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Christine DesmoulinsWritten by: Progetti

Meisenthal, il vetro torna protagonista

Meisenthal, il vetro torna protagonista

Nella Mosella, i newyorchesi SO / IL e i francesi Freaks rivitalizzano l’illustre passato del sito industriale

 

MEISENTHAL (FRANCIA). Nel Parco naturale dei Vosgi, Meisenthal vanta un ricco passato vetrario che ha visto il suo apice nel XVIII secolo. È qui che Emile Gallé, maestro dell’Art Nouveau, fece i suoi primi esperimenti. Rinnovato e rivitalizzato sotto l’egida della Comunità dei Comuni Pays de Bitche dagli architetti newyorchesi SO / IL in associazione con lo studio francese Freaks, il sito si avvia verso una nuova vita.

Tra i tetti spioventi delle grandi case lorenesi vicino alla chiesa di Meisenthal, un piccolo villaggio della Mosella di 674 abitanti, gli edifici industriali della vetreria, dominati dal grande capannone costruito nel 1926, si sono continuamente ampliati fino alla chiusura nel 1969. Quando il rumore delle officine è cessato, la vitalità di una fabbrica che faceva parte del paesaggio e della vita sociale ha lasciato il posto a 1 ettaro di terreno incolto nel cuore di un villaggio triste.

 

Una strategia di sviluppo per le aree rurali

Al termine di un progetto di ristrutturazione durato quattro anni, il sito della vetreria ospita oggi il Museo del vetro e del cristallo, il Centro d’arte del vetro industriale (CIAV) e la sala culturale Cadhame (Comité animation et développement Halle de Meisenthal) con il suo auditorium. Il villaggio rinasce. Per orchestrare lo sviluppo di una zona rurale attraverso questo ambizioso progetto culturale, che attinge al passato e si apre alla creazione contemporanea, la caparbietà di un gruppo di abitanti appassionati è stata sostenuta dalla Comunità dei Comuni dei Pays de Bitche. In un arco di tempo piuttosto lungo, che ha rafforzato il progetto, riecheggiando le specificità di un luogo e di una cultura, ha beneficiato di una visione e di una riflessione comune affinata da diversi partner pubblici e privati.

Tutto è iniziato nel 1983, quando alcuni appassionati desiderosi di celebrare la memoria tecnica, artistica e sociale del vetro e del cristallo nella regione hanno aperto un museo. Nel 1992, la nascita del Centro internazionale d’arte vetraria (CIAV), frutto di una volontà politica, ha permesso di riattivare una fornace per rivitalizzare il know-how e produrre oggetti contemporanei con il marchio Meisenthal France. La tradizione degli ornamenti natalizi in vetro è stata ripresa quando designer e artisti di fama come Enzo Mari e Jasper Morrison sono stati invitati a rivisitare il patrimonio di un archivio di stampi (la moulothèque) con 2.000 forme antiche. Il terzo pilastro del sito è legato al rinnovamento della sala di vetro sotto la guida dell’associazione Cadhame, costituita nel 1996.

 

Una spirale di cemento per unificare

Cosa sarebbe un progetto del genere senza l’architettura? Lanciato dalla Comunità dei Comuni, il concorso invitava a basarsi sulla logica delle funzioni originarie di un edificio esistente da riabilitare e a progettare alcune addizioni per una sala concerti, un nuovo laboratorio di produzione del vetro, una galleria per il CIAV, oltre a un ampliamento degli spazi espositivi, di laboratorio e ufficio.

Per dare corpo alla stratificazione temporale del complesso edilizio è stato necessario innanzitutto pareggiare il terreno, tenendo conto della topografia, e unire le tre entità con un edificio di accoglienza e una piazza centrale che gerarchizzasse l’accesso.

Lavorando insieme sulla costruzione di una “morbida” icona spiraliforme, SO / IL e Freaks hanno reinterpretato l’identità del sito. Sancendo la fusione tra patrimonio e intervento contemporaneo, il cemento ricopre il sito con un nastro che collega i diversi edifici. Serpeggiando tra il terreno e le coperture, esso ne amplifica i contrasti e crea una centralità.

L’edificio della reception, che ospita anche aree commerciali e la caffetteria, si afferma per la sua forte presenza e l’apertura verso lo spazio centrale dell’isolato, che svolge anche il ruolo di nuova piazza del villaggio.

Un passaggio in mattoni che un tempo conduceva alle vecchie fornaci permette di accedere al museo, che si trova in un’ex officina. Questa è l’introduzione a un tour tecnico e artistico di 600 pezzi che mette in luce le conoscenze, gli sviluppi tecnici e i capolavori degli artisti e dei maestri vetrai di Meisenthal. Nel sottotetto, il locale tecnico è illuminato da alcune bucature nei rombi di un’insolita struttura progettata negli anni trenta dall’ingegnere-architetto tedesco Friedrich Zollinger, erede del Bauhaus.

Dal museo, una passerella conduce al CIAV e all’archivio degli stampi. Sotto i tetti a doppio spiovente, due “falsi gemelli” con rivestimento in cemento e una raffinata volumetria ospitano il laboratorio di soffiatura del vetro, la piattaforma tecnica e gli spazi sociali. Dopo la dimostrazione dei soffiatori di vetro, una seconda passerella conduce alla sala del vetro, tappa finale della visita.

Questa cattedrale industriale riconvertita, in cui sono stati conservati elementi del patrimonio, ospita un ampio programma culturale e artistico, basato su arti plastiche, musica e teatro.

Invece d’installare nella sala la scatola chiusa di una sala per spettacoli, che ne avrebbe snaturato la volumetria, gli architetti hanno optato per un sistema di palcoscenico bifacciale totalmente modulare, grazie al fondale dotato di alte partizioni mobili (16 metri). A seconda del programma, la sala può essere allungata variando la sua capienza fino a 3.000 persone per 3.200 mq.

Nel 2021, 35.000 ornamenti natalizi realizzati da designer contemporanei sono stati venduti nel negozio del museo, che promuove la filiera corta e rimette in pista il know-how antico connettendolo agli artefici contemporanei.

Immagine di copertina: © CloudyProd

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Committente: Comunità di Comuni Pays de Bitche
Architetti: SO / IL e Freaks architetti associati
Superficie lorda di pavimento: 6.500 mq
Costo: 18 milioni di euro complessivi, di cui 12 per le opere strutturali e 3 per le attrezzature
Consegna: 2021

 

Autore

  • Christine Desmoulins

    Giornalista e critica di architectura francese, collabora con diverse riviste ed è autrice di numerose opere tematiche o monografiche presso diverse case editrici. E’ anche curatrice di mostre: in particolare «Scénographies d’architectes» (Pavillon de l’Arsenal, Parigi 2006), «Bernard Zehrfuss, la poétique de la structure» (Cité de l’Architecture, Parigi 2014), «Bernard Zehrfuss, la spirale du temps» (Musée gallo romano di Lione, 2014-2015) e «Versailles, Patrimoine et Création» (Biennale dell'architettura e del paesaggio, 2019). Tra le sue pubblicazioni recenti: «Un cap moderne: Eileen Gray, Le Corbusier, architectes en bord de mer» (con François Delebecque, Les Grandes Personnes et Editions du Patrimoine, 2022)

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Last modified: 26 Agosto 2022