Lo stato dell’arte delle sale da concerti, tra politiche culturali e progetti. Breve tour internazionale (Italia non pervenuta)
Il suono plasma l’esperienza umana in modo cruciale. L’affermazione appare tanto importante che la Corea al suono ha dedicato un museo. Accade a Seul, dove lo scorso giugno è stato inaugurato Audeum, il primo spazio pubblico in cui la musica non solo si ascolta ma si sperimenta. Il giapponese Kengo Kuma, autore del progetto, è noto per le sue opere d’ispirazione organica, e l’Audeum ne conferma la filosofia. Situato nel quartiere di Ganggnam, il nuovo museo sfida il concetto tradizionale di spazio espositivo e lo trasforma in un luogo in cui è possibile vivere la musica in tutti i suoi aspetti, come suono, luce, vento e profumo.
Cattedrali sonore, catalizzatori di gioia collettiva
Per molti secoli sono state soprattutto le chiese e i luoghi di culto gli ambienti deputati a stimolare i più profondi sentimenti di riflessione attraverso l’ascolto della musica. Oggi sono i teatri e gli auditori, elevati al ruolo di nuove cattedrali dello spirito, i simboli della vitalità culturale all’interno dei paesaggi urbani. Concepiti come veri e propri pezzi di città, corredati di bar e ristoranti e spesso attorniati da spazi di verde pubblico, essi offrono agli spettatori un senso di comunità che si sviluppa attraverso esperienze condivise. A tali eventi l’architettura contribuisce in modo cruciale dando forma concreta alle emozioni, trasformando semplici luoghi fruibili in catalizzatori di gioia collettiva. Anche se oggi sono gli esperti di acustica a svolgere molti dei compiti di realizzazione, sono i progettisti, sfruttando le tecnologie emergenti e la loro connessione interdisciplinare, che plasmano ambienti nei quali a un linguaggio altamente simbolico si affianca la materialità del costruito.
Una leva per la coesione sociale (ma occhio al budget)
Anche a livello politico vi è consapevolezza che costruire strutture per l’arte e per la musica giochi un ruolo centrale nelle nostre società in quanto strumento democratico e integrativo, nonché occasione di riqualificazione urbana. Svariate misure sono state adottate negli ultimi decenni da parte di molti governi, anche se l’aspetto economico rappresenta spesso un freno alle buone intenzioni. Alcuni casi virtuosi dimostrano che costruire infrastrutture a costi controllati è possibile soprattutto nei piccoli centri, ma più spesso i budget “esplodono” tra la presentazione del progetto e la realizzazione. Di ciò sono esempio gli auditori di Porto (progetto di studio OMA) e quello di Copenaghen (studio Henning Larsen), costato a opera conclusa oltre 500 milioni di dollari.
Tra le iniziative ufficiali più recenti a favore della musica ricordiamo l’incontro avvenuto lo scorso settembre tra i presidenti dei Consigli musicali nazionali di Germania, Austria e Svizzera insieme al Consiglio musicale d’Europa per discutere temi di politica musicale e sollecitare i rispettivi governi per un riconoscimento dell’importanza di strutture dedicate, siano esse sale per l’ascolto o spazi didattici.
Le politiche statali in Francia, Gran Bretagna e Germania
In Francia la politica statale a favore delle orchestre stabili ha plasmato negli ultimi decenni in modo significativo il panorama dell’architettura dedicata alla musica. Oltre a sostenere le orchestre composte da musicisti stipendiati a tempo indeterminato, il Ministero della Cultura e della Comunicazione sostiene circa 330 gruppi professionali indipendenti. Si promuove su tutto il territorio nazionale l’esistenza e lo sviluppo di strutture di alto livello, con la missione di consentire a quante più persone l’accesso a spettacoli sia di repertorio classico che contemporaneo. A tale proposito sono stati numerosi i teatri dedicati alla musica realizzati negli ultimi vent’anni, molti dei quali firmati da Rudy Ricciotti, anche artefice del nuovo conservatorio Tomasi ad Ajaccio, che s’inaugurerà nel 2025.
