A cavallo dell’effimero confine italo-sloveno si celebra nel 2025 la cultura europea. Con tanti progetti, qualche fallimento, molte rinunce
GORIZIA. L’8 febbraio scorso un entusiasta Sergio Mattarella e la sua omologa slovena Nataša Pirc Musar hanno inaugurato ufficialmente GO!2025, la prima capitale della cultura europea formata da due città, Gorizia e Nova Gorica, una volta divise.
L’evento segna la conclusione di un percorso iniziato nel 2019, una grossa scommessa che si concretizza non senza qualche zona d’ombra.
Quella piazza sul confine (che non c’è)
Nel 2020, l’esito del concorso dell’EPIcenter in piazza Transalpina consegnava l’immagine di un edificio che sarebbe diventato il fulcro su cui far ruotare l’intera narrazione delle due città unificate: in parte ipogeo, in parte spazio pubblico, la proposta di BAN – Baglivo Negrini Architetti avrebbe costituito una novità assoluta sul margine italiano e un’ulteriore spinta verso la contemporaneità per quello sloveno.
Nei cinque anni trascorsi, diverse vicissitudini si sono susseguite – la pandemia, i flussi migratori incontrollati e il conseguente ritorno al presidio dei confini (per alcuni periodi il trattato di Schengen è stato addirittura sospeso), nonché la rielezione del sindaco promotore e il cambio del RUP delegato – e il progetto dello studio romano è stato abbandonato.
A leggere le cronache, non sono molto chiari quali siano stati i veri motivi di questo naufragio. Probabilmente tutte le ipotesi contengono un fondo di verità: si va dalla mancanza di fondi (in realtà, già durante lo svolgersi del concorso era emerso che gli interventi nelle aree lungo il confine non sarebbero stati realizzati) all’impossibilità di integrare le normative italiane e slovene per un edificio che sarebbe stato costruito a cavallo del confine, passando per la messa in discussione della scelta di fare un edificio ipogeo laddove non era opportuno.
Tutto, ovviamente, condito da commenti caustici su un’architettura considerata non in linea con il gusto dell’opinione pubblica e poco sensibile al contesto.
Sul lato sloveno: un nuovo paesaggio ipogeo
Da questa situazione di stallo, tipicamente italiana, ne ha approfittato Nova Gorica che ha messo in campo idee e fondi per trasformare l’area ferroviaria della stazione Transalpina. L’operazione nasce grazie alla scelta del governo centrale di mantenere sole sei linee ferrate e trasferire il traffico merci a Vrtojba, decongestionando la zona e ridimensionando la cesura dovuta al sedime dei binari.
Nasce da queste premesse il masterplan, o per meglio dire l’ECC GO! 2025 Spatial Aspect: Site Development Scenarios, redatto dallo studio Sadar+Vuga (che nel concorso dell’EPIcenter arrivò terzo), in cui vengono messi a sistema tutti gli interventi pensati per questa porzione di città: la nuova configurazione di piazza Europa/Transalpina ideata da D:RH architetti associati di Venezia Mestre con SA architetti associati di Venezia e SERTEC Engineering di Ivrea assieme a Ravnikar & Potokar d.o.o e, appena inaugurata, con la sua pavimentazione in pietra carsica Repen; l’EPIC, ovvero il museo della storia del confine, realizzato in un magazzino dismesso; il ristorante Super8, ossia Super Osmiza, all’interno degli spazi dell’ex Svtk, sempre di proprietà delle Slovenske železnice; la nuova sede dell’Università di Nova Gorica costituita da quattro edifici su un basamento; il rinnovamento della stazione ferroviaria e un sottopassaggio che collega la zona della stazione con la cittadina.
Quest’ultimo intervento, appena inaugurato e progettato sempre dallo studio sloveno, approfitta della riduzione dell’area di movimentazione dei treni per definire due doline in cui, mediante delle rampe sinuose, gli utenti sprofondano per raggiungere il passaggio vero e proprio, caratterizzato da una pavimentazione in mattoni con cui gli autori dicono di voler connettere il presente e il passato goriziano.
Sul lato italiano: manutenzioni e un cantiere (in corso)
Se si esclude la parte minoritaria di piazza Transalpina, il cosiddetto “tridente” di Max Fabiani, a Gorizia si è lavorato principalmente sulla manutenzione ordinaria.
Unica eccezione è la riqualificazione del piazzale di Casa Rossa, la grande superficie asfaltata a ridosso del valico confinario omonimo che fungeva da zona di sosta per gli autotrasportatori e i bus in attesa di passare il confine. Diventato il tipico spazio non urbano contenitore delle funzioni più disparate, circo, giostre, mercato settimanale, costituiva uno di quegli spazi irrisolti oggetto del concorso del 2020.
Il ridisegno dell’intera area, con un importo lavori di 2 milioni di euro, è stata affidata a una cordata di architetti locali – Luigi Di Dato (capogruppo), Favi Spangher Architetti associati, Daniela Divkovic – che ha proposto il mantenimento degli edifici esistenti, la ridefinizione delle aree di sosta e della circolazione sia carrabile che ciclabile, l’assetto di nuove piantumazioni mediante grandi filari capaci di circoscrivere funzionalmente le aree (mercato, eventi) e generare zone per la fruizione pedonale.
Il cantiere è iniziato e dovrà finire necessariamente a giugno, periodo in cui sono stati programmati concerti di rilevanza internazionale.
Due velocità: Gorizia e Nova Gorica tra stagnazione e innovazione
A sfogliare l’interessante volume Gorizia – Nova Gorica. Architettura e urbanistica del Novecento pubblicato dall’Ordine degli Architetti di Gorizia, emerge chiaramente che la capitale europea della cultura ha una duplice velocità: la spinta innovativa prodotta della cittadina slovena in cui emergono diversi edifici realizzati negli ultimi dieci anni e la staticità goriziana dove l’ultimo edificio di rilevanza urbana è il centro scolastico sloveno di Marcello D’Olivo e Marina Cefarin, datato 1986.
Rimane, dunque, l’impressione che concluso il 2025 a Gorizia si staccheranno le vetrofanie che adornano le vetrine dei negozi e tutto ritornerà a scorrere lento come prima, mentre dai cugini sloveni sia iniziato un processo che restituirà una città nuova, capace di trasformarsi proprio come aveva previsto il suo ideatore Edvard Ravnikar.
Immagine di copertina: Cerimonia inaugurazione (© GO! 2025)
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capitale della cultura , città , gorizia , nova gorica , progetti pubblici
Last modified: 5 Marzo 2025