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Arianna PanarellaWritten by: Reviews

Trento, colore in scena a Palazzo delle Albere

Trento, colore in scena a Palazzo delle Albere

Michele De Lucchi e Stefano Zecchi espongono al MUSE oltre 100 reperti le cui variazioni cromatiche rappresentano la manifestazione della vita e della natura

 

TRENTO. A Palazzo delle Albere va in scena il colore con l’esposizione “Dentro il colore. Attraverso la materia e la luce”. Non una semplice mostra ma una vera e propria esperienza sulla percezione cromatica, strettamente legata al mondo naturale in tutte le sue forme. Ideata dall’architetto Michele De Lucchi e dal presidente del MUSE Stefano Zecchi, la mostra indaga in maniera originale e con grande cura “il colore delle cose”. Soggetto dell’esposizione non sono solo gli oggetti esposti ma, anche, il caratterizzante allestimento progettato da AMDL Circle, lo studio di De Lucchi.

 

Sette vulcani per un percorso emozionale in altrettante tappe

All’interno delle sale di Palazzo delle Albere sette grandi strutture, che rievocano l’immagine primordiale del vulcano, definiscono le sette tappe in cui si articola il percorso. Ogni vulcano racconta un colore, partendo dal nero fino ad arrivare al bianco. Sui fianchi dei coni, fatti di materia terrosa e colorata, trovano spazio i pezzi delle collezioni naturalistiche del Museo delle scienze, selezionati in base alla cromia di riferimento del vulcano. Le superfici circolari esterne diventano quindi uno spartito su cui esporre; un modo originale di proporre i mirabilia che si trovavano normalmente nei gabinetti scientifici. Sono oltre 100 i reperti in mostra a rappresentare, ciascuno nelle diverse variazioni cromatiche, la manifestazione della vita e della natura in ambito zoologico, botanico, mineralogico, petrografico e paleontologico. Le camere vulcaniche ospitano installazioni sonore e visive monocromatiche che favoriscono l’esperienza immersiva: un bagno nel colore con il corpo e con la mente, dove la luce del vulcano è definita da una precisa lunghezza d’onda a cui corrisponde un suono della stessa frequenza.

De Lucchi spiega che “Il colore di per sé non esiste. È luce, energia e vibrazione di particelle. Siamo però abituati ad attribuirlo alla materia”. I colori, infatti, possono essere misurati e quantificati in vari modi ma la loro percezione è un processo soggettivo nel quale il cervello risponde alle stimolazioni prodotte quando la luce incidente reagisce con i diversi tipi di cono presenti nell’occhio. Questo significa che le persone vedono lo stesso oggetto illuminato o la stessa sorgente di luce in modi diversi. Ed ecco perché la visita della mostra risulta particolarmente soggettiva nell’esperienza.

Non si tratta semplicemente della natura raccontata attraverso i colori degli straordinari oggetti selezionati, un lavoro meticoloso che ha richiesto mesi di ricerche; essendo il colore anche emozione, sentimenti e stati d’animo, il vulcano diventa lo spazio per amplificare questo sentire. È uno spazio di meditazione, dove il colore avvolge il visitatore sia materialmente sia intellettualmente. L’intento è far scattare un pensiero, un’emozione che porti a una consapevolezza di quello che ci circonda e delle sue complesse interconnessioni. Come racconta Zecchi, “La mostra è un cammino in cui l’esperienza del colore costruisce conoscenza, consente di elaborare emozioni, valori interpersonali. Nei vulcani, chi visita deve essere immerso in una complessità percettiva, immaginativa e sensoriale tumultuosa, senza respiro. Un percorso emozionale dedicato al colore e alla sua percezione”.

 

Reperti e approfondimenti per una mostra unica

Tra i reperti esposti

è possibile ammirare un antico campione di croco, i cui petali di colore violetto annunciano la primavera; il tarabuso, l’airone dal mimetico piumaggio screziato nei toni di giallo; il “cuore di Vignola”, un eccezionale campione di fluorite che irradia colori dal verde al violaceo in base al tipo di luce che lo illumina; le foglie fossili colorate di arancione da idrossidi di ferro appartenenti a Glossopteris, genere estinto di piante risalenti ad oltre 250 milioni di anni fa, che confermano la teoria della deriva dei continenti; la candida Predazzite, pietra ornamentale nata dall’incontro tra i vulcani triassici e le scogliere che oggi formano le Dolomiti.

La mostra propone inoltre approfondimenti attraverso la proiezione di un cortometraggio con interviste autoriali realizzate grazie al contributo di docenti e ricercatori dell’Università di Trento. Dialoghi sul colore nell’ambito delle neuroscienze, della biologia e delle scienze umane e filosofiche, con un focus sui colori nelle piante e nel cibo. Una mostra unica, in cui si compie la sinestesia (dal gr. sýn, “con, assieme”, e aisthánomai, “percepisco, comprendo”; quindi “percepisco assieme”) mescolando diverse percezioni e dando forma a un unico evento, in cui si cela lo stupore della bellezza, tra illusione percettiva, conoscenza ed esperienza. Forse, mancavano solo i profumi, per completare il processo di esperienza dei sensi.

Immagine di copertina: © Michele Purin

 

“Dentro il colore. Attraverso la materia e la luce”

di Michele De Lucchi e Stefano Zecchi
Trento, Palazzo delle Albere
dal 26 novembre 2022 al 4 giugno 2023
a cura di: Beatrice Mosca e AMDL CIRCLE
muse.it/events/dentro-il-colore-2022-2023/

 

Autore

  • Arianna Panarella

    Nata a Garbagnate Milanese (1980), presso il Politecnico di Milano si laurea in Architettura nel 2005 e nel 2012 consegue un master. Dal 2006 collabora alla didattica presso il Politecnico di Milano (Facoltà di Architettura) e presso la Facoltà di Ingegneria di Trento (Dipartimento di Edile e Architettura). Dal 2005 al 2012 svolge attività professionale presso alcuni studi di architettura di Milano. Dal 2013 lavora come libero professionista (aap+studio) e si occupa di progettazione di interni, allestimenti di mostre e grafica. Dal 2005 collabora con la Fondazione Pistoletto e dal 2013 con il direttivo di In/Arch Lombardia. Ha partecipato a convegni, concorsi, mostre e scrive articoli per riviste e testi

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Last modified: 8 Marzo 2023