Anche in Gran Bretagna una politica di pianificazione nazionale mira a garantire spazi per i melomani accessibili a tutti. Una delle prime azioni del nuovo governo laburista è stata quella di annunciare una revisione del sistema di progettazione edilizia dedicata. Inoltre la campagna Make Space for Music, varata lo scorso anno, asserisce che ogni comunità debba avere luoghi accessibili, disponibili e convenienti per fare musica. Eppure, nonostante i buoni propositi, a Londra è stato definitivamente cancellato il progetto dello studio Diller, Scofidio + Renfro per una nuova sala da concerto presso il Barbican Centre, mentre a Edimburgo il cantiere del Dunard Centre, grande auditorio a firma David Chipperfield, prenderà avvio soltanto nel 2025.
In Germania la musica è anche un importante volano economico. L’industria ad essa legata genera un valore aggiunto lordo totale di 6,6 miliardi, e da essa dipendono circa 155.900 posti di lavoro. Per tale motivo il paese ha registrato negli ultimi anni un vero boom di sale da concerto, anche se la difficoltà di reperire finanziamenti sia statali che privati ha spesso rallentato la realizzazione di opere pur considerate strategiche e programmate da tempo. Basti pensare per il passato alla complessa vicenda che ha accompagnato la costruzione della Filarmonica di Amburgo, mentre per il futuro rappresenta un caso limite il progetto di risanamento del grande auditorio e centro culturale Gasteig a Monaco. I lavori, programmati fin dal 2020 con un investimento stimato tra i 750 e i 900 milioni, saranno finanziati attraverso un partenariato tra il Comune e vari imprenditori privati e si concluderanno non prima del 2033. Sempre a Monaco, un altro progetto a lungo controverso riguarda la costruzione di una nuova Konzerthaus, della quale dopo anni di ripensamenti e la cancellazione di un primo progetto da 500 milioni, è stato infine deliberato l’inizio dei lavori per il 2025, con conclusione nel 2036.
Immagine di copertina: Sala per concerti a Belgrado (studio AL_A Amanda Levete con VDLA, Arup e studio Zabriskie)
Alcune opere realizzate…
Audeum, Museo del suono a Seoul (Kengo Kuma, 2024)
Un’opera che permette di vivere la musica attraverso i cinque sensi del corpo umano. Sviluppato su sette piani, presenta una serie di spazi progettati acusticamente per fruire in prima persona di una vasta collezione di apparecchi per la riproduzione del suono dal XIX secolo a oggi. All’esterno presenta una facciata che ricorda centinaia di canne d’organo, ma fa anche riferimento alla stratificazione verticale di formazioni rocciose. La facciata è composta da lamelle di alluminio sovrapposte verticalmente per creare effetti mutevoli in cui luce e ombra si alternano, simulando i riflessi del sole in una foresta. L’uso di tubi di alluminio registra i cambiamenti della luce, con una loro disposizione casuale per imitare il disordine e l’ordine della natura e sottolineare le mutazioni della luce nel corso del tempo. Inoltre, i tubi avvolgono l’intero edificio incorporando scorci dell’ambiente urbano e della natura circostanti.
