Ricordo del maestro di spazio e luce, raffinato interprete della natura e della cultura finlandese dal legame con l’Italia
“Architecture is closer to music than to the visual arts.
To qualify as architecture, buildings, together with their internal spaces and their details, must be an organic part of the environment, of its grand drama,
of its movement and of its spatial sequences”
Juha Leiviskä, in «Architecture and Urbanism» (aprile 1995)
Juha Leiviskä è stato un raffinato interprete della natura e della cultura finlandese, un protagonista colto e sensibile, intimo e riservato. Lascia una profonda eredità di valori e un patrimonio d’idee ed opere di grande spessore. La sua linea di ricerca, spesso in controtendenza, ha dovuto attendere per essere compresa e apprezzata. Nonostante la vittoria di concorsi importanti come quello per il municipio di Kouvola già nel 1964 (con Bertel Saarnio), le sue opere non hanno avuto l’attenzione che meritavano e il successo è arrivato nei tardi anni ottanta e novanta, con la chiesa di Myyrmäki a Vantaa (1984), il centro parrocchiale di Kirkkonummi (1984), il restauro di un capolavoro dell’architettura romantico-nazionale, Villa Johanna a Helsinki (1986, con Marica Schalin). Il suo legame con la storia e la tradizione, la sua capacità di entrare in sintonia con il luogo, trovano una sintesi nell’improvvisa rivelazione dello “spazio intermedio”, del “continuum spaziale” (sono sue parole) che gli consente di elaborare un linguaggio unico in un panorama complesso e competitivo come quello dell’architettura finlandese.
Le sequenze spaziali delle sue celebri chiese, della biblioteca di Vallila a Helsinki, dei numerosi edifici culturali – citiamo qui il Sandels Cultural Centre (2007, con Rosemarie Schnitzler) e la Swedish School of Social Science (2009, con Jari Heikkinen) – rivelano le matrici della ricerca di Mies van der Rohe e di de Stijl, assorbite e confluite in un linguaggio originale, caratterizzato dalle vibranti camere di luce, modulate all’interno di sequenze di piani. Quelle di Leiviskä sono opere d’arte totale, condotte in una sinfonia di movimenti che fluttuano tra esterno e interno.
Dopo gli studi nella Scuola di Architettura della Helsinki University of Technology, conclusi nel 1963, Leiviskä ha avviato la carriera professionale: prima una breve collaborazione con Bertel Saarnio e, dal 1967, in uno studio indipendente, fino al partenariato ricco di successi con Vilhelm Helander, dal 1978 all’oggi. Con lui ha condiviso i valori della storia e del viaggio, nonché la frequentazione dell’Italia fin da metà anni sessanta, ereditati dalla lezione di Nils Erik Wickberg, loro docente alla Scuola di Architettura di Helsinki.
L’insegnamento della Storia dell’Architettura nella Helsinki University of Technology lo ha impegnato dal 1959 (prima della laurea) fino al 1971, quando l’impegno professionale lo ha assorbito totalmente. Sono state frequenti e acclamate le lezioni e i corsi tenuti in molte università europee e americane, che hanno coronato una carriera di prestigio, come conferma la lunga serie di riconoscimenti, anche internazionali.
Tanti premi e riconoscimenti, anche in Italia
Membro della Royal Swedish Academy of Fine Arts dal 1991, nel 1992 viene insignito della Medaglia Pro Finlandia of the Order of the Lion of Finland, poi Honorary Fellow dell’American Institute of Architects e, nello stesso 1992, premiato con la Prince Eugen Medal. Nel 1995 si aggiunge il prestigioso Carlsberg Prize in architecture, seguito nel 1997 dal titolo di Accademico di Finlandia, affiancandosi così ad Alvar Aalto e Reima Pietilä.
Anche l’Italia lo ha celebrato con il Premio Antonio Feltrinelli dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Il titolo di “maestro della luce”, che mostra un’abilità unica nel fare della luce una componente integrale dell’edificio, è confermato dal The Daylight Award in Architecture ricevuto nel 2020.
L’archivio è conservato nel Museo dell’Architettura Finlandese di Helsinki, che ha pubblicato, per iniziativa dello stesso Leiviskä, una monografia delle opere dell’ultimo ventennio, inclusi molti progetti non realizzati: Juha Leiviskä Works 2000-2020 (a cura di Elina Standertskjöld, 2022).
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Last modified: 22 Novembre 2023