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Christian De IuliisWritten by: Forum

L’archintruso. Le città del futuro: 5 nuove idee

In un pianeta sovraffollato e in sofferenza energetica e climatica, il dibattito sulle città del futuro è più che mai attuale

 

In un pianeta sovraffollato e in sofferenza energetica e climatica, il dibattito sulle città del futuro è più che mai attuale e coinvolge non solo architetti e urbanisti, ma anche sociologi e scienziati di tutto il mondo. Se n’è parlato recentemente al 27° “Salone delle città” (Lounge City Exhibition) che si tiene annualmente a Stars Hollows (Connecticut). Ecco le cinque proposte più interessanti.

 

Le città “Cremino”

Le più recenti ricerche sulla città verticale sono concordi nel ritenere che la tipologia “a Cremino” rappresenti la soluzione ottimale sia per le condizioni di abitabilità che per il contenimento delle risorse. Così con l’adozione e la reiterazione del modello di grattacielo “a Cremino” nasce la nuova forma della città, fondata su grattacieli funzionalmente autosufficienti disseminati random nel territorio. Il grattacielo “a Cremino”, inoltre, è assolutamente indipendente dal punto di vista energetico grazie ad un sottile quanto croccante strato di materiale al gusto cacao, in grado di provvedere al giusto fabbisogno di calorie. Inoltre, beneficiando della base a stecca, le città Cremino liberano territorio e aree verdi che possono essere ridistribuite agli abitanti come nella “Broadacre city” wrightiana (1 acro di terreno pro capite). Secondo la regola, gli abitanti di una città Cremino, ovvero coloro che decideranno di trasferirsi, assumeranno immediatamente la qualifica di Cremini.

 

Gonfiabìlia

In un pianeta dove le migrazioni saranno il tema dominante del secolo, si fa largo l’ipotesi di risolvere il problema del sovraffollamento e del consumo di suolo tramite una serie di città gonfiabili. Pensate inizialmente per affrontare la questione degli spostamenti, non solo potranno umanizzare le traversate ma, anzi, le renderanno assolutamente confortevoli tanto da rendere pressoché superflua la ricerca di un “porto sicuro” ed infine anche lo sbarco. Le Gonfiabìlia galleggianti, grazie ad un ben noto principio idrostatico, saranno inaffondabili e potranno accogliere fino ad un massimo di 20.000 abitanti, con pannelli ed accumulatori di energia solare che consentiranno di restare al largo fino a sei mesi. Ma, sostengono gli studiosi, in futuro saranno sempre più efficienti, tanto da consentire la sosta alla deriva per anni, gettando l’ancora, di volta in volta, dove le condizioni climatiche si presentano più accoglienti. Si calcola che entro la fine del secolo le Gonfiabìlia colonizzeranno ampie porzioni di oceano finora ignorate, aprendosi ad inattesi fenomeni di multiculturalismo e ospitando nuovi, oggi impensabili, reality show.

 

Monopolicity

Preso atto del fallimento delle politiche urbanistiche pubbliche, generatrici di metropoli preda della speculazione edilizia, con l’intento di realizzare città fondate su un modello più equanime, favorendo la libera iniziativa sui fondi privati, nasce l’idea di Monopolicity, dove chiunque possieda terreni dello stesso gruppo può comprare case al prezzo indicato sul contratto. A Monopolicity la crescita avviene gradualmente e in maniera proporzionata. Non si può, infatti, costruire una seconda casa se prima non si è costruito una casa su ognuno dei terreni di un gruppo e, solo raggiunto un certo numero di case, si potrà costruire un albergo. Chi possiede una proprietà ne gode la rendita, la quale è costituita dall’affitto che ogni altro cittadino, fermandosi sulla proprietà, è tenuto a versare. Le rendite o gli affitti aumentano in ragione delle case e degli alberghi che vengono eretti sul terreno, per cui è consigliabile fabbricare il più possibile sull’area posseduta. In Monopolicity non manca nulla: gli spostamenti sono assicurati dalle stazioni ferroviarie, le forniture dalla centrale elettrica e della società dell’acqua potabile. Il parcheggio è gratuito ma per garantire equità sociale vige una tassa patrimoniale e i reati sono puniti con la detenzione in prigione.

 

Mousetown

Si tratta di una delle soluzioni più efficaci contro il cambiamento climatico in corso. Consapevole di non poter più governare l’aumento di temperatura, il dissesto idrogeologico e gli eventi atmosferici calamitosi, l’uomo sposterà gli insediamenti nel sottosuolo tramite un profondo cilindro prefabbricato, interrato grazie ad un’enorme trivella posta all’estremità inferiore. Nei vari livelli, come in un’unità di abitazione ipogea, sono disposte le abitazioni, i servizi, i negozi, gli uffici e gli spazi per il tempo libero. Nella Mousetown, grazie ad un sistema di controllo della temperatura geotermica, si vive a 22° costanti, riducendo in maniera drastica l’ingombro dei guardaroba; la luce naturale è garantita dal lucernario, unico elemento emergente della città che si eleva simbolicamente nel paesaggio come un antico campanile, lasciando agli architetti la possibilità di sfogare le proprie fantasie. Le Mousetown sono anche la soluzione contro eventuali attacchi aerei per malaugurati conflitti bellici e, naturalmente, in caso di fatali esplosioni di ordigni atomici.

 

Ufo città

Si tratta del nuovo prototipo di città che, secondo i piani, andrà in orbita nel 2050, spostando progressivamente fette di popolazione terrestre lungo l’orbita del pianeta. La città avrà la forma di un grosso disco del diametro di 1 km, con luci di segnalazione lampeggianti (le celebri “quattro-mila frecce”) lungo i bordi e coperto da una calotta in plexiglass di nuova generazione, resistente anche agli urti coi meteoriti. Nell’Ufo città si potrà vivere come in un normale insediamento terrestre dedicandosi principalmente all’agricoltura, al piccolo artigianato e alla lotta contro i Sith e il lato oscuro della forza (il lato B). Si tratta di un progetto riservato inizialmente agli asociali, stalker, detenuti e scrittori in cerca d’ispirazione. Entro la fine del secolo le Ufo città, sfruttando la scoperta di un nuovo combustibile, potranno viaggiare alla velocità della luce, in senso opposto alla rotazione terrestre emulando il motore a curvatura di Star Trek e forzando il concetto di spazio-tempo, impedendo di fatto l’invecchiamento degli abitanti.

Autore

  • Christian De Iuliis

    Nasce, cresce e vive in costa d’Amalfi. Manifesta l’intenzione di voler fare l’architetto nel 1984, rendendolo noto in un tema in quarta elementare, raggiunge l’obiettivo nel 2001. Nel 2008 si auto-elegge “Assessore al Nulla” del suo paese. Nel 2009 fonda il movimento artistico-culturale de “Lo Spiaggismo”, avanguardia del XXI° secolo che vanta già diversi tentativi, falliti, di imitazione. All’attivo ha cinque mezze maratone corse e tre libri pubblicati: “L’Architemario. Volevo fare l’astronauta” (Overview editore, 2014), “Vamos a la playa. Fenomenologia del Righeira moderno” (Homo Scrivens, 2016) e "L'Architemario in quarantena. Prigionia oziosa di un architetto" (KDP Amazon, 2020). Ha ricevuto premi in diversi concorsi letterari. Premio PIDA giornalismo 2020 per la divulgazione dell'architettura. Si definisce architetto-scrittore o scrittore-architetto: dipende da dove si trova e da chi glielo chiede

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Last modified: 19 Aprile 2023