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Maria Paola RepellinoWritten by: Progetti

Aranya Qinhuangdao: icone per il real estate di lusso

Aranya Qinhuangdao: icone per il real estate di lusso

In Cina, l’ultimo gioiello dell’esclusiva iniziativa immobiliare è la Cappella della musica di Vector Architects

 

PECHINO. Una cappella in riva al mare, una biblioteca “solitaria”, un museo scavato nella sabbia sono solo alcune delle iconiche architetture che punteggiano la comunità di Aranya Qinhuangdao, a 300 km a est di Pechino.

 

Aranya, 220 ettari lungo la costa per evadere dalla città

Raffinata iniziativa immobiliare

, avviata nel 2013 dal fondatore Ma Yin, Aranya si estende per 220 ettari lungo la costa nel distretto di Beidaihe con l’ambizione di creare uno spazio di evasione dalla vita urbana, un rifugio esclusivo a contatto con la natura. Nell’ultimo decennio proprietà e società immobiliari hanno puntato su architetti di spicco nel panorama cinese per progettare spazi di piccole e medie dimensioni dedicate ad attività comunitarie, con l’intento di sostenere la coesione sociale e l’offerta di nuovi spazi di svago per i residenti e i fruitori dell’area ma, ancor più, la crescita dei prezzi di mercato e la vendita degli immobili in costruzione.

Tra alberghi, ville e complessi residenziali distribuiti lungo il litorale, l’esclusiva comunità artistico-culturale di Aranya ha finora collezionato gioielli architettonici come la Seashore Chapel (2015), la Seashore Library (2015) e il Restaurant y Sea (2018) progettati da Vector Architects, l’Aranya Ideas Camp (2017) di Atelier TeamMinus; il Dune Museum (2018) di OPEN Architecture; l’Aranya Art Center (2019) di Neri&Hu; l’Aranya Theatre (2020) di TAO – Trace Architecture Office.

Si tratta d’interventi sofisticati, eterogenei, legati alla specificità contestuale, solitamente molto espressivi, talvolta ironici, sempre segnati da un alto grado di finezza estetica e da soluzioni non convenzionali. Queste esperienze pertanto non si risolvono più esclusivamente nell’eccezionalità di singoli manufatti, ma reclamano piuttosto l’autonomia di un discorso critico più ampio. Più di altri, questi spazi ci consentono di osservare una nuova generazione di architetti cinesi, meglio capaci d’interagire criticamente con le esigenze della committenza e con il contesto in cui intervengono.

 

Un nuovo vivace luogo di aggregazione

A questa collezione oggi si aggiunge la Cappella della musica, il quarto progetto dello studio pechinese diretto da Gong Dong. Qui, Vector Architects concepisce l’architettura come uno “squisito strumento musicale”, uno spazio di aggregazione e allo stesso tempo di contemplazione. Da un lato, la sobrietà neo-brutalista delle forme esterne rivela la quiete degli spazi interni, raggiunta attraverso un trattamento poetico della luce e dei materiali che evoca la Seashore Chapel. Dall’altro, la localizzazione dell’edificio lo rende un vivace luogo di aggregazione per gli abitanti della comunità. A differenza dei suoi predecessori situati direttamente sulla spiaggia, la cappella è posizionata leggermente a nord rispetto al centro della piazza della comunità, nota come Youyi Bay.

L’attenzione al contesto si rivela nell’andamento curvilineo dell’architettura, che sembra plasmata dall’ambiente circostante e dai flussi di persone che percorrono la piazza. Le tre facciate concave dialogano con i diversi gruppi di edifici adiacenti alla piazza – una mensa e il mercato a nord, complessi residenziali a ovest, alberghi e negozi a sud – dando forma a tre spazi pubblici con atmosfere e scale differenti. La scelta di sollevare l’edificio da terra permette poi di mantenere il carattere aperto della piazza, dotandola al contempo di uno spazio coperto. Una lunga rampa leggermente sfalsata e parallela alla facciata invita il visitatore ad entrare all’interno.

La sezione dell’architettura identifica chiaramente i due spazi principali: la Sala della musica e la Rotonda della meditazione. Come rivelano gli schizzi progettuali, la configurazione spaziale sembra trarre ispirazione dalla “Sala della musica” anche detta “della chitarra rovesciata” della palladiana Villa Contarini, la cui particolare conformazione produce un funzionamento simile a quello di una cassa armonica.

Al piano superiore la Sala della musica può ospitare 48 persone, disposte intorno al palco incassato, che sembra fluttuare sospeso sullo spazio della rotonda. La Sala è ideata anche per funzionare come teatro all’aperto grazie alla copertura circolare pneumatica retrattile, che incorona l’architettura. La musica eseguita dagli orchestrali si diffonde nello spazio raggiungendo la sottostante Rotonda grazie a nove canne in ottone inserite tra le sedute. Scendendo le scale, l’unica apertura ritagliata nella facciata est inquadra un suggestivo scorcio sull’oceano.

Al piano inferiore, la Rotonda della meditazione è uno spazio essenziale, alto nove metri, dotato di sedute in calcestruzzo lucidato lungo la parete. La luce naturale filtra all’interno attraverso pannelli in vetro apribili disposti attorno al disco del palco. Lo spazio è completamente ermetico. La musica, la luce soffusa e la brezza lieve che pervadono l’interno donano un’atmosfera intima e raccolta all’esperienza spaziale.

 

Autore

  • Maria Paola Repellino

    Architetta e Dottore di ricerca in ‘Architettura e Progettazione Edilizia’ (2016); Ricercatrice presso il Politecnico di Torino dove è stata Direttore Esecutivo del gruppo di ricerca China Room e membro del Future Urban Legacy Lab. Visiting Scholar presso la School of Architecture della Tsinghua University di Pechino (2014). Il suo lavoro di ricerca si concentra sulle culture del progetto architettonico e urbano con particolare attenzione ai processi di trasformazione urbana. Ad oggi le sue principali pubblicazioni sono il volume Fun Mill: The Architecture of Creative Industry in Contemporary China (ORO Editions 2022); The City after Chinese New Towns (Birkhäuser 2019, curato con M. Bonino, F. Governa, A. Sampieri)

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Last modified: 10 Gennaio 2024