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La memoria viva, il lavoro di Philippe Prost in tre decenni

La memoria viva, il lavoro di Philippe Prost in tre decenni

La Cité de l’Architecture et du Patrimoine di Parigi presenta una retrospettiva dedicata al vincitore del Grand Prix National d’Architecture 2022

 

PARIGI. Fino al 23 marzo 2025, presso la Cité de l’Architecture et du Patrimoine, la mostra “La Mémoire vive” presenta oltre 20 progetti realizzati dall’Atelier d’architecture Philippe Prost (oggi composto da circa 30 persone) in tre decenni. Attraverso fotografie, materiali d’archivio, documenti di lavoro e prototipi, l’esposizione mette in luce le innovative esplorazioni di Philippe Prost (1959) nell’ambito del patrimonio e dell’architettura quotidiana.

L’allestimento integra fluidità e dispersione, sfruttando la configurazione del museo per incorporare i progetti negli spazi della Galerie des moulages e della Galerie d’architecture moderne et contemporaine, illustrando il principio di Prost di fondere “memoria e creazione”. Inoltre, lo scrupolo per l’ecocompatibilità porta al riutilizzo di materiali provenienti da mostre precedenti, riflettendo l’approccio ecologico di Prost.

 

Approcci, patrimonio, memoria

In un’epoca dominata dalla virtualizzazione, il lavoro di Prost reimmagina il tempo come fluido, collegando passato, presente e futuro attraverso l’intervento su edifici storici. Egli considera l’architettura come un’entità in continua evoluzione, che richiede costante manutenzione e reinterpretazione. Fin dagli esordi, l’interesse per le strutture militari ha plasmato la sua filosofia: materiali e tecniche devono rispettare il contesto. Questo principio è alla base dei progetti legati al patrimonio, come la cittadella di Vauban a Belle-Île-en-Mer e il Fort de Bouc. Tali interventi adattano forme storiche a usi contemporanei, definendo spazi che incarnano continuità e atemporalità. Per Prost, un’architettura duratura accoglie il cambiamento, funzionando come un sistema adattabile che si evolve insieme al suo ambiente.

La memoria è la base del lavoro di Prost, radicando l’identità nella storia specifica del sito. Per l’architetto francese, il progetto è un processo di scoperta del potenziale latente piuttosto che l’imposizione di soluzioni esterne, bilanciando il peso della storia con una visione progressista, evitando norme estetiche rigide o tendenze effimere. La modernità, nel suo approccio, risiede nella precisione, nella proporzione e nell’integrazione con il sito. Un equilibrio evidente negli interventi presso la Monnaie di Parigi, o nella riqualificazione della ZAC de La Réunion, dove valori tradizionali si fondono senza soluzione di continuità con ideali contemporanei.

Prost utilizza spesso strategie come aggiunte interne, soffitti alzati o estensioni strutturali, impiegando tecnologie avanzate per soddisfare le esigenze di adattamento. La sua “estetica razionale”, ispirata al pragmatismo militare, rispetta l’ambiente storico pur introducendo una chiarezza moderna. Armonizzando materiali originali e nuovi, i progetti di Prost trasformano gli spazi in elementi duraturi della memoria collettiva.

La filosofia architettonica di Prost è radicata nell’esperienza di ciò che esiste. Ispirandosi alla comprensione delle opere di Vauban, egli si concentra sull’identificazione e sull’utilizzo delle risorse del sito. Ogni progetto comporta una ricerca meticolosa, che rivela strati storici incorporati nel terreno e nelle sue strutture. Questo processo, esemplificato nel bacino minerario del Nord-Pas-de-Calais e nel Porto Vauban di Antibes, culmina nei piani “Rosso e Nero”, prototipi per progettare su fondamenti esistenti. Questi piani integrano elementi spaziali, materiali e normativi, collegando il progetto alle necessità degli utenti.

La consapevolezza ecologica riflette un impegno più ampio verso il progetto sostenibile, evitando soluzioni standardizzate e creando spazi che risuonano con il loro ambiente.

In oltre 30 anni, Prost ha ridefinito il modo in cui l’architettura si rapporta con il tempo e la memoria. I suoi progetti ridanno vita ai siti storici, trasformandoli in ponti tra passato e futuro. Integrando la memoria con la modernità, il lavoro di Prost offre spunti profondi su come l’architettura possa preservare il patrimonio pur affrontando le sfide contemporanee.

Immagine copertina: Cittadella di Vauban, Belle-Île-en-Mer, Morbihan

Autori

  • Beini Guo

    Dottoranda in Architettura, Storia e Progetto presso il Politecnico di Torino, con un master in Architettura sostenibile. La sua ricerca si concentra sugli itinerari culturali del patrimonio industriale da una prospettiva globale, con un particolare interesse per l'evoluzione storica del patrimonio industriale. Viaggia spesso tra la Cina e l'Italia e ha condotto numerose attività di ricerca sul patrimonio industriale in Europa, con particolare attenzione al valore complessivo del patrimonio industriale moderno e alle attuali strategie di conservazione.

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  • Antoine Vassal

    Laureato in Storia con una specializzazione nei mondi antichi, in particolare nell'antica Roma, presso l'Università della Sorbona di Parigi IV. La sua ricerca si concentra sull'analisi storica e scientifica della società e del mondo romano, dalla Repubblica all'Impero, con un focus specifico sull'Oriente, da Pompeo a Teodosio. Negli ultimi anni ha svolto il ruolo di curatore storico presso diversi musei di Parigi, tra cui il Museo del Louvre e il Museo Jacquemart-André.

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Last modified: 25 Novembre 2024