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Lucia Pierro e Marco ScarpinatoWritten by: Progetti

MuST23, memoria viva antimafia della strage di Capaci

Tra rigenerazione e racconto immersivo, visita al primo nucleo del nuovo spazio di cultura e aggregazione sociale, al bordo del tratto autostradale teatro dell’attentato mafioso

 

CAPACI (PALERMO). Il 22 maggio è stato presentato il primo step di MuST23, il nuovo museo immersivo realizzato nell’area dell’ex stazione di Capaci, al bordo di quel tratto di autostrada che nel 1992 fu squassato dall’esplosione che uccise il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

 

Un polo di aggregazione giovanile

MuST23 non è solo un museo ma è soprattutto un intervento di rigenerazione radicato al territorio e alla comunità di Capaci che, nel mostrare la bellezza dei luoghi, definisce un polo di aggregazione giovanile in una cittadina che ne è priva. Il progetto è stato realizzato su iniziativa di Addiopizzo Travel, cooperativa sociale specializzata in turismo responsabile antimafia con percorsi rivolti a giovani e studenti, e di Capaci NO MAFIA, associazione promotrice d’iniziative antimafia e di valorizzazione e salvaguardia del territorio che coinvolgono la comunità (come la realizzazione della grande scritta “No mafia” che campeggia sull’edificio da cui fu innescato l’esplosivo).

Come sottolineato da Dario Riccobono, direttore responsabile dello spazio, MuST23 vuole “informare, educare ma anche emozionare. Scuotere le coscienze per spingere all’impegno”, mentre Massimiliano Lombardo, responsabile di CoopCulture Sicilia, lo definisce “un’esperienza di rigenerazione che colma il vuoto di un luogo che torna a servire la comunità”.

Il progetto è finanziato in gran parte da Invitalia (con la misura cultura crea 2.0), da Legacoop e da Coopfond: tre realtà che, in quest’iniziativa, hanno visto un concreto esempio d’impresa sociale capace di coniugare cultura, creatività e nuove tecnologie per tener viva la memoria civile e valorizzare il territorio.

 

Un presidio antimafia

La strage di Capaci, oltre ad aver segnato la storia d’Italia, è stata il banco di prova per la costruzione della coscienza civica e politica della cosiddetta “generazione del ‘92”: quei giovani – siciliani e non – che, dopo quell’esperienza, cominciarono a impegnarsi nella resistenza alla mafia e nella valorizzazione di un territorio che non è solo “un pezzo di autostrada saltato per aria”. Per questo MuST23, la cui la direzione artistica è curata da Davì Lamastra, non si limita a raccontare la mafia, la strage di Capaci e le esperienze di 32 anni di lotta, resistenza e speranza, ma definisce un nuovo spazio di cultura e “memoria viva”: un presidio antimafia pensato per accogliere attività didattiche, culturali ed aggregative volte a promuovere la cultura della legalità rivolgendosi a cittadini, studenti e turisti che giungono da ogni parte del mondo e hanno spesso una visione stereotipata della mafia.

 

5 container, in attesa del recupero dell’ex stazione

Lo spazio, aperto al pubblico dal 3 giugno, è stato allestito nel piazzale dello scalo merci dell’ex stazione ferroviaria di Capaci, concessa in comodato d’uso gratuito da RFI. La riattivazione di quest’area parallela all’autostrada segna così l’avvio di un nuovo “viaggio” e crea un cortocircuito tra la memoria da tenere viva e un futuro che da costruire pensando “alle generazioni più giovani, che non hanno vissuto quegli anni terribili, ma devono fare in modo, attraverso l’impegno e il coinvolgimento, che quegli anni non debbano più tornare”, come ribadito dal sindaco Pietro Puccio che, come presidente della Provincia, si fece promotore della mostra di Gabriele Basilico “Palermo Città” dimostrando, anche in quel caso, attenzione nella promozione d’iniziative culturali calibrate sui territori.

