Gli esiti della quinta edizione del riconoscimento organizzato dal MAXXI e da Triennale Milano
ROMA. Il 13 giugno si è svolta la premiazione della quinta edizione del Premio italiano di architettura, promosso da MAXXI e Triennale Milano. Il riconoscimento, annuale, vede la collaborazione delle due istituzioni per la valorizzazione di opere realizzate da progettisti italiani, o attivi in Italia, con particolare attenzione all’innovazione, alla qualità del progetto e al ruolo sociale dell’architettura.
Il progetto vincitore
La giuria
, presieduta da Lorenza Baroncelli, direttore MAXXI Architettura e Design contemporaneo, e composta tra gli altri anche da Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano, ha conferito il premio per il miglior edificio alla cantina vinicola Il Ceresé a Montevecchia (Lecco) di Pietro Martino Federico Pizzi. Il progetto si basa, come dichiarato dagli stessi committenti, su valori di rispetto della terra, del paesaggio e delle persone che vi lavorano; valori mediati nel gesto architettonico del giovane milanese, oggi a capo dello studio fondato da Emilio Pizzi, docente al Politecnico di Milano, attento alla qualità esecutiva fino al dettaglio.
L’edificio si caratterizza per le sue linee geometriche pure, comunque armonizzate al terreno collinare e ai vigneti circostanti della valle del Curone, nel parco di Montevecchia, ai piedi della collina con il noto santuario della Madonna del Carmelo – documentato, insieme con l’attuale complesso vitivinicolo, già in uno schizzo del 1571. Il dialogo non solo con la storia ma anche con l’ambiente circostante è innescato dall’uso del cemento rosso per l’attacco a terra, che fa eco alla tradizione laterizia, e dell’acciaio Corten, plasmato per una scala a chiocciola che si arrampica sul tetto.
Un confronto
Volendo istituire un confronto con il principale riconoscimento europeo, assegnato ad aprile scorso, se i vincitori dell’edizione 2024 del Mies van der Rohe Award (il Padiglione studio nel campus della Technische Universität di Braunschweig, in Germania, firmato da Gustav Düsing e Max Hacke, e, come opera emergente, la Biblioteca Gabriel García Márquez di Barcellona, di Suma Arquitectura) sono stati scelti dalla giuria per aver «migliorato le condizioni di comunità relativamente piccole in luoghi trascurati», la cantina vinicola instaura invece un contatto preferenziale con il territorio e il suo paesaggio.
Il premio alla carriera
All’unanimità è stato attribuito a Pierluigi Nicolin, architetto e critico di rilevanza internazionale, classe 1941, per la direzione di «Lotus International». Così, dal 1978, la storica rivista ha indagato alcune dicotomie come il rapporto progetto-contesto, architettura-città, ricerca universitaria-progettazione architettonica e urbana; fino ad allargare, con il nuovo millennio, la ricerca a temi eterogenei ed eccentrici.
Ora, MAXXI e Triennale s’impegnano a portare avanti il lavoro fatto da Nicolin: per questo motivo, il MAXXI acquisisce l’archivio della rivista e Triennale, dal 2026, ne diventerà editore.
Il premio under 35
Quest’anno è stato selezionato il progetto vincitore di NXT 2024, il programma del MAXXI, a cura di Pippo Ciorra, dedicato alla promozione dei giovani progettisti e alla valorizzazione della piazza del museo romano che in estate accoglie l’installazione. Sì tratta di “Quintessenza”, del gruppo tosco-romano Grazzini Tonazzini Colombo, inaugurata in occasione della cerimonia di premiazione.
Pronta a offrire un angolo di relax, contemplazione e gioco durante la calda estate romana, è infatti aperta a tutti e funzionerà da supporto alle attività organizzate dal MAXXI nel grande spazio esterno. L’installazione effimera è un enigmatico oggetto in lamiera ondulata dalle forme essenziali: un linguaggio architettonico asciutto, quasi disadorno. La scelta di materiali “spartani” (lamiera grigia riflettente per le superfici verticali e una sorta di pavimentazione antitrauma grigia per le superfici calpestabili) e l’estrema chiarezza spaziale compongono un quadro rigoroso, che riflette l’intento di andare alle radici più profonde del concetto stesso di architettura, cercando di esprimere, per l’appunto, la sua quintessenza.
Il padiglione si presenta all’esterno come un temenos quasi impenetrabile, che al suo interno racchiude un inaspettato spazio introverso di riposo e refrigerio, ancorché privo di elementi vegetali, con un fontanile fruibile rallegrato da giochi d’acqua e di luce. Nella sua immagine complessiva, i rapporti proporzionali del padiglione ben si confrontano con l’architettura di Zaha Hadid Architects e la lamiera grigio azzurra instaura un interessante contrasto con gli intonaci arancioni degli edifici di via Masaccio. I materiali utilizzati, di recupero da altri interventi, saranno poi nuovamente riciclati.
Nell’occasione è stata inaugurata anche la mostra, a cura dello stesso Ciorra, presso il Centro Archivi del MAXXI Architettura, dei progetti finalisti di NXT (oltre agli altri progetti del Premio italiano): “ST-Onescape” dello studio Brunelli Ann Minciacchi, un evocativo paesaggio onirico arricchito da elementi naturali; “Ideario” di AMArchitecture, una struttura modulare caratterizzata da shed e tendaggi; “Sipario” di LandWorks, un padiglione flessibile composto da membrane tessili mobili.
Immagine copertina: © Guido Caltabiano
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Last modified: 17 Giugno 2024