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Andrea IacomoniWritten by: Città e Territorio

Regione Toscana, una “terza torre” per Novoli

Regione Toscana, una “terza torre” per Novoli

Ipostudio vince il concorso, dalla giuria troppo locale, per la riqualificazione dell’obsoleto complesso direzionale, in una Firenze più dinamica e attenta al contemporaneo

 

FIRENZE. Da poco pubblicato l’esito di un altro importante concorso (dopo quello assai discusso per la riqualificazione dello stadio Franchi del marzo 2022) in una città che negli ultimi anni sembra essere più dinamica rispetto al passato, e in particolare molto più aperta nei confronti dell’inserimento dell’architettura contemporanea. È stato bandito dalla Regione Toscana con l’intento di avere una sede rinnovata in grado di accogliere le attività dell’ente, accorpando i vari uffici oggi disseminati per la città. Realizzerà un terzo edificio all’interno dell’ormai obsoleto complesso di Novoli, che ne ospita già due, collocandovi i nuovi spazi della Presidenza, la sala della Giunta, la sala stampa, le aree per gli assessorati, gli uffici per i direttori, i dirigenti, le posizioni organizzative, i funzionari e tutto il personale dipendente.

Il concorso è stata l’occasione per un confronto sulla riqualificazione di tutto il comparto che ha coinvolto le aree esterne e gli edifici esistenti. La nuova torre si aggiungerà allo skyline fiorentino, in cui fino a pochi anni fa spiccavano solo le architetture storiche come la Cupola del Brunelleschi o il Campanile di Giotto, aggiungendosi a pochi landmark moderni, tra cui il Palazzo di Giustizia nella periferia di Novoli. Questi tra qualche anno si confronteranno con la “terza torre”, ma non rappresenteranno oggetti “singolari”, come li ha chiamati Jean Baudrillard, “che sovrastano e miniaturizzano la percezione soggettiva”, ma elementi che definiranno nuovi riferimenti per il paesaggio urbano contemporaneo.

 

Novoli, sempre più polarità urbana

La periferia di Novoli è stata per molti anni al di fuori delle logiche urbane. Ha ospitato fabbriche, tra cui lo stabilimento Fiat oggetto di un importante recupero da metà anni novanta, che in seguito alle varie dismissioni avvenute a partire da metà anni ottanta lo hanno trasformato sempre più in una nuova polarità urbana, attivata grazie anche all’inserimento di funzioni che si sono aggiunte alle aree residenziali già presenti. Tra queste hanno trovato posto, in anni differenti, la sede della Regione Toscana, il Polo universitario, il Palazzo di Giustizia, la Sede della Cassa di risparmio di Firenze, oltre che nuove residenze e un grande parco; non ultima la tramvia che collega il quartiere al centro.

Il concorso, articolato in due fasi, richiedeva la riqualificazione dell’intero centro direzionale, sviluppato su circa 23.500 mq. Per la prima fase era necessaria una soluzione complessiva che includesse l’inserimento del nuovo edificio, la riqualificazione dei palazzi A e B, della viabilità, dei parcheggi e delle aree a verde; con un approfondimento sulla “terza torre” sviluppato in seguito dai cinque gruppi selezionati per la seconda fase.

Le scelte dell’amministrazione sembrano quasi ribadire come ci sia la necessità di costruire un nuovo landmark contemporaneo, tuttavia non ricorrendo al “Manhattanismo” menzionato da Rem Koolhaas, bensì andando oltre la verticalità, per riportare l’attenzione anche alla base, con lo scopo di renderla attraente, con nuovi servizi e spazi all’aperto. In questo senso viene alla mente un’intervista a Jacques Herzog in cui compara i grattacieli (anche se in questo caso le altezze sono ridotte) agli alberi e le attività poste alla base a un rigoglioso sottobosco. Così, in generale, i progetti per l’area hanno evidenziato nuovi accessi, parcheggi interrati, un auditorium al piano terra a servizio dell’istituzione e dei cittadini, oltre a zone a verde, più o meno estese nelle varie soluzioni, anche con giardini pensili.

