Alcune soluzioni paesaggistiche per la capitale tailandese illustrate da una delle principali artefici degli interventi in corso
L’adattamento climatico non è più una scelta, è una necessità, specialmente nelle aree soggette a inondazioni che affrontano l’innalzamento del livello del mare in ambienti urbanizzati. Bangkok è un esempio emblematico di una città che, a causa della rapida urbanizzazione, è diventata sempre più vulnerabile alle catastrofi legate all’acqua, nonostante una volta prosperasse proprio grazie alla sua connessione con questo elemento. Kotchakorn Voraakhom, paesaggista ha dedicato il lavoro di una vita a trovare soluzioni per le problematiche idriche attraverso il paesaggio, cercando di rivitalizzare il particolare stile di vita “anfibio” di Bangkok. Attraverso i suoi innovativi progetti, si è costruita una reputazione come leader nel waterscape urbanism, concetto che ha pionieristicamente promosso per favorire un’urbanizzazione maggiormente basata sull’acqua e sul lavoro sul paesaggio. Voraakhom sarà ospite d’onore a Utopian Hours, il festival internazionale sulla creazione delle città e sull’innovazione urbana organizzato da Stratosferica, che si terrà dal 18 al 20 ottobre a Torino presso la Nuvola Lavazza, di cui questo Giornale è tra i media partner.
Bangkok, la Venezia dell’Est
Situata sulle pianure alluvionali del fiume Chao Phraya, Bangkok, un tempo celebrata come la “Venezia dell’Est”, ha un paesaggio in continua evoluzione plasmato dai suoi fiumi e canali. Le comunità si adattavano alle stagioni umide e secche, utilizzando le barche per il trasporto e il commercio. Le tradizionali case tailandesi erano costruite su palafitte e i suoi mercati galleggianti emergevano e scomparivano con le maree, creando una vita “anfibia” speciale e dinamica.
Le inondazioni periodiche sono un fenomeno chiave che ha dato forma al territorio. Plasmati dalla forza dell’acqua, Bangkok e tutto il basso delta del Chao Phraya definiscono la loro identità simbolica di “Città delle tre acque”, scolpita dall’interazione di tre fiumi, piogge e mare. Questi elementi naturali non sono solo essenziali per la sopravvivenza della città, ma ne hanno anche profondamente influenzato cultura, storia e stile di vita, esemplificando il continuo adattamento della popolazione all’ambiente e il ruolo essenziale che l’acqua continua a svolgere nell’esistenza tailandese.
Da città “water-based” a città “land-based”
La vita nelle comunità acquatiche di Bangkok si è drasticamente ridotta in pochi decenni di rapido sviluppo urbano. Con l’accelerazione dell’urbanizzazione, il basso delta ha progressivamente perso il paesaggio acquatico che lo definiva e la città ha dimenticato le sue comunità e i loro modi di vivere. Passando dai canali alle strade, la caratteristica infrastruttura naturale blu-verde di Bangkok è diventata una memoria lontana.
La crescita urbana ha spinto la città a riempire i suoi corsi d’acqua, togliendo i canali alle comunità che un tempo prosperavano lungo le loro rive. Questa disconnessione ha ridotto gli ecosistemi su cui queste comunità facevano affidamento e Bangkok ora somiglia poco a quello che era in passato. Con oltre 1.500 canali coperti e incorniciati nel cemento, queste vie d’acqua, un tempo arterie vibranti, sono diventate stagnanti, sono state riempite di liquami e soffocate per nascondere la vista poco piacevole.
I tre elementi che nutrivano e sostenevano la città e il suo territorio sono diventati minacce imprevedibili. Gravi inondazioni, siccità estreme e l’infiltrazione di acqua salata hanno interrotto i cicli idrici, una volta equilibrati. Nel 2011, quando piogge eccezionalmente abbondanti provenienti dal nord del paese si sono dirette verso il basso delta, Bangkok non era preparata a gestire la piena, il flusso naturale dell’acqua è stato ostacolato dal cemento, trasformando ciò che avrebbe potuto essere un’inondazione gestibile in un disastro catastrofico.
Entro il 2050, se le emissioni di anidride carbonica e il riscaldamento globale continueranno al ritmo attuale, l’IPCC prevede che il livello globale del mare aumenterà di 33 cm. Insieme al fatto che Bangkok sta sprofondando a un ritmo di 1-2 cm ogni anno a causa dei cedevoli terreni alluvionali su cui è stata costruita, la Tailandia è stata identificata come uno dei paesi più a rischio dal Global Climate Risk Index. E l’innalzamento del livello del mare potrebbe colpire un quantità di persone tre volte superiore alle previsioni, minacciando Bangkok e molte delle grandi città costiere del mondo.