House of Music, Budapest (Sou Fujimoto, 2022)
Peculiarità della nuova sala da concerti sono un suggestivo soffitto traforato, la presenza di migliaia di foglie dorate e un’inconsueta cupola sonora. La struttura cancella il confine tra natura e costruito. L’illusione è resa possibile dalla monumentale “tenda di vetro” che abbraccia l’edificio. La facciata è composta da 94 pannelli di vetro igrotermico che in alcuni punti raggiungono i 12 metri d’altezza. La sensazione di essere immersi nella natura anche all’interno è ulteriormente accentuata dal soffitto, costituito da 30.000 lastre dorate ritagliate a forma di foglia che generano un gioco di luci e ombre come all’interno di una foresta. Per illuminare gli interni di luce naturale sono stati praticati in copertura 100 fori, in alcuni dei quali crescono gli alberi preesistenti all’intervento. Così come le foglie del soffitto, anche i fori sono dipinti in color oro traslucido, massimizzando la luce diffusa all’interno. I 9.000 mq di superficie dell’edificio si articolano su tre livelli. Quello sotterraneo è riservato alla particolarissima cupola sonora emisferica, che può ospitare fino a 60 spettatori immersi completamente nella musica, grazie a 31 altoparlanti che trasmettono i suoni in ogni direzione, creando un effetto simile a un “ologramma sonoro”.
Amare a L’Aja (Olanda, NOAHH con JCAU e NL Architects, 2021)
La nuova sede della Fondazione culturale Amare, del Nederlands Dans Theater (NDT), della Residentie Orkest e del Royal Conservatoire si trova nel cuore culturale della città. Un edificio dal respiro internazionale, accessibile a visitatori e residenti, un incubatore creativo per chi ne fruisce, con attività 24 ore su 24, 7 giorni su 7. A ingresso libero, chiunque può entrare per un caffè, una lezione di yoga o per assistere a uno spettacolo teatrale: un edificio inclusivo, aperto letteralmente a tutti, tanto che ci sono persino casette per uccelli e un nido per pipistrelli nascosti tra i rami che disegnano le sue facciate. I livelli inferiori del complesso formano un passaggio percorribile attraverso il quale tutti possono muoversi liberamente con un’ampia area d’ingresso dalla quale si diramano piazze e strade coperte. Percepibile da ogni angolazione, è un elemento urbano che migliora la connessione tra il centro città e i quartieri circostanti. La struttura dal disegno organico a rami d’albero è composta da elementi prefabbricati in cemento. Le finestre verticali degli studi musicali e degli spazi per uffici sono a tutt’altezza e garantiscono un contatto visivo con la strada. L’opera ha ricevuto il certificato BREEAM Excellent, un riconoscimento unico per un edificio pubblico di tali dimensioni e articolazione.
Sala da concerti a Lichtenberg (Germania, Peter Haimerl, 2021)
Una sala per concerti e prove sotterranea è stata affiancata alla villa storica del centro musicale Haus Marteau. La forma della sala, ispirata dall’antica tradizione mineraria della zona, è modellata da 33 grandi “schegge” di granito che veicolano il suono e garantiscono un’acustica perfetta. ll progetto si è basato sul presupposto di lasciare il più possibile inalterati sia il parco che l’edificio preesistente, risalente ai primi del Novecento. La villa è situata in un elegante parco che si estende tra le dolci colline dell’Alta Baviera. Solo due tagli, segnalati da simboliche spade di acciaio conficcate nel terreno, svelano che il volume della nuova sala ipogea è integrato nel pendio sul lato sud della villa e indicano l’accesso alla sala da concerto. L’acciaio inox lucido delle spade riflette il cielo, la natura e l’edificio storico. Il linguaggio formale traduce in elementi architettonici i materiali un tempo estratti qui spesso in forme cristalline, mentre il concetto di sala ipogea enfatizza la tradizione industriale del luogo, arricchendola con un approccio contemporaneo e dinamico.
Conservatorio a Sète (Francia, Rudy Ricciotti, 2021)
Edificato sulle rovine di un ex deposito di vini, il nuovo edificio conserva la memoria del paesaggio disegnato dalle vecchie cantine. I nuovi edifici sono stati realizzati all’interno del volume delle cantine preesistenti, con spazi ospitati in cinque strutture quasi identiche, con i tetti spioventi e simmetrici. Il conservatorio ripropone pressoché intatta la memoria del sito non solo per altezza, proporzioni, ritmo delle facciate e geometria delle campate, ma anche per l’uso della pietra tagliata che incornicia le finestre e per le coperture in legno degli aggetti del tetto.
