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Written by: Patrimonio

Parma: dopo sei anni di restauri, Pilotta a pieno regime

Il punto a un mese dalla fine lavori sui 30.000 mq di spazi del complesso monumentale, unico museo enciclopedico pubblico

 

PARMA. “Gira” ormai a pieno regime il complesso monumentale della Pilotta, museo autonomo dello Stato diretto da Simone Verde comprendente la Biblioteca Palatina, la Galleria Nazionale, il Museo archeologico nazionale, il Teatro Farnese e il Museo Bodoniano.

Il Giornale dell’Architettura ha lasciato trascorrere un mese dall’inaugurazione post lavori di restauro e riqualificazione – durati sei anni in tutto – del complesso ampio 30.000 mq proprio per giudicare la “macchina” oggi pienamente attivata di quello che probabilmente è l’unico museo enciclopedico pubblico. Qui, infatti, i lavori di riqualificazione, risistemazione e ricomposizione hanno permesso di portare alla sua originaria unità una delle più importanti concentrazioni italiane di documenti, beni culturali, artistici e librari, riunendo istituti nati insieme e smembrati poi nel corso del XIX secolo. Lo spiega il direttore: “I vari istituti erano stati inopportunamente separati con l’Unità d’Italia e oggi si presentano di nuovo come un complesso monumentale unico che, con la sua concentrazione di documenti, beni culturali, artistici e librari costituisce una delle rarissime sopravvivenze degli esperimenti che, a cavallo del XVI e XVII secolo, hanno portato alla nascita dei musei come istituzioni caratteristiche della storia moderna”.

Al complesso parmense i lavori nel loro insieme sono costati 22,4 milioni in più tranche (1,5 milioni da mecenati privati) e così oggi l’intera struttura monumentale appare anche solo visivamente “ripensata” nel suo insieme, attraverso agevoli percorsi con ingresso dallo scalone che introduce prima nel Museo Archeologico e successivamente, tramite ulteriori rampe di scale, alla Galleria da un lato e alla Biblioteca dall’altro con, al centro, l’ingresso al teatro farnesiano.

Il nuovo museo che celebra l’attività del grande tipografo GianBattista Bodoni, inoltre, ha oggi un proprio accesso al piano terra della Pilotta, condiviso con la Biblioteca Palatina.

 

Le fasi del restauro

Le prime azioni hanno riguardato la ripulitura e il riordino degli spazi connettivi, a partire dall’androne d’ingresso e dallo scalone monumentale fino all’allestimento museografico del vestibolo con l’esposizione di materiali documentari e pannelli didattici che permettono una prima introduzione alla storia del complesso e delle collezioni. Successivamente, i lavori alla Galleria sono stati imponenti: di tipo strutturale e di manutenzione, finalizzati a risolvere problematiche gravose e da tempo irrisolte di sicurezza dell’edificio, degli impianti, degli spazi e delle collezioni.

È stato poi avviato un ripensamento generale degli allestimenti, soprattutto nella più antica ala nord ottocentesca, che ha riguardato sia il miglioramento estetico e funzionale degli ambienti, sia la contestualizzazione filologica e la valorizzazione delle opere. Alla biblioteca del piano nobile della Pilotta è avvenuta la riapertura della Galleria dell’Incoronata, per decenni magazzino dell’istituto (qui è oggi visibile la sinopia dell’affresco con “l’Incoronata” del Correggio), cui è seguito il restauro della celebre sala Petitot, la predisposizione di una nuova sala catalogo e un nuovo sistema di accessi all’istituto.

