Anticipazione del libro di David Sim, Città dolce, finalmente pubblicato in Italia con LetteraVentidue. La prefazione è di Jan Gehl
Soft City: Building Density for Everyday Life è un caso letterario nel piccolo mondo della pubblicistica d’architettura. Tradotto in oltre 25 lingue (l’edizione originale è del 2019) ha contribuito a comunicare e a diffondere le teorie urbane di Jan Gehl (che firma la prefazione). E più in generale a diffondere un approccio originale alla città contemporanea che mette il tema della prossimità al centro. Una prospettiva che ha numerosi sconfinamenti, anche nel dibattito pubblico, come dimostra la recente classifica pubblicata dall’Economist sull’accessibilità. Ora, finalmente, è arrivata l’edizione italiana con LetteraVentidue. La data di lancio nelle librerie e sulle piattaforme è mercoledì 26 marzo. L’autore è David Sim, il cui impegno negli anni è stato proprio quello di trovare soluzioni pratiche alle teorie di Gehl (è stato suo studente e poi, a lungo, collaboratore) focalizzate sull’uomo e su città più vivibili, con un’appendice dedicata all’Italia.
Ringraziamo lui e l’editore che ci hanno concesso un’anticipazione, con uno dei capitoli del libro.
Il vicinato non è un luogo: è uno stato d’animo
Quando si parla di ambiente umano, città, urban design o placemaking, la parola vicino risulta essere sempre utile. Quando si pensa a un vicino, si ha subito chiara l’idea di un altro essere umano. Non è un vago concetto sulla pianificazione o un generico fenomeno urbano, ma una persona viva, qualcuno come te, eppure diversa. Vicino non è un termine tecnico o un gergo professionale, ma una parola che tutti conoscono e capiscono.
Nell’accezione più semplice, vicino può significare la persona della porta accanto; in quella più ampia, l’umanità tutta. Il vicinato è il modo di stare in una relazione. Più che ogni altra cosa, l’ambiente umano è fatto di relazioni: relazioni tra le persone e il pianeta, relazioni tra le persone e i luoghi, relazioni tra le persone e le persone.
Nella relazione tra persone e pianeta abbiamo reso i luoghi più sgradevoli e l’habitat climaticamente più severo. La coesistenza con altre persone ci ha permesso di cooperare e collaborare, di organizzare, commerciare, trasformare materie prime, imparare. La nostra abilità di coltivare, controllare e persino manipolare queste relazioni ci ha permesso di andare oltre la semplice sopravvivenza, creando società e culture, e spesso (ma non sempre) di raggiungere più alti standard di qualità vita.
Un’interrelazione di successo ci ha permesso di prosperare ed essere fiorenti, di vivere più a lungo e appieno. Naturalmente essere vicino non è sempre facile. Le persone hanno diversi bisogni e prospettive, valori e comportamenti. Gli effetti benefici possono facilmente evolvere in problemi, il surplus diventa rifiuto urbano, l’energia si trasforma in inquinamento, la collaborazione si muta in sfruttamento, la coesistenza sfocia in conflitto.
Tuttavia nel nostro mondo in rapida urbanizzazione, la parola vicino è più importante che mai. In tutto il mondo le città non solo si stanno densificando, ma anche diversificando. Sono proprio la diversità e le differenze che creano le opportunità. Il modo più semplice per attingere a tutto ciò che la società ha da offrire è quello di avere dei vicini, dei vicini prossimi.
La tesi di questo libro, alla fine, si riduce alla semplice equazione: densità x diversità = prossimità. L’idea è che la fusione tra densità e diversità incrementi la probabilità, o possibilità, di avere a portata di mano cose utili, luoghi e persone. L’attrazione per le città presenta un beneficio reciproco. Le città offrono sistemi o organizzazioni che supportano relazioni simbiotiche.
Ci sono almeno tre di questi benefici che possono spiegare l’attrazione verso un ambiente urbano denso e diversificato: vicinanza fisica, risorse comuni e identità condivisa. La prossimità fisica tra persone e luoghi permette a datori di lavoro e impiegati, insegnanti e commercianti, negozi, scuole e servizi, di essere dove e quando c’è bisogno di loro. La prossimità in un contesto urbano è resa possibile da risorse comuni come lo spazio pubblico, gli ospedali, le librerie, le università, il trasporto pubblico; significa essere vicini a dove vengono prese le decisioni, fatte le scoperte, a dove si sviluppano le nuove conoscenze, a dove si crea la moda e si alimenta la cultura.
Lo spazio dell’ambiente urbano, con la prossimità, può essere letto in termini di tempo, come il vantaggio di essere in grado di fare un’ampia gamma di cose nello stesso giorno, nella stessa mattinata o, addirittura, nella stessa ora. Sappiamo che il costo pro capite delle infrastrutture decresce tanto quanto aumenta la densità. Inoltre, in teoria, più è numerosa la popolazione di una città, più è ampio il bacino delle risorse comuni, più il mercato ha una clientela maggiore, dando la possibilità di espansione ad attività commerciali e culturali. Tutto questo è ciò che esattamente compensa la condizione di una vita urbana affollata e frenetica.
Un altro beneficio è avere un’identità comune con la comunità, che deriva dal condividere gli stessi luoghi e le stesse risorse. Questo senso di appartenenza è visibile nell’orgoglio delle persone verso la propria città, i suoi luoghi ed eroi locali, i suoi edifici pubblici, parchi e passeggiate, i suoi atleti e artisti. L’identità urbana locale è spesso più forte, e forse più rilevante, dell’identità nazionale, culturale o etnica. La sua natura inclusiva la rende la forma più sana di identità collettiva.
Un altro beneficio di un ambiente urbano denso e diversificato è la potenzialità di offrire opportunità inaspettate. Le città sono luoghi di incontri tanto spontanei e fortunati quanto imprevedibili.
La struttura sempre in evoluzione delle persone deriva da una piacevole indeterminatezza delle possibilità. Seppure possa sembrare un aspetto insignificante è, invece, di grande importanza. Se si comprendono meglio quali condizioni sono alla base del creare un buon vicinato, si riuscirà a bilanciare densità, differenza e cambiamento. Si potrà accogliere tutto ciò come opportunità positiva anziché come sfide inopportune. Si può riconoscere che ogni dettaglio nella composizione fisica dell’ambiente costruito ha la potenzialità di portare comfort, convenienza e possibilità di relazionarsi con gli altri.
Il precario equilibrio tra i bisogni del pubblico e del privato e la possibilità di poter avere nello stesso luogo attività differenti, rendono possibile avere un’alta qualità di vita senza spostarsi troppo. Strutturando le relazioni in un buon ambiente fisico, la prossimità urbana può offrire a portata di mano tutto ciò che può essere necessario. Si avrà una migliore qualità di vita.
La connessione si crea a partire dal rapporto quotidiano e dagli incontri regolari. Con il tempo questa consapevolezza e comprensione possono trasformarsi in attenzione, quando le persone si prendono cura del pianeta, delle persone e del luogo. A lungo andare il cambiamento di mentalità porta al cambiamento dei comportamenti. In questo modo, il vicinato non è un luogo, è uno stato d’animo.
Immagine copertina: il volume Città Dolce. Densità, diversità e prossimità nella vita di tutti i giorni, LetteraVentidue, 2025, 264 pagine, 39 €
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david sim , jan gehl , libri , prossimità , soft city
Last modified: 22 Marzo 2025