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Christine DesmoulinsWritten by: Progetti

Campus Condorcet, tassello di rigenerazione per il Grand Paris

Campus Condorcet, tassello di rigenerazione per il Grand Paris

Visita al centro di eccellenza per le scienze umane di Plaine Saint-Denis: un nuovo polo urbano nell’ambito del piano di decentralizzazione delle università

 

PARIGI. Costruito nella zona della Plaine Saint-Denis nel 93° arrondissement, agglomerazione nord della capitale francese, il Campus Condorcet vuole offrire alle scienze umane un centro di eccellenza su scala europea, contribuendo alla trasformazione dell’ex area industriale e operaia, rinata dagli anni ottanta con l’arrivo dello Stade de France, l’autostrada A1 e due stazioni RER. Nell’ambito del piano di decentralizzazione delle università francesi per rivitalizzare i nuovi centri urbani, il campus copre 7,5 ettari ed è stato costruito grazie a un investimento di 663 milioni da parte delle autorità locali, riunite dal 2000 nell’istituzione pubblica Plaine Commune.

Per vincolare una serie d’istituzioni d’insegnamento e ricerca all’area metropolitana del Grand Paris, tra cui il Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), l’École des Chartes, l’École Pratique des Hautes Études (EPHE), l’École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS) e le università, 180.000 mq costruiti su due siti collegano la Plaine d’Aubervilliers alla Porte de la Chapelle a Parigi.

 

Il Grand Equipement Documentaire, democratizzare la cultura

Tenuti insieme dalle dimensioni e dalla trasparenza dei piani terra, che formano una base attiva permeabile sul sito di Aubervilliers, i 158.000 mq di strutture condivise formano il campus di ricerca e formazione. Finanziato dalla regione Île-de-France e progettato da Élisabeth de Portzamparc, il Grand Equipement Documentaire (GED), che ha appena aperto le sue porte, ne è il fiore all’occhiello. Affacciato direttamente sul Cours des Humanités, spina dorsale nord-sud di tutto il complesso, la sua strada interna rivela la leggibilità del piano generale del campus, che trova la sua testa urbana a sud, a due passi dalla metropolitana e dalla Place du Front Populaire, grazie al nuovo Centro congressi.

In questo nuovo quartiere, dove la biblioteca – la più grande d’Europa nel suo campo – riunisce collezioni precedentemente sparse in una quarantina di siti, il GED mira a “democratizzare la cultura” nello spirito di un centro di apprendimento aperto ai nuovi metodi di lavoro collaborativo tra insegnanti e studenti. Flessibile, adattabile e frammentato in due grandi volumi asimmetrici collegati da due edifici ponte, è servito da un vasto forum vetrato e dalla strada centrale. In un’alternanza di spazi intimi e collettivi, de Portzamparc ha cercato di tradurre le ambizioni di un programma dedicato a favorire le relazioni tra gli attori del centro di eccellenza e la popolazione locale con livelli d’istruzione molto bassi, nonché ad attirare i giovani del quartiere alla conoscenza. Nel cuore della struttura, la piccola architettura movimentata di una grande scala di cemento invita a entrare nelle stanze dei piani superiori. Le terrazze panoramiche che coprono i due volumi principali estendono gli spazi di lavoro all’esterno.

 

Il Centro congressi e la Casa dei ricercatori

Nell’ambito del partenariato pubblico-privato, il consorzio Sérendicité e l’impresa Adim, insieme a GTM Bâtiment, una filiale di Vinci Construction, ha seguito la costruzione di diversi edifici, tra cui il Centro congressi con l’auditorium e le sale per seminari, che è il punto d’incontro tra la città e il campus sul bordo della Place du Front Populaire. La sua architettura di cemento, firmata  K-Architectures, avvolta in un vestito sfrangiato di tubi di alluminio bianco, contrasta con i complessi di uffici e abitazioni circostanti, e testimonia la cifra di uno studio di architettura che cerca di costruire una massività trasparente. La sala vetrata a doppia altezza sull’ambulacro dell’auditorium offre alla città lo spettacolo dell’emulazione della conoscenza.

Subito dietro, la Casa dei ricercatori, progettata da Jean-Christophe Quinton, si caratterizza per la silhouette plissettata, la pelle bianca in cemento armato e la sua rifinitura da fortezza contemporanea, che diventa più raffinata di piano in piano, passando da un denso piano terra dedicato alla convivialità di uno spazio accademico alle tre torri snelle degli ultimi piani. Ospita alloggi e un servizio alberghiero. Costruendo anche due torri di alloggi per studenti – una rivestita di nero, l’altra ornata di alluminio bianco – e uno spazio associativo e culturale punteggiato da un colonnato di legno, Quinton ha trovato in questo campus un terreno di gioco che gli si addice.

 

Il prossimo futuro

Nelle vicinanze, l’edificio sud e l’hotel del progetto, l’edificio di ricerca nord e la sede dell’Institut national d’études démographiques, opere rispettivamente degli architetti Jean-Baptiste Lacoudre, Brunet Saunier e Antonini Darmon, sono già state consegnate, mentre l’EPHE dovrebbe aprire nel 2023. Allo stesso tempo, continuano i lavori sul sito di Porte de la Chapelle, più piccolo di quello di Aubervilliers e dedicato agli edifici universitari finanziati in parti uguali dalla città di Parigi, dalla Regione Île-de-France e dallo Stato. Strettamente intrecciata con un parco paesaggistico, la struttura principale, progettata dagli architetti Françoise Mauffret e Jean Guervilly, ospiterà l’Università di Parigi 1 dall’inizio dell’anno accademico nel 2022.

 

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Immagine di copertina: il Centro congressi (© Jean-Brice Viaud)

 

Autore

  • Christine Desmoulins

    Giornalista e critica di architectura francese, collabora con diverse riviste ed è autrice di numerose opere tematiche o monografiche presso diverse case editrici. E’ anche curatrice di mostre: in particolare «Scénographies d’architectes» (Pavillon de l’Arsenal, Parigi 2006), «Bernard Zehrfuss, la poétique de la structure» (Cité de l’Architecture, Parigi 2014), «Bernard Zehrfuss, la spirale du temps» (Musée gallo romano di Lione, 2014-2015) e «Versailles, Patrimoine et Création» (Biennale dell'architettura e del paesaggio, 2019). Tra le sue pubblicazioni recenti: «Un cap moderne: Eileen Gray, Le Corbusier, architectes en bord de mer» (con François Delebecque, Les Grandes Personnes et Editions du Patrimoine, 2022)

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Last modified: 8 Dicembre 2021