… e quelle in programma
Padiglione austriaco all’Expo di Osaka (Giappone, BWM Designers & Architects, 2025)
Intitolato “Austria. Composing the Future”, il padiglione ripropone il tema dell’Expo, “Progettare la società futura per le nostre vite”, attraverso una lente musicale, prospettando un futuro che non è solo progettato ma anche immaginato. Facendo dunque ricorso a realtà e fantasia, il padiglione e la mostra intraprendono un viaggio attraverso il patrimonio musicale dell’Austria e ne testimoniano la transizione verso gli anni a venire. Strutturalmente, la scultura percorribile che s’innalza a spirale verso il cielo è una gigantesca partitura musicale costruita con assi di legno avvitate. Essa conduce all’interno di un ampio padiglione per accompagnare i visitatori in un viaggio alla scoperta della multiforme creatività dell’Austria, offrendo un’immagine dinamica del paese dal suo passato al futuro.
Sala per concerti a Belgrado (studio AL_A Amanda Levete con VDLA, Arup e studio Zabriskie)
La storia di quest’opera destinata a diventare un punto di riferimento per la capitale e per l’intera Serbia ha inizio nel 2021. In quell’anno, nell’ambito dello United Nations Development Programme fu indetto un concorso che coinvolgeva alcuni dei principali studi di architettura internazionali, per dare vita al più grande investimento culturale nella regione dei Balcani. Localizzato nel parco Ušće, lungo il Danubio, sarà composto da quattro flessuosi volumi collocati a stella, ciascuno con una funzione specifica, al fine d’intercettare gli interessi eterogenei di un pubblico appassionato a vari generi musicali. I quattro padiglioni fungono da corona a una vasta area pubblica coperta, considerata il cuore del complesso. Vi troveranno posto sale per spettacoli, prove e workshop, mentre la sala principale di 20.000 mq sarà riservata alla musica sinfonica e avrà una capienza per 1.600 spettatori e per un’orchestra con coro da 400 elementi. L’inaugurazione dell’opera è prevista per il 2028, ma a tutt’oggi non è ancora stata bandita la gara di appalto per l’assegnazione dei lavori di costruzione.
Campus Carl Bechstein a Berlino (GRAFT Architekten)
Il progetto di un campus per la musica, esito di un concorso proclamato lo scorso gennaio, prende nome dalla prestigiosa ditta di pianoforti Bechstein e sarà costituito principalmente da due sale da concerto, che rappresentano il nucleo dell’intero complesso. Oltre agli auditori, saranno presenti sale per esercitazioni e laboratori, uffici, sale per la vendita di pianoforti e spazi commerciali tematici. Concepito come vero e proprio polo della musica, offrirà anche un’area dedicata all’esposizione permanente di alcuni storici strumenti a tastiera, con una collezione di circa 200 pianoforti. Saranno disponibili circa 60 appartamenti per borsisti, oltre a un parcheggio sotterraneo. Non lontano dalla principale stazione ferroviaria della città, l’area prescelta si presenta come zona urbana ancora in fase evolutiva, nella quale grandi complessi di architettura contemporanea convivono con stabili antecedenti alla seconda guerra mondiale. La fine dei lavori è prevista per il 2026.
Dunard Centre a Edimburgo (Scozia, David Chipperfield)
Sarà il primo polo musicale a essere costruito nella capitale scozzese negli ultimi cento anni e sarà il più grande. La struttura da mille posti ospiterà concerti di musica classica, pop, jazz ed elettronica, per un budget di 75 milioni di sterline, finanziati dalla Bank of Scotland, dal governo britannico e da donazioni private. Il nuovo edificio presenterà una facciata dalla composizione tripartita, realizzata in calcestruzzo prefabbricato per richiamare l’arenaria presente nel quartiere. L’inizio lavori è previsto per il 2025.
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francia , germania , musica , regno unito
Last modified: 4 Dicembre 2024