa Santalucia Scibona “la madonna addormentata, mollemente adagiata su ubertose colline” si sta risollevando. E si rivela città in grande fermento che, riprendendo il solco lasciato, ormai tempo fa, da progettisti come Alvar Aalto, Oriol Bohigas, Guido Canali, Giancarlo De Carlo, Peter Eisenman, Giovanni Michelucci, sta lavorando sulla sua identità contemporanea.
Nuova governance per la “casa della città”
Partendo dalla revisione del Piano urbanistico, dal recupero del patrimonio storico, dagli studi sul verde e sulle valli urbane e sul rapporto tra le contrade e gli spazi pubblici, mette in gioco molte nuove questioni, tra cui risulta fondamentale, in un centro storico patrimonio Unesco, il lavoro su quelle che Richard Rogers indicava come “preesistenze ambientali”, in cui a pieno titolo si inserisce l’attuale trasformazione del complesso di Santa Maria della Scala.
La nuova governance della Fondazione Antico Ospedale di Santa Maria della Scala, insediatasi circa un anno fa, ha dato avvio ad una nuova fase di rinnovamento, con un approccio principalmente culturale che intende restituire al complesso la natura originaria di “casa della città” come spazio aperto, flessibile e integrato con il tessuto urbano e sociale. Difatti, il Santa Maria è stato un classico esempio di xenodochium, luogo di accoglienza per forestieri, pellegrini e poveri, vista anche la vicinanza con la Via Francigena.
Durante la presentazione, dal titolo emblematico “Il futuro prende forma. Il Santa Maria della Scala si rinnova con il masterplan”, Cristiano Leone, presidente della Fondazione, ha indicato le quattro azioni: strutturazione manageriale, rifunzionalizzazione dell’edificio monumentale, programmazione artistica e culturale, innovazione nella comunicazione.
Un centro culturale di quasi 40.000 mq
L’obiettivo principale è quello di creare uno dei più interessanti centri culturali polifunzionali d’Italia, attraverso un progetto che opera sulle stratificazioni dei suoi spazi e che riflette le modifiche di varie epoche in sette diversi livelli architettonici. Il lavoro riconosce il ruolo centrale del fabbricato nella vita dei cittadini, richiamando l’espressione di “città in forma di palazzo”, anche se usata per altri contesti, da Baldassarre Castiglioni, che anche per Siena rende al meglio l’idea del ruolo di un’importante architettura ubicata nel centro.
In effetti, come spesso accade per molti edifici storici, il Santa Maria nel tempo ha saputo riorganizzare i suoi spazi, seguendo i bisogni della città: da luogo di accoglienza fino alla fine del Medioevo, quando a questa funzione viene affiancata quella della cura, fino a diventare un vero e proprio ospedale, mantenendo questa attività fino alla dismissione alla fine del Novecento.
Nel 1992 venne indetto un Concorso internazionale per il recupero dell’edificio, vinto da Guido Canali, con la volontà di rendere visibile la sua storia e di realizzare un grande polo museale, con un progetto che mirava a sottolineare la complessità dell’organismo, prevedendo un’altrettanta complessità di funzioni e attività relazionate tra loro, come musei permanenti, sale per esposizioni temporanee, sale per convegni, laboratori e biblioteche. Tuttavia, questo edificio caro ai senesi, ubicato di fronte al Duomo (con la sua imponente scala da cui prende il nome) a più di trent’anni dal restauro risulta completato per circa la metà dei suoi 38.000 mq.
Il rinnovo previsto dalla Fondazione parte dal progetto di Canali, ma considera il complesso monumentale in chiave contemporanea, più vicina all’attuale definizione di Museo come “casa di comunità”, introdotta dall’International Council of Museums, che indica non solo la missione “intellettuale” dei musei come luoghi di conservazione, ricerca ed esposizione di testimonianze storiche, ma sottolinea nuovi concetti quali l’accessibilità, l’inclusività e la partecipazione della comunità.
Molinari coinvolge Odile Decq, LAN Architecture e Hannes Peer
Un percorso che ha coinvolto Luca Molinari come consulente scientifico per la redazione del masterplan, attuato eseguendo un attento lavoro di analisi della fabbrica storica e mappando ogni porzione dell’edificio, sia quelle restaurate, principalmente ai piani inferiori, che quelle ancora da rifunzionalizzare ai piani superiori. Viene così pensata una nuova “infrastruttura culturale e civica” come sistema modulare e ramificato, dinamico e flessibile, che, agli spazi già fruibili grazie al Piano Canali, si uniranno altri 18.000 mq, con progressive riattivazioni, passando da un concetto di “blocco monolitico” a quello di “microcosmo multifunzionale” in continua evoluzione, con servizi legati alla didattica, allo studio, alla ricerca e al restauro, modificabile in base alle necessità del momento.
Il nuovo masterplan (sarà svelato dopo l’estate) è ancora esclusivamente concettuale, ma indirizza il macro-intervento ipotizzando un “esoscheletro” con spine che collegano Santa Maria della Scala sia verticalmente al suo interno, che orizzontalmente all’esterno con il Duomo e la Valle. E mettendo in relazione i micro-interventi di Odile Decq, LAN Architecture, Hannes Peer, i tre studi invitati a lavorare su aree diverse, ma sempre in relazione tra loro, che dovranno rispondere ad esigenze museografiche, congressuali e sull’ospitalità e l’accoglienza.
L’intervento rappresenta un grande impegno per il Comune, ma anche un’importante sfida per i progettisti ed una speranza per i cittadini, che avranno, anche se in tempi lunghi, la possibilità di godere della totalità di un vasto complesso museale comparabile, con i suoi 38.000 mq, al Centre Pompidou di Parigi.
Come Federigo Tozzi guardava la sua Siena con gli occhi di chi osserva uno spettacolo della natura, dove tutti gli elementi costruiti rappresentavano un paesaggio unitario, guarderemo all’evoluzione di questo importante progetto, che ambisce a riportare il Santa Maria della Scala al ruolo che gli compete, un punto di riferimento per la città.
Immagine copertina: Museo Santa Maria della Scala (© Giulia Lenzi)
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Last modified: 15 Luglio 2025