La Sala Paciuadi al piano terra, invece, permette di tenere distinti gli accessi in biblioteca dai visitatori dei musei. Per configurare questo spazio di accoglienza è stato chiuso un ampio passaggio coperto del XVII secolo in stato di degrado: ne è emerso un volume monumentale voltato che accoglie desk della biblioteca, accesso al Bodoniano e servizi ed è dedicato al colto bibliotecario Padre Paolo Maria Paciaudi, attivo nel Settecento presso la corte borbonica di Parma. Proprio quest’ultimo museo, il più antico della stampa in Italia, nato nel 1963 e nella nuova sede inaugurato nel 2022, è stato tra le ultime riqualificazioni eseguite. Il percorso, interamente riallestito, presenta oggi l’intera collezione di punzoni originali e di stampati di Bodoni, il tipografo piemontese che rese Parma capitale mondiale della stampa nel secondo Settecento.

 

Il teatro Farnese, il Museo archeologico, il cortile della Cavallerizza e gli oggetti

Il teatro Farnese, gioiello straordinario datato 1618, è stato anch’esso al centro di approfonditi interventi: manutenzione ordinaria e straordinaria, musealizzazione delle sottogradinate finora destinate ad altri usi e oggi usate per l’esposizione di documenti e materiali sull’architettura del teatro e sugli spettacoli della corte farnesiana con “narrazione” anche tramite videomapping.

Il Museo Archeologico, il primo d’Italia, istituito dai Borbone nel 1760, oggi, dopo i lavori, presenta un percorso cronologico e tematico con reperti (affiancati da un apparato didascalico, sia ispirato alla new archeology – global history sia più sintetico e fattuale) databili a partire dal Paleolitico fino all’età Tardoantica; oggetti che si riconnettono idealmente con la prima sala della Galleria Nazionale che espone sculture dei secoli XII e XIII.

Nei vari istituti citati, dopo aver predisposto la parte dei percorsi e gli interventi sulle strutture, si è proceduto ai restauri degli oggetti: coinvolte 62 opere della Galleria Nazionale, 102 cornici, 185 manoscritti e volumi della Biblioteca Palatina, 550 reperti archeologici e, in tutto, curatori e tecnici sono intervenuti al riallestimento di 47 sezioni museali (26 alla Galleria Nazionale, 3 al Farnese, 5 alla Palatina, 5 al Bodoni e 5 all’Archeologico). Lavori, infine, anche all’aperto, al cortile della Cavallerizza, giardino nato nel secondo dopoguerra sulle rovine dell’antica cavallerizza ducale, fino all’anno scorso deposito incongruo di materiali lapidei: l’area è stata bonificata, piantumata e restaurata per quel che riguarda le facciate interne al cortile, come quella dell’ex Tribunale di revisione della corte borbonica.

In realtà qualcosa resta da fare, spiegano i tecnici: “A completare il progetto della Nuova Pilotta saranno alcuni lavori avviati a breve al cortile di San Pietro Martire (un tempo per i duchi, dal 1865 aperto ai cittadini), con fondi PNRR. Vedrà la luce un nuovo ascensore unico per tutto il complesso con annessi i servizi di biglietteria e accoglienza del pubblico. Il cortile sarà al centro di un ampio intervento di restauro che permetterà di ricomporre filologicamente il quadro frammentario della pavimentazione, ricomponendo l’estetica di pregio ottocentesca dei Voltoni”.

Immagine di copertina: © Giovanni Hanninen

 

 

Autore

  • Stefano Luppi

    Nato in provincia di Modena, laureato e specializzato in storia dell’arte e materie affini, ha pubblicato alcuni saggi in volumi scaturiti da progetti di comuni, università e fondazioni dedicati alla storia dell’arte emiliana, ma si è anche occupato di comunicazione e organizzazione culturale. Giornalista iscritto all’Ordine dal 1995, lavora per testate locali e nazionali, generiche e specializzate, quali «Il Resto del Carlino», «la Gazzetta di Modena», «la Gazzetta di Reggio Emilia», «Il Giornale dell’Arte», «ArtDossier», «Arteletta», «Ibc rivista» sulle quali da sempre si occupa di temi artistici, urbanistici, architettonici, letterari

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Last modified: 19 Dicembre 2023