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Francesca FavaroWritten by: Patrimonio

Da Torino con la rosa di Damasco, giardini a porte aperte

Da Torino con la rosa di Damasco, giardini a porte aperte

A seguito d’interventi di valorizzazione, i Giardini Reali ospitano un progetto culturale che guarda alla Siria. Affinità e differenze con altri casi italiani

 

TORINO. Dal 4 al 7 luglio, i Musei Reali e i loro giardini ospitano l’evento “La Rosa di Damasco a Torino“: un progetto culturale articolato, che nell’arco di pochi giorni, con un’installazione realizzata da un collettivo di artisti siriani, la proiezione di un documentario e un concerto dell’Orchestra sinfonica nazionale di Damasco, apre uno scorcio sulla cultura e sul patrimonio culturale siriano, servendosi di diversi linguaggi espressivi.

Protagonista dell’iniziativa – ideata e gestita in partenariato con il Syria Trust for Development e la Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura – è, appunto, la rosa, arrivata direttamente da Damasco e messa a dimora nei Giardini Reali, nei quali è allestita anche una mostra fotografica visitabile fino a ottobre.

 

I Giardini al centro di un piano di sviluppo per i Musei Reali

Risultato di un complesso progetto di cooperazione internazionale, che peraltro porta a Torino una delegazione di artisti, musicisti e mediatori culturali siriani, la settimana di eventi s’inserisce nella fitta sequenza di attività che, nel corso della primavera-estate, invitano i cittadini a popolare alcuni dei luoghi della cultura più rappresentativi di Torino, ma è anche il tassello di un più ampio “piano strategico” dei Musei Reali, che ha nei suoi Giardini uno dei baricentri.

Infatti, per gli anni 2021-24, uno degli obiettivi del Piano è rendere i Giardini, che hanno beneficiato di una progettazione ad hoc supportata dal bando Next Generation You della Fondazione Compagnia di San Paolo, uno spazio museale integrato e complementare a quello dei Musei Reali (di cui sono parte, dal 2014, anche la Cappella della Sindone, l’Armeria Reale, la Galleria Sabauda, il Museo di Antichità e la Biblioteca Reale) per ospitare mostre, attività sportive e ricreative per la cittadinanza, oltre a festival annuali che si avvalgano di collaborazioni internazionali.

Estesi su circa 7 ettari, i Giardini sono delimitati a nord e a est dai bastioni delle antiche mura cittadine, mentre a sud e ovest dal Palazzo Reale, e si compongono di diversi settori: il Giardino ducale con il Bastion verde, il Boschetto, il Giardino di levante e i Giardini della Cavallerizza e, ai piedi della cinta muraria, i Giardini bassi, nei quali si collocano le Serre Reali.

Elemento essenziale di un organismo architettonico più complesso che li racchiude, e di cui sono parte integrante, i Giardini sono accessibili gratuitamente, a differenza degli altri spazi dei Musei Reali, e si configurano in qualche modo, quindi, come luoghi ibridi: da un lato appendice degli spazi museali contigui, dall’altro parchi pubblici, chiusi alla cittadinanza solo nelle ore notturne. Sul sito dei Musei Reali i Giardini sono, infatti, definiti: “Il parco storico del Museo accessibile liberamente”.

 

Restauri e riconversioni

È anche su questa ambita dimensione pubblica dei Giardini che si è fatta leva per la ricerca di finanziamenti finalizzati a restauri e rifunzionalizzazioni: operazioni che dal 2016, dopo una chiusura di quasi due decenni, interessano questa porzione dei Musei.

Nel 2016 si è completata, infatti, la sistemazione del Giardino del Duca; nell’anno seguente quella della zona del Boschetto e, nel 2019-20, si sono intrapresi vari interventi per il completamento della riqualificazione.

