Dalla Bicipolitana all’Extrapolitana, connessioni in chiave green per una città di prossimità, anche in periferia
LEGGI LA PRIMA PARTE DEL RITRATTO DI CITTA’
Una città che cresce ha bisogno di essere ben collegata. Meno libera di farlo al proprio esterno, dovendosi coordinare e fors’anche soggiacere ad altrui interessi e discrezionalità, è così che l’attuale amministrazione di Pesaro agisce dove può, nei propri collegamenti interni. Tagliata fuori dal traffico aereo regionale, con un unico aeroporto a Falconara che fatica ad assestarsi e crescere, e marginalizzata dal transito veloce delle compagnie ferroviarie, che sovente decidono di scavallarla per far tappa in Ancona oppure a Rimini, Pesaro con i suoi 96.000 abitanti sembra allora voler diventare centrale almeno nella sua proposta di modello di sviluppo.
Una modernizzazione che parla di vivibilità e sostenibilità in termini di urbanistica e architettura, mobilità e verde urbano, governo del territorio e sistema sociale territoriale. Per una città che cambia la sua fruizione.
Upperway: la Bicipolitana di superficie
Attorno la cinta muraria del centro storico e poi sul lungomare fino a tutte le colline. L’idea di una città percorribile in bicicletta, in piena sicurezza, affonda i propri natali in un progetto che Pesaro ha approvato ormai nel lontano 2005. Una rete di piste ciclabili che oggi conta oltre una decina di itinerari. Percorsi chiamati “linee”, numerate e identificate ciascuna con un proprio colore, com’è per l’infografica delle metropolitane.
Per esempio, la “Linea 1 Centro”, quella rossa percorribile tra la zona del porto e il centro storico. Oppure la ciclopedonale che congiunge il lungomare di Baia Flaminia all’entroterra di Borgo Santa Maria, la “Linea 3 Fiume”, quella verde dedicata a Umberto Cardinali, compianto fondatore non solo dell’azienda Ifi d’arredamento industriale food&beverage ma anche della Cicli Adriatica, prima azienda costruttrice di biciclette in città.
Agli esordi, nel 2005, le piste ciclabili in città coprivano una ventina di chilometri appena. Mentre adesso, con la linea 11 che seguendo il fiume collega i quartieri di Vismara e Torraccia, “entro l’anno la Bicipolitana raggiungerà i 100 chilometri” afferma orgoglioso il sindaco Matteo Ricci, pesarese doc classe 1974 in carica dal 2014, già presidente della Provincia (2009/2014) e attuale presidente ALI Lega delle Autonomie Locali. Un obiettivo raggiunto con due anni d’anticipo rispetto all’iniziale cronoprogramma. E con cui, comunque, si è ancora a metà del cammino.
La Bicipolitana: ecco allora il neologismo con cui Pesaro è diventata la “Città della bicicletta” e ha fatto scuola. Come spiega il vicesindaco Daniele Vimini: “La Bicipolitana negli anni sta diventando un esempio nazionale. Sono tante le città italiane che stanno adottando il modello pesarese e anche Parigi, come noi, punta per il 2024 alla sua Vélopolitain. Il nostro obiettivo è quello di crescere sempre più, fino a raggiungere i quartieri più periferici della città. Sono convinto che la rinascita dell’Italia passa anche attraverso la mobilità sostenibile, quindi dobbiamo continuare ad investire sulle ciclabili, per questo è importante che una parte del Recovery Plan vada per la trasformazione sostenibile delle città e della mobilità alternativa”.
Una Extrapolitana per avvicinare borghi e colline
Ginestreto, Novilara, Santa Maria dell’Arzilla, Monteciccardo, Candelara, Fiorenzuola di Focara
. Sono queste le periferie che diventano centrali nel bando Pinqua (Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare). Fondi ministeriali complessivi per 45 milioni che il Comune si è aggiudicato: 15 milioni per l’ex manicomio San Benedetto e 15 milioni per l’asse in centro storico di via Mazza – via Castelfidardo – via Passeri (di cui abbiamo già detto) e ancora 15 milioni per il progetto “Borghi e Colline”, ossia per quelle che già chiamano le “nuove porte della città”.
L’anticipo del 5% sui fondi è già previsto in settembre. Entro maggio 2022 la progettazione definitiva. Obiettivo dichiarato dagli amministratori: accrescere l’appetibilità dei borghi per ripopolare la città di collina. Un intervento che ancora una volta focalizza sul tema della sostenibilità con ciclabili, mobilità integrata e parcheggi scambiatori, ovvero quattro stazioni attrezzate