La giuria, presieduta da Paolo Pantuliano (direttore generale della Regione) con Giancarlo Fianchisti (presidente Ordine Ingegneri), Silvia Trentanove (Società Genius Loci), Rosa Romano (Università di Firenze), Susanna Carfagni (Comes studio associato), sembra un po’ troppo locale per un concorso internazionale. Inspiegabile l’assenza del presidente dell’Ordine degli Architetti. I cinque gruppi ammessi alla seconda fase sono tutti italiani. Questi, tra gli appena sette partecipanti totali, hanno meglio interpretato i criteri riportati nel bando, relativi alla qualità architettonica, sicurezza strutturale, salvaguardia ambientale, efficienza impiantistica e benessere lavorativo.

 

La classifica

Vincitore

è il progetto del raggruppamento guidato da Carlo Terpolilli (Ipostudio), che ha previsto due distinti corpi di fabbrica di 14 piani, a forma di trapezio, tra loro collegati, ubicati su un lato del lotto, lasciando libero più spazio a terra, caratterizzando le facciate con pannelli modulari riproposti anche per la riqualificazione degli edifici esistenti.

Il secondo gruppo classificato, guidato da Vincenzo Corvino (Corvino + Multari), ha lavorato su un edificio a blocco, dalla geometria semplice, con un lato che diventa la vera torre di 14 piani, che ricostruisce il fronte strada e il rapporto con il contesto, creando un basamento che ricollega anche gli edifici esistenti su viale della Toscana.

Il gruppo di Antonio Gioli (GBPA Architects), terzo classificato, rispetto ai primi due lavora con un grande blocco al centro dell’area, quasi diretta prosecuzione del palazzo esistente, con un fronte di 14 piani rivestito in vetro, scandito da brise-soleil verticali.

Il quarto classificato, il raggruppamento di Flavian Basile (Offtec), diversamente dagli altri, sviluppa l’edificio su via di Novoli, stabilendo un rapporto con l’urbano grazie a una base lineare che si scombina in altezza con volumi in vetro che, disallineati, generano giardini pensili e vengono riuniti in altezza da una grande copertura.

Il quinto gruppo, di Giulio Felli (CSPE Studio), prosegue l’allineamento dell’edificio esistente, con una torre lineare e perpendicolare alla via di Novoli, come un grande setto che s’incastra nell’esistente, con un reticolo in acciaio che racchiude l’esterno caratterizzante la facciata ad angoli smussati.

L’intervento prevede un investimento di 52 milioni, di cui 35 per la realizzazione della terza torre, la restante parte per riqualificare l’intero centro direzionale, con l’obiettivo d’iniziare i lavori nel 2024 e concludere l’opera entro quattro anni.

Immagine di copertina: il progetto vincitore, Ipostudio

 

 

Autore

  • Andrea Iacomoni

    Architetto, dottore di ricerca in Progettazione urbana e territoriale (con specializzazioni al Berlage Institute di Rotterdam, all’Università Federico II di Napoli e alla Scuola superiore Sant'Anna di Pisa) e ricercatore della Fondazione Michelucci. E' stato docente di Progettazione presso le Università di Firenze, Genova, Pisa e Roma La Sapienza, ed attualmente è ricercatore in Urbanistica presso La Sapienza Università di Roma. Parallelamente alla didattica svolge attività professionale e di ricerca con lo studio Giraldi Iacomoni Architetti, ricevendo vari riconoscimenti (Premi Gubbio, IQU, De Masi, Bastelli) ed è consulente di varie amministrazioni e membro di Commissioni edilizie e per il paesaggio. Suoi progetti sono stati pubblicati in libri e riviste («Domus», «Opere», «Paesaggio Urbano», «Urbanistica», «Urbanistica Dossier») ed esposti in mostre, tra cui la Triennale di Milano e la Biennale di Pisa. Collabora con riviste di settore tra cui «Arknews», «Ananke» e ha diretto «Architetture città e territorio» e «Macramè». È autore di numerosi testi e libri, tra cui: «Tracce storiche e progetto contemporaneo» (2009), «Architetture per anziani» (2009), «Lo spazio dei rapporti» (2011), «Questioni sul recupero della città storica» (2014), «Topografie dello spazio comune» (2015).

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Last modified: 16 Maggio 2023