Riceviamo e pubblichiamo una lettera in ricordo dei 150 anni dalla nascita di un pioniere dimenticato
Sovente nel campo della tecnica accade che una triste sorte attenda pionieri, progettisti, costruttori, imprenditori visionari, giacché a solo pochi decenni dalla loro dipartita ecco andare pian piano sparendo dalle luci della notorietà non solo i loro nomi ma anche il ricordo di tutti i loro successi. Difficile che cali il sipario della dimenticanza sopra la biografia e sulle opere di un letterato di fama, assai facile invece soccombere sotto il peso dell’indifferenza e della volubilità del gusto estetico per un ancorché celebre ingegnere del passato.
Ebbene, l’11 gennaio ricorrono i 150 anni dalla nascita dell’ingegnere partenopeo Gioacchino Luigi Mellucci (1874-1942): il suo cognome non risuona nei manuali ma giace in disparte, noto unicamente ai meglio informati. Eppure, la sua competenza nell’impiego del calcestruzzo armato l’aveva reso durante gli anni del ventennio uno fra i più richiesti progettisti sia in ambito pubblico che privato; infatti, sue furono le terme di Agnano [immagine di copertina], il teatro augusteo e la funicolare centrale, sì come le facciate d’innumerevoli palazzi delle più prestigiose città italiane, dalla Lombardia al Molise. Però, fu la sua città natia a fornirgli maggiori possibilità di espressione tecnica ed artistica, tant’è che in breve tempo divenne coralmente riconosciuto quale uno dei migliori interpreti dello stile Liberty a Napoli.
Figlio del secolo XIX al tempo della seconda rivoluzione industriale, di nobili e illustri natali sia per parte materna che paterna, nativo del comune casertano di Curti, si formò alla Regia Scuola d’Applicazione di Napoli e, da studente, visitò centri storici, monumenti ed edifici principali delle più ricche e avanzate città dell’allora neo-defunto Regno delle due Sicilie. Tuttavia, nei primi anni del XX secolo avvenne l’incontro che gli risultò cruciale per l’orientamento della sua futura attività edile: in occasione di un progetto per il Werkbund all’Esposizione di Colonia del 1914 conobbe Walter Gropius, progettista delle Officine Fagus e fondatore del Bauhaus. Anche lo stadio Artemio Franchi di Firenze, recentemente al centro di un dibattito circa la natura dei provvedimenti da prendere per la sua tutela e conservazione, reca la firma dell’ingegner Mellucci.
Purtroppo, la vita del valente progettista si concluse anzitempo, a soli 68 anni, quando l’Italietta, tutta presa dallo sforzo bellico, non aveva tempo d’interessarsi a celebrare l’acume e le gesta di un grande che periva. Quindi, è proprio il caso di dire che questa memoria gliela dobbiamo, in segno di riconoscenza verso l’ingegno di chi ci ha lasciato in eredità la possibilità di godere di beni tanto duraturi quanto di pubblica utilità.
Immagine di copertina: © Marco Menghi
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anniversari , ingegneria , lettere al Giornale , napoli , pier luigi nervi
Last modified: 7 Gennaio 2024