Visita a uno spazio pubblico, già teatro di delitto, dedicato alla memoria, all’arte e alla prevenzione, su progetto di Laura Frediani
VIENNA. Come in Italia, anche in lande germaniche la violenza sulle donne è un problema trasversale di vaste proporzioni: in Germania quasi ogni tre giorni viene uccisa una donna; in Austria ogni 12 giorni, ma quasi il 35% ha subito una forma di violenza e una su 5 subisce stalking o molestie sessuali. Il 5 marzo 2021, in una minuscola tabaccheria di 12 mq nel 9° distretto, all’incrocio tra Nussdorfer Strasse e Währinger Strasse, uno snodo urbano attraverso cui transitano numerosi trasporti pubblici e 30.000 utenti al giorno, una donna di 35 anni è stata arsa viva: il suo ex compagno l’aveva cosparsa di benzina e poi era uscito chiudendo la porta a chiave. A nulla erano valsi i soccorsi prestati dai passanti per liberare la donna, morta un mese dopo con oltre il 75% di ustioni sul corpo.
Proprio di quella porta fatale, le maniglie in metallo sono state fra i pochi oggetti sopravvissuti al rogo, e ora fanno parte di un progetto fortemente voluto dalla giunta del 9° distretto. Ma lo sgomento suscitato nell’opinione pubblica ha consentito una più ampia collaborazione con gli assessori municipali Veronica Kaup-Hasler, Kathrin Gaal, Christoph Wiederkehr e l’incaricata per i diritti umani Shams Asadi, nonché l’Ufficio Donne del Comune di Vienna.
Da qui anche il congruo finanziamento: della compagnia di assicurazioni Uniqa, proprietaria dello stabile, che si è accollata le spese di ristrutturazione del locale e lo rende liberamente accessibile, e di 156.000 euro dell’assessorato viennese all’economia e al lavoro, per la gestione organizzativa e artistica nel prossimo triennio con curatela di Anna Valentina Ennemoser.
Il risultato, presentato nella capitale poco prima di Natale come prima risposta tangibile e permanente in Austria sul tema dei femminicidi, è il progetto “FRAU* schafft Raum“, uno spazio pubblico sospeso fra memoriale, luogo d’arte e anche luogo di prevenzione, portando incisi i recapiti dei servizi antiviolenza.
L’apposito bando di concorso ha selezionato la proposta dell’architetta italo-austriaca Laura Frediani, che ha allestito uno spazio sobrio e luminoso, atto a stimolare e consentire il ricordo e il raccoglimento: “La superficie metallica che si affaccia sulla strada ci accompagna dal trambusto del marciapiede alla quiete dell’interno“, spiega Frediani: “La sua lucentezza riflette l’immagine delle persone, della città e delle opere d’arte, creando un punto di vista nuovo, con un nitore volto a sublimare la violenza del femminicidio in uno spazio astratto, simbolicamente rafforzato da uno spazio bianco a disposizione delle artiste che propongono installazioni all’interno del locale“.
Per l’ex tabaccheria Frediani ha scelto una narrativa su diversi livelli: “Sul piano sociale, per offrire uno spazio flessibile e aperto al dialogo sul ruolo delle donne contemporanee; sul piano simbolico per lasciare nell’intonaco all’interno del memoriale un segno eloquente dell’incendio e richiamare così la crudeltà dell’atto compiuto; sul piano tecnico per proporre un contrasto fra la pesantezza delle pareti murarie ottocentesche e la leggerezza degli interventi moderni in acciaio, vetro e tela bianca“.
La prima installazione, “Da war die Angst“ (C’era la paura) è firmata da Sabine Groschup ed è visibile fino all’8 febbraio: una poesia ricamata su un panno bianco che funge da fondale a 79 orologi di varia foggia e dimensione, fermi sull’ora di altrettanti femminicidi, primo fra tutti quello della tabaccaia Nadine.
Immagine di copertina: © Christoph Kleinsasser
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arte contemporanea , concorsi , Donne , interni , memoria , spazio minimo , spazio pubblico , vienna
Last modified: 7 Gennaio 2024