Manuel Aires Mateus restaura Torre 67 in Salento ed è protagonista della 13° edizione di “Architects meet”, che migra a Lecce con un nutrito programma
LECCE. Costeggiando i muretti a secco di una stretta viuzza di campagna nel Sud Salento si giunge a Torre67, il primo progetto in Puglia di Manuel Aires Mateus. La torre a pianta quadrata si erge su due piani nel mezzo del territorio rurale della zona di Alezio (Lecce). Tra coltivazioni, vigneti e fiori selvatici, due ulivi colpiti da Xylella ne segnano il viale di accesso, come due colonne nella memoria di quello che fu il paesaggio del passato. Costruita tra XII e XIV secolo, probabilmente con l’originaria funzione di avvistamento e trasformata negli anni a seguito di vari usi di cui rimangono anche simbologie religiose, torna oggi alla sua geometria originaria grazie all’intervento di restauro rigoroso dello studio portoghese.
Un restauro radicale
Il progetto, completato quest’anno riconoscendo come punto di partenza il valore storico del manufatto, si è posto come principale obiettivo quello di riportare la torre alla sua struttura originaria, liberandola da corpi aggiuntivi e valorizzando l’assetto murario in tufo e le aperture esistenti. Un approccio radicale, considerando che il manufatto non è vincolato e che la parte demolita non è stata ricostruita. Le sue pietre sono state usate nella costruzione delle uniche parti ex novo: la piscina dalla sagoma uguale e negativa alla torre scavata nel terreno e i percorsi nel paesaggio.
Trasformata in abitazione per due committenti milanesi che hanno scelto di abitare in Puglia, ospita al piano terra la zona giorno e al primo una camera da letto, il bagno e un piccolo ufficio: tutti ambienti voltati con pavimenti in cocciopesto, battuto di tufo e travertino e pareti con finiture a rinzaffo di calce e canapa. La conservazione integrale della struttura, l’utilizzo anche all’interno solo di materiali tradizionali e locali, la progettazione degli arredi, pochi e semplici realizzati con materiali naturali, non sono la parte più radicale del progetto: l’assenza d’impianti di climatizzazione e quasi totalmente di riscaldamento è una scelta condivisa con i proprietari, compensata solo parzialmente dall’inerzia termica delle murature e dalla ventilazione naturale.
Un edificio simbolo di una scelta progettuale dell’abitare e quindi di vita quasi monastica, ad un ritmo più lento e naturale, che cerca un contatto con valori – non solo estetici – del passato.
Se ne discute ad “Architects meet”, che migra a Lecce
Si tratta di un tema assolutamente attuale in Puglia, dove da anni parte del patrimonio architettonico storico sta venendo restaurato e convertito a scopo abitativo e ricettivo grazie anche a ingenti fondi regionali e dove a una progettazione radicata al territorio, alla sua materia e alle sue preesistenze si contrappone una richiesta di prestazioni energetiche e di comfort altissime.
Un tema caldo anche a livello nazionale, che verrà affrontato nella 13° edizione dell’evento “Architects meet” da quest’anno a Lecce, dal titolo “HyperRegionalism, materialità e immaterialità dell’architettura”, organizzato da AIAC (Associazione italiana di architettura e critica), Comune e Polo biblio-museale, in collaborazione con il locale Ordine degli Architetti, in programma dal 24 al 26 ottobre. Nelle tre giornate si alterneranno sull’argomento nel cinquecentesco chiostro della Biblioteca Bernardini – Convitto Palmieri progettisti italiani che, attraverso le loro opere recenti, indagheranno il difficile equilibrio tra vecchie materialità e nuove immaterialità dell’architettura.
Premi, mostre, inaugurazioni
Il 25 ottobre verrà conferito il Premio internazionale Architects meet in Lecce proprio ad Aires Mateus, che per l’occasione terrà una lectio magistralis al Teatro Paisiello. Una connessione, quella tra Puglia e Portogallo, già esplorata da Alvaro Siza (artefice, proprio a Lecce, del Parco delle cave di Marco Vito, inaugurato lo scorso anno) e che potrebbe essere solo all’inizio: le due aree geografiche infatti condividono condizioni climatiche e risorse dal punto di vista dei materiali e delle lavorazioni molto simili, e la consolidata scuola portoghese sembra già un riferimento architettonico importante per questo territorio del Meridione che negli ultimi anni sta crescendo velocemente sotto la spinta degli investimenti legati al turismo.
Parte dell’evento “Architects meet” anche due mostre: “HyperRegionalism”, presso la Chiesa Santa Maria di ogni bene, che ospita oltre 100 opere di studi italiani con l’allestimento curato da Riat Archidecor; “Supermostra 24”, presso la Biblioteca Bernardini – Convitto Palmieri, a cura di Ilaria Olivieri e Luigi Prestinenza Puglisi, un osservatorio sulla penisola attraverso l’opera di 33 progettisti.
Nell’occasione verrà inaugurato il sistema espositivo “Stelo” del Polo biblio-museale di Lecce e Regione Puglia, progetto di Valari Architecture, realizzato da Scaffsystem, vincitore del concorso “Architetture sostenibili per i luoghi della cultura italiana” promosso dalla Direzione generale creatività contemporanea del Ministero della Cultura.
Il 26 ottobre verranno conferiti i Premi nazionali Architects meet in Lecce a progettisti e progettiste che si sono distinti, all’interno dell’evento, per i proprio lavori.
Immagine copertina: Manuel Aires Mateus, Torre 67 ad Alezio, Lecce (© Studio Aires Mateus)
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Last modified: 22 Ottobre 2024