Porosità del paesaggio: perché abbiamo bisogno di un’urbanizzazione “water-based”
Le aree urbane sono sempre più soggette a inondazioni a causa del cambiamento climatico, della crescente urbanizzazione e di una gestione inadeguata delle acque piovane. La World Bank stima che 1,81 miliardi di persone, il 23% della popolazione mondiale, siano direttamente esposte ad almeno un’inondazione nel corso della loro vita, con rischi significativi per vite umane e per i mezzi di sussistenza.
Poiché questi fenomeni stanno diventando la nuova normalità, è essenziale allineare lo sviluppo urbano a un clima imprevedibile e in continua evoluzione. Il concetto di “porosità del paesaggio” incoraggia le città ad armonizzarsi con i flussi naturali dell’acqua, enfatizzando flessibilità e resilienza climatica attraverso la creazione di spazi urbani permeabili all’acqua e al vento. Il Landprocess and Porous City Network (PCN) difende ed espande gli spazi verdi attraverso alberi, parchi, zone umide e stagni, vitali per migliorare la resilienza urbana. Bangkok, con uno dei rapporti più bassi di spazi verdi pubblici, ha un urgente bisogno di recuperare ogni singolo metro quadrato di verde.
Vivere con l’acqua: alcune soluzioni “landscape-based”
Creare spazi urbani che permettano la libera circolazione e la penetrazione di acqua e vento è essenziale per la sopravvivenza di città come Bangkok. Creare una “porosità del paesaggio” può aiutare a comprendere meglio e a difendere questi ecosistemi urbani in tempi di cambiamento climatico.
Il parco assetato: Chulalongkorn Centenary Park. Un’area verde di circa 4,5 ettari raccoglie e trattiene l’acqua, mitigando i rischi di alluvione. Presenta sistemi di drenaggio sostenibile, un tetto verde e zone umide, trasformando ogni goccia di pioggia in una risorsa.
Imitare la saggezza locale: Thammasat Urban Farm. La più grande fattoria organica sul tetto di tutta l’Asia, integra l’architettura del paesaggio con le tradizionali terrazze di riso, fornendo un’economia circolare per il campus mentre migliora la gestione dell’acqua e lo spazio pubblico.
Ripensare l’infrastruttura: Chao Phaya Sky Park (CPSP). Costruito su un’infrastruttura abbandonata, questo spazio verde collega i quartieri storici e moderni di Bangkok. Esempio di riutilizzo adattivo, migliora la salute pubblica e fornisce aree verdi necessarie.
Da fognatura a canale verde per una vita positiva per la natura: Chong Nonsi Canal Park. Questo progetto rivitalizza un canale trascurato, integrando spazi blu-verdi nel tessuto urbano. È un passo chiave verso una città più resiliente e positiva per l’acqua.
Rendere il governo più umano: Thailand Government Complex. Un modello urbano a basse emissioni di carbonio, questa trasformazione include una passerella sopraelevata e un parco sul tetto, migliorando il trasporto pubblico e gli spazi verdi, e promuovendo la raccolta dell’acqua piovana.
Waterscape urbanism: la strada da percorrere
Quanti parchi porosi servono per sostenere una città e prevenire le inondazioni? La risposta a questa domanda non risiede nei numeri, ma nel nostro impegno a restituire, recuperare e rigenerare il paesaggio acquatico naturale. E non è solo un’opzione, è l’unica strada per la sopravvivenza. Comprendere la resilienza storica e le modalità di adattamento alla vita con l’acqua è cruciale, in particolare nello “waterscape urbanism” necessario per il futuro di Bangkok nel delta del Chao Phraya. Per salvare la nostra città galleggiante e la sua acqua, dobbiamo dare priorità alla rivitalizzazione di canali, pianure alluvionali e terre un tempo porose, integrandole con lo sviluppo futuro.
Lo sviluppo urbano è inevitabile e nessuna città è ancora sostenibile. Con l’aumento della popolazione, il cambiamento climatico è un enigma complesso, ma offre anche infinite opportunità per trovare soluzioni adattive per il clima futuro.
Immagine copertina: Thammasat Rooftop, Kotchakorn Voraakhom, Bangkok
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asia , landscape architecture , spazio pubblico , urbanistica , verde urbano
Last modified: 16 Ottobre 2024