Un progetto più recente, invece, riguarda il Bastion verde, fortificazione risalente al XVI secolo rinnovata nella seconda metà del Seicento, posta al lato nord-est delle mura, che s’intende trasformare in un centro informativo sugli aspetti storici e ambientali del complesso. L’obiettivo è anche disporre di un luogo per ospitare eventi culturali e ricreativi, convegni e incontri sul tema dei giardini storici, nonché laboratori didattici per famiglie e scolaresche. Si prevede, inoltre, d’includere in questo spazio un piccolo bookshop a tema giardini, un punto vendita di semi e piantine e un’area ristoro.

Il progetto è finanziato in larga parte dai proventi dell’Art Bonus e da Fondazione CRT, mentre per la restante somma i Musei Reali si stanno dotando di canali alternativi, tra cui il 5×1000; “Affinché i Giardini Reali continuino ad essere uno spazio verde gratuitamente aperto a cittadini e turisti, spazio di socialità, scoperta e accessibilità, è necessario ricercare il sostegno di più persone, tutte accomunate dall’amore per l’arte e la natura” si legge sul sito.

In questi giorni, invece, dovrebbe essere avviato il cantiere di restauro delle ex serre, un corposo progetto finanziato con fondi europei e del PNRR con l’obiettivo, per il 2026-27, di realizzare un polo di servizi (con un laboratorio di restauro e un deposito per custodire le opere non incluse nel percorso di visita) e aprire un nuovo ingresso da corso Regina Margherita.

Si affianca a questa sequenza di restauri un calendario ricco di eventi per i Musei Reali. Già palcoscenico di diverse manifestazioni, tra cui recentemente Flor Primavera 2023, Earth Day e, questa estate, “Notti sonore”, i Giardini si preparano ora ad accogliere un’iniziativa che, progettata ad hoc per questo spazio, contribuirà, in parte, anche a trasformarlo e arricchirlo, con la realizzazione del giardino delle rose di Damasco.

 

Giardini e cortili a porte aperte (gratis e non)

L’apertura dei Giardini Reali a un uso alternativo non è un caso isolato: nel corso dell’estate torinese, per esempio, anche il cortile della Cavallerizza Reale – emblema, nelle cronache degli ultimi anni, di patrimonio privato spesso “prestato” all’uso pubblico – diventa luogo di socialità e aggregazione con l’iniziativa “Effetto notte”. Il cortile della Manica del Mosca è trasformato, infatti, in un’arena estiva del Museo del Cinema, con proiezioni serali fino alla prima settimana di agosto, in attesa che si avvii il progetto di recupero dell’intero comparto a firma di Cino Zucchi Architetti, recente vincitore del concorso internazionale.

Fuori Torino, a proposito di giardini, quelli di Villa Medici a Roma diventano, nei mesi estivi, sede del Festival Cabane, ospitando 7 installazioni e micro-architetture tese a indagare il tema della “capanna”, opera di altrettanti studi di architettura e design. A Merano, invece, i Giardini di Castel Trauttmansdorff propongono un programma di eventi ricchissimo, da conferenze a serate di degustazioni all’aperto, da mostre temporanee a concerti.

Si tratta, tuttavia, di eventi e manifestazioni il cui ingresso è legato all’acquisto di un biglietto, mentre nel caso dei Giardini Reali si mira a mantenere la gratuità degli accessi, allineandosi ad altri esempi del panorama internazionale: uno su tutti, il Paris Jazz Festival al Parc Floral de Vincennes, che propone 32 concerti gratuiti durante il giorno (oltre a due spettacoli serali a pagamento). Paris Jazz Festival – Festivals du Parc Floral.

La sfida, quindi, è rendere parchi, giardini e cortili spazi di relazione, di produzione e fruizione culturale sempre più permeabili e accoglienti, tessuto connettivo tra la città e i luoghi delle istituzioni culturali.

Autore

  • Francesca Favaro

    Laureata in architettura presso il Politecnico di Torino, dove consegue nel 2021 il dottorato di ricerca in “Architettura. Storia e Progetto” e ora è assegnista di ricerca. Studia l’architettura e la professione di architetto nel Settecento. È interessata ai temi connessi alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio architettonico e artistico

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Last modified: 28 Giugno 2023