Con la seconda fase verrà restaurato anche l’ex fabbricato viaggiatori della stazione. Intanto, in questa prima fase, sul fascio di binari sono stati allestiti cinque container vivacemente colorati. Uno ospita nove monitor per ascoltare le parole di Giovanni Falcone, mentre in altri due sono allestite le sale dotate di visori Meta Quest3 che, grazie alla realtà virtuale, proiettano i visitatori in autostrada facendo rivivere i secondi immediatamente successivi all’esplosione. L’esperienza immersiva, realizzata dalla cooperativa Mediterranei, permette così di ascoltare le testimonianze dei sopravvissuti, dei soccorritori e dei primi testimoni attivando i filmati degli archivi Rai e i messaggi radio della polizia tratti dal documentario Voci di Capaci, di Ernesto Oliva e Antonio Prestigiacomo.

Nel piazzale di MuST23 è ospitata anche la mostra fotografica “L’eredità di Falcone e Borsellino”, ideata e realizzata dall’Ansa. Infine, gli altri due container ospitano rispettivamente il bookshop e il punto di fruizione culturale permanente curato da Feltrinelli che, con la proposta editoriale pensata per questo sito, valorizza la storia e l’arte locale con focus su temi dell’antimafia e legalità, proponendo inoltre una sezione ad hoc di libri per giovani.

Immagine di copertina: Il paesaggio che circonda MuST23

 

 

 

MuST23 | Museo – Stazione 23 maggio | ex stazione di Capaci, via Monsignor Siino snc, CAPACI (PA)

Progetto di: Addiopizzo Travel e Capaci No Mafia con la direzione artistica di Davì Lamastra
Finanziato da: Invitalia (tramite misura Cultura Crea 2.0); Legacoop – CoopFond; Fondazione Pico – Google.org – Banca d’Italia
Bookstore ufficiale: Feltrinelli
Media Partner: Rai e Ansa
Ticketing partner: Coopculture
VR & AR Partner: Cooperativa Mediterranei
Gratuito Patrocinio: Comune di Capaci
Con il contributo di: Leroy Merlin Italia; Fillea Cgil Palermo; Cassa Edile Palermo
Spazi concessi in comodato d’uso gratuito da: RFI
Apertura al pubblico: dal 3 giugno
MuST23.it

Autore

  • Lucia Pierro e Marco Scarpinato

    Scrivono per «Il Giornale dell’Architettura» dal 2006. Lucia Pierro, dopo la laurea in Architettura all'Università di Palermo, consegue un master in Restauro architettonico e recupero edilizio, urbano e ambientale presso la Facoltà di Architettura RomaTre e un dottorato di ricerca in Conservazione dei beni architettonici al Politecnico di Milano. Marco Scarpinato è architetto laureato all'Università di Palermo, dove si è successivamente specializzato in Architettura dei giardini e progetto del paesaggio presso la Scuola triennale di architettura del paesaggio dell'UNIPA. Dal 2010 svolge attività di ricerca all’E.R. AMC dell’E.D. SIA a Tunisi. Vive e lavora tra Palermo e Amsterdam. Nel 1998 Marco Scarpinato e Lucia Pierro fondano AutonomeForme | Architettura con l'obiettivo di definire nuove strategie urbane basando l'attività progettuale sulla relazione tra architettura e paesaggio e la collaborazione interdisciplinare. Il team interviene a piccola e grande scala, curando tra gli altri progetti di waterfront, aree industriali dismesse e nuove centralità urbane e ottenendo riconoscimenti in premi e concorsi di progettazione internazionali. Hanno collaborato con Herman Hertzberger, Grafton Architects, Henning Larsen Architects e Next Architect. Nel 2013 vincono la medaglia d'oro del premio Holcim Europe con il progetto di riqualificazione di Saline Joniche che s'inserisce nel progetto "Paesaggi resilienti" che AutonomeForme sviluppa dal 2000 dedicandosi ai temi della sostenibilità e al riutilizzo delle aree industriali dismesse con ulteriori progetti a Napoli, Catania, Messina e Palermo. Parallelamente all'attività professionale il gruppo sviluppa il progetto di ricerca "Avvistamenti | Creatività contemporanea" e cura l'attività di pubblicistica attraverso Plurima

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Last modified: 29 Maggio 2024