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Francesca FavaroWritten by: Patrimonio

Giornate nazionali dei castelli, facciamo il punto

Doppio appuntamento di visite e incontri, il 13 e 14 maggio e il 16, 17 e 23 settembre, tra restauri e usi futuri, in dialogo con le comunità locali

 

Il 13 e 14 maggio avrà luogo la XXIV edizione delle Giornate nazionali dei castelli: due giorni nel corso dei quali visite guidate, itinerari culturali, concerti e conferenze consentiranno di accendere i riflettori su un patrimonio architettonico e artistico, quello delle “architetture fortificate italiane”, che si estende su tutto il territorio nazionale.

A differenza del passato, quest’anno le Giornate nazionali prevedono due appuntamenti: all’edizione di maggio, ne seguirà una seconda, il 16, 17 e 23 settembre.

Le Giornate sono una delle attività promosse dall’Istituto italiano castelli, che ha all’attivo diversi progetti finalizzati allo studio e alla valorizzazione delle architetture fortificate italiane, tra cui il Premio di laurea sull’architettura fortificata, una costante attività scientifica e una ricca produzione editoriale. Fondata nel 1964, l’organizzazione agisce capillarmente sul territorio, grazie al lavoro delle diverse sezioni regionali, con il coordinamento di un Consiglio direttivo nazionale.

 

Un patrimonio vasto ed eterogeneo

Sono 37 i beni, tra castelli, cinte murarie e palazzi fortificati, che il secondo weekend di maggio saranno visitabili gratuitamente e inseriti all’interno d’itinerari predisposti per l’occasione, che toccheranno altre decine di siti d’interesse storico-culturale.

Le regioni coinvolte sono 19 e il fitto programma interessa uno spettro articolato di beni patrimoniali differenti per estensione, cronologia, morfologia e stato di conservazione: dal celebre Castel Sant’Angelo a Roma (peraltro sede dell’Istituto italiano castelli), all’ottocentesco Castello della Monica a Teramo, dai borghi storici di Castellarano (Reggio Emilia) e di Bordighera (Imperia) con il castello di Dolceacqua, ai castelli duecenteschi di Fahlburg e Leonburg (Bolzano).

Con lo scopo di collocare tali testimonianze all’interno del contesto territoriale e del tessuto sociale, il programma coinvolge altri beni storico-artistici collaterali e intercetta manifestazioni locali di vario tipo. Se a Crotone, per esempio, la visita al castello è integrata ad alcuni itinerari tematici urbani (quello religioso, quello dei palazzi nobiliari e quello archeologico), a Bergamo e Brescia, le iniziative previste per i due castelli s’intrecciano al programma di Bergamo Brescia Capitale italiana della cultura 2023, mentre nell’Oristanese, oltre alle visite guidate presso i ruderi del castello di Medusa a Samugheo (costruito in quattro fasi tra l’età Tardoantica e l’Alto Medioevo), il 13 e il 14 maggio si terranno anche la festa di Sant’Isidoro con balli tipici, la tradizionale processione fino al santuario campestre di San Basilio e una sfilata di gruppi folkloristici.

Si tratta, quindi, di un ventaglio variegato di eventi, in linea con l’eterogeneità delle architetture interessate dal programma che, diverse per ogni edizione, hanno in comune il fatto di essere state erette come costruzioni difensive, e si configurano oggi, in seguito allo stratificarsi di trasformazioni, come borghi murati, forti, torri e “residenze castellate”.

L’obiettivo dell’iniziativa è, infatti, anche mostrare ai visitatori la straordinaria varietà e complessità di un patrimonio che si tenta in qualche modo di mettere in rete; in tal senso, la costituzione di un “atlante castellano”, a cura dell’Istituto stesso, avviata nel 2022, costituisce un primo tentativo di censimento e sistematizzazione: un progetto scientifico che mira anche a generare ricadute concrete in termini di valorizzazione e promozione del territorio italiano, a partire dai suoi castelli, con particolare attenzione alle aree interne.

 

Un’occasione di studio e riflessione sui futuri usi

L’iniziativa non ha solo l’obiettivo di aprire in via straordinaria beni architettonici spesso inaccessibili, ma costituisce un’occasione di approfondimento e riflessione, anche per un pubblico non esperto, sullo stato di conservazione di questo esteso patrimonio, e sulle possibili modalità di restauro, riuso e valorizzazione; “cosa” è stato fatto e cosa, invece, sarebbe necessario fare per la tutela, ma anche “come” un cantiere di restauro è organizzato e gestito, sono alcune delle domande a cui s’intende dare risposte, a una scala nazionale.

Del resto, il tema della rifunzionalizzazione è particolarmente delicato, trattandosi di organismi più o meno complessi che, concepiti a scopo difensivo, hanno perso irreversibilmente la loro funzione originaria e sono, quindi, soggetti a processi di riconversione di vario tipo, per mano di attori privati e istituzionali.

Tra i restauri principali che saranno illustrati nel corso delle visite si citano, per esempio, quelli al Castello Branciforti di Raccuja (Messina), restaurato recentemente dalla Soprintendenza e destinato alle funzioni di museo civico, archivio storico e biblioteca comunale, e al Castello di Serravalle a Mineo (Catania), di proprietà privata, presso il quale sono state appena terminate le opere di consolidamento e restauro iniziate nel 2008.

In Piemonte, invece, sarà protagonista il castello di Ormea (Cuneo), che dopo un lungo periodo di abbandono è stato oggetto di un primo lotto d’interventi, concluso a dicembre 2022, parte di un progetto più ampio di conoscenza e messa in sicurezza delle strutture superstiti, promosso dall’amministrazione comunale, con la predisposizione di un nuovo accesso e la realizzazione di un sistema d’illuminazione.

In Trentino, oltre a presentare i restauri da poco conclusi nei siti già citati, sarà organizzata una tavola rotonda dedicata al tema della valorizzazione dei castelli privati in Alto Adige, sulla base di tre esperienze a confronto.

Le Giornate, quindi, si pongono anche lo scopo di condividere domande, percorsi di ricerca, conoscenze e competenze con le comunità locali, che sono al contempo destinatarie e protagoniste attive delle attività.

Come formalizzato nella mission dell’Istituto, oltre allo “studio storico, archeologico ed artistico delle costruzioni fortificate, la loro salvaguardia e conservazione”, l’organizzazione mira al loro “inserimento nel ciclo attivo della vita contemporanea”. Le Giornate nazionali restituiscono, in effetti, l’immagine dello stato di avanzamento di un processo continuativo e progressivo, di ricerca e studio all’interno della comunità scientifica, ma anche di dialogo e scambio quotidiano con gli abitanti e i visitatori di quei luoghi sui quali i beni insistono, intessendo relazioni, materializzando memorie collettive e individuali.

Immagine di copertina: il castello di Dolceacqua (Bordighera, Imperia) 

 

Autore

  • Francesca Favaro

    Laureata in architettura presso il Politecnico di Torino, dove consegue nel 2021 il dottorato di ricerca in “Architettura. Storia e Progetto” e ora è assegnista di ricerca. Studia l’architettura e la professione di architetto nel Settecento. È interessata ai temi connessi alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio architettonico e artistico

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Last modified: 3 Maggio 2023