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Federica PattiWritten by: Professione e Formazione

I 160 giorni che cambieranno la scuola (forse!)

I 160 giorni che cambieranno la scuola (forse!)

Pubblicata la graduatoria delle 216 scuole che sfrutteranno i fondi del PNRR per realizzare nuove strutture attraverso concorsi in due gradi

 

L’obiettivo è di quelli ambiziosi: riportare la scuola al centro di un dibattito educativo, architettonico, urbano e sociale attraverso una grande operazione concorsuale che, senza dubbio, coinvolgerà un’ampia parte del mondo professionale italiano. Un’azione imponente promossa dal Ministero dell’istruzione che qualche giorno fa ha pubblicato la graduatoria che individua le 216 scuole (inizialmente dovevano essere 195) destinatarie dei fondi del PNRR, Missione 2, componente 3 (Transizione ecologica, efficientamento energetico).

L’annuncio degli enti locali vincitori dei fondi è stato preceduto dalla presentazione in Triennale a Milano delle “Linee guida per progettare, costruire e abitare le scuole”, elaborate da un gruppo di esperti nominato dal Ministero. Le dieci azioni tratteggiate nel documento sintetizzano alcune delle riflessioni che, in questi anni, si sono articolate intorno alla scuola, e delineano l’orizzonte culturale che dovrebbe guidare gli uffici ministeriali nella redazione dei bandi di concorso per i 216 nuovi edifici. Ed è in questo passaggio tecnico e organizzativo che sta la vera sfida del percorso lanciato dal Ministero dell’istruzione. Qui si gioca la riuscita, o meno, di tutta l’operazione.

Torino fa Scuola, progetto virtuoso che ha portato alla realizzazione di due scuole medie, è indubbiamente l’esempio al quale ispirarsi per costruire l’architettura amministrativa che vede il Ministero come il regista di una grande operazione in cui occorre definire in modo preciso il percorso che porterà dai bandi all’affidamento dei progetti. Definire i ruoli e le relazioni tra le istituzioni e il flusso d’informazioni necessarie a ogni fase è la prima operazione da fare, per superare le rigidità di una macchina pubblica poco flessibile e una pluralità di situazioni amministrative locali con capacità e competenze diverse per affrontare questo processo.

 

Concorsi di progettazione in due gradi

L’articolo 24 del Decreto Legge n. 152 del 6 novembre 2021

definisce che il concorso di progettazione sarà in due gradi. Il primo, volto a selezionare i progetti che “dal punto di vista architettonico e strutturale, (saranno) altamente sostenibili e con il massimo dell’efficienza energetica, inclusivi e in grado di garantire una didattica basata su metodologie innovative e una piena fruibilità degli ambienti didattici”. Il secondo volto a predisporre i progetti di fattibilità tecnica ed economica per ciascuno dei 216 interventi selezionati.

L’intera procedura dovrà concludersi entro 160 giorni dall’indizione del bando, alla fine dei quali i progetti vincitori diventano proprietà degli enti locali, che dovranno però affidare i successivi livelli di progettazione e la direzione lavori ai progettisti che hanno superato le due fasi concorsuali. La speranza è che tutta l’operazione non naufraghi come avvenne per le “Scuole innovative“, concorso di idee promosso nel 2015 dal governo Renzi.

Per la preparazione dei bandi, il Ministero dell’istruzione ha chiesto la collaborazione del Cnappc, che in questo momento, però, si trova a sua volta in un’impasse in quanto il presidente Francesco Miceli si è auto-sospeso perché candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative di Palermo. L’idea è quella di coinvolgere i coordinatori di concorsi abilitati dagli Ordini per affiancare la macchina pubblica nel redigere i disciplinari di gara. La documentazione da produrre necessita di un quadro chiaro di ruoli tra ministero, ordini professionali ed enti locali. Tuttavia, ad oggi questo quadro non è definito.

 

Il lavoro è molto ma il tempo stringe

Il lavoro da fare in tempi stretti è molto, e per nulla semplice

. Il rischio che le “Linee guida per progettare, costruire e abitare le scuole” rimangano un documento di buoni propositi – a supporto delle Linee guida approvate con Decreto interministeriale nell’aprile 2013 – è un rischio oggettivo.

Il PNRR scuola, pur con molti difetti, è stato comunque colto dal Ministero dell’istruzione come un’occasione importante per ripensare e rilanciare l’infrastruttura pubblica più importante del Paese, per riportarla al centro del dibattito pubblico e architettonico, offrendo anche un’occasione su ampia scala ai progettisti italiani di elaborare visioni e pensiero intorno ai temi educativi. La politica si è posta un obiettivo ambizioso, ma ora deve dimostrare di essere in grado di affiancare la macchina tecnica durante le varie fasi operative, perché la mobilitazione messa in campo sia all’altezza delle aspettative.

 

Immagine di copertina: Scuola Centro civico Torino, via Bardonecchia 34 a Torino

 

Autore

  • Federica Patti

    Architetta e PhD in storia dell’Architettura e dell’Urbanistica si laurea a Torino dopo periodi di studio a Oxford e Mosca. Libera professionista, ricercatrice, insegnante, project manager di eventi culturali, è stata assistant director del Centro di Architettura contemporanea di Mosca. Collabora con "Il Giornale dell’Architettura" dal 2003 e pubblica articoli e saggi su riviste e libri italiani e stranieri; nel 2015 è coloumnist di Exponet. Co-fondatrice dello studio Coex, ha svolto attività didattica al Politecnico di Torino e nel 2012 inizia a insegnare nella scuola secondaria di I grado. Dal 2008 al 2014 è rappresentante dei genitori negli organi collegiali dei servizi educativi della città e nello stesso anno è presidente del Coordinamento genitori di Torino. Dal 2016 al gennaio 2019 è assessora all’Istruzione e all’Edilizia scolastica della città di Torino

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Last modified: 11 Maggio 2022