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Angela GigliottiWritten by: Reviews

Architettura e (con)sensi: i primi quarant’anni di 3XN

Architettura e (con)sensi: i primi quarant’anni di 3XN

Al Danish Architecture Center di Copenaghen una mostra sul noto studio danese: tra costruzione, emozione e autorialità

 

COPENAGHEN (DANIMARCA). È stata inaugurata a fine marzo la mostra “Aware: Architecture and Senses” al Danish Architecture Center, a quasi un anno dall’evento che ha consacrato la città come Capitale mondiale Unesco dell’Architettura 2023 e da New Danish Architecture (Strandberg, 2023): dieci tomi curati da Kristoffer Lindhardt Weiss per canonizzare dieci progetti e dieci tematiche chiave del passato, presente e futuro dell’architettura danese. Lo stesso che nel 2014 come co-curatore del Padiglione Danese alla Biennale di Architettura di Venezia aveva concettualizzato l’Art of Many. Dieci anni dopo tralascia i molti per declinarne un campione ben più limitato in mille pagine. Tra i grandi assenti, lo studio 3XN e tutto quel discorso fondativo dell’educazione architettonica danese di stampo Beaux Arts, legato all’esperienza e alla fenomenologia. Ci pensa quindi il DAC, insieme a una lista corposa di fondi filantropici, che come sempre rendono possibile dare forma alle intenzioni, a colmare la lacuna con una mostra monografica sullo studio 3XN.

 

Costruire o non costruire?

In un momento in cui il dibattito teorico locale è chiamato a esprimersi sul byggestop (la non-costruzione) in risposta all’ipertrofia degli sviluppi urbani che sta garantendo cubature e la circolazione di capitali nei due principali centri del Paese (Copenaghen e Aarhus), la mostra si pone invece un obiettivo opposto. Se fosse di settore, diremmo che afferma il principio che non solo è necessario costruire, ma anche rivendicare l’architettura come un’arte spaziale che opera a livello empatico. Ma questa non è una mostra di settore: gli addetti erano aware sia del valore delle emozioni, sia dell’esistenza dello studio 3XN anche prima del vernissage. Questa è una mostra per tutti (gli altri): i molti di cui sopra, la collettività perduta, ritrovata come utenza.

 

Arte & tecnica

Quasi quarant’anni di carriera nazionale e internazionale

permette a 3XN di affrontare una mostra monografica non con l’ansia di chi si deve affermare, ma con la sicurezza con cui si affronta un premio alla carriera. L’architettura è per lo studio danese sia disciplina artistica che fa appello alle sensazioni, sia tecnica capace di dare forma allo stupore, alla riflessione e alla connessione tra le persone. Lo declamano a gran voce, attraverso sei installazioni pluri-materiche in scala 1:1 che permettono all’utente di viaggiare con il corpo e la mente attraverso sei spazi, completamente diversi, estratti da alcuni dei progetti che hanno reso fama allo studio. Un ufficio che, come riportato, dal 1986 “crea progetti innovativi che promuovono esperienze positive e relazioni umanelavorando da ben cinque studi nel mondo, e che dal 2007 è affiancato da GXN, l’alter ego che si occupa proprio di capire di che materia siano fatte tali esperienze.

 

L’allestimento: la costruzione dello stupore

Visitando “Aware: Architecture and Senses” ci si lascia trasportare e cullare. Una volta entrati non importano gli aspetti teorici o programmatici dell’architettura. Non importa chi, come o cosa ha reso possibile quegli spazi. Ci si concentra sulle emozioni provocate, ci si astrae dal contesto e dagli abitanti che fanno di quei ritagli delle architetture. Un contrasto netto tra gli spazi: una parete con specchi deformanti estratta da una facciata (ottima per i selfie); una galleria che permette di attraversare gli ingranaggi di un caleidoscopio; un bozzolo di legno in cui sedersi; una foresta di lamelle di legno che si perde nel buio; una galleria in cui i pattern disorientano e infine una rampa di scale rossa moltiplicata all’infinito grazie agli specchi che fa perdere completamente la percezione dello spazio e del tempo.

Tuttavia non è la awareness il punto in questione, è piuttosto l’attenta costruzione dello stupore, della sorpresa. Ci si sente presi alla sprovvista, e ci si ritrova in sei spazi e sei emozioni diverse, del tutto personali per ognuno dei moltissimi visitatori. Le sensazioni sarebbero state diverse se la mostra fosse stata ospitata altrove? Forse no. Ma probabilmente il budget sarebbe stato molto più basso.

 

Sensi e consensi

Purtroppo, la mostra finisce in fretta

, ma per chi vuole approfondire c’è l’immancabile tavolo con modelli, dati, foto e realtà virtuale: un assaggio della commodificazione neoliberista dell’architettura danese. Come a ricordarci che l’architettura è fatta di emozioni, ma anche e soprattutto che in Danimarca si costruisce e questo ha implicazioni legate al sistema di produzione, ai fondi che la rendono possibile, alle forme di emancipazione e precariato che alimenta. Aware” non chiarisce né i modi di produzione di uno studio che a fine 2018 aveva due terzi dei lavori fatturati all’estero e un terzo di dipendenti stranieri; né la differenza tra architettura e arte.

Detto questo, la mostra merita di essere vista e insieme ai sensi aumenta anche sicuramente i consensi. É un portfolio dello studio fatto solo da sei highlight, di successo e di grandeur: un grande slam a chi con una prospettiva storica e teorica sull’architettura ridiscute la narrativa dominante dell’architetto-artista e il ruolo dell’autorialità in architettura.

Immagine di copertina: © Rasmus Hjortshoj

 

“Aware: Architecture and Senses”
22 marzo -15 settembre 2024
Danish Architecture Centre DAC Copenhagen, Denmark
dac.dk

Autore

  • Angela Gigliotti

    Architetta docente e ricercatrice. Specializzata in architettura e lavoro, studia i modi di produzione nei contesti locali e transnazionali del welfare state danese, dell'architettura diplomatica e della colonialità svizzera. Laureata al Politecnico di Milano (2011) e nel programma di doppia laurea dell’Alta Scuola Politecnica (2010) al Politecnico di Torino. Ha conseguito il dottorato con la tesi monografica “The Labourification of Work” alla Aarhus Arkitektskolen (2020) e il post-graduate in processi di apprendimento presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (2020). É stata Visiting Ph.D. Fellow all'Architectural Association di Londra (2018). Attualmente è: Distinguished Postdoctoral Fellow di Sua Maestá la Regina Margrethe II presso l'Accademia di Danimarca a Roma (Carlsbergfondet 2021-24), affiliata alla cattedra di Storia e Teoria della Progettazione Urbana a ETH Zürich e alla Aarhus Arkitektskolen; vincitrice della Fellowship all’Istituto Svizzero di Roma (2024-25); docente al DIS Copenaghen (dal 2016) e co-fondatrice dello studio di ricerca architettonica OFFICE U67 ApS.

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Last modified: 29 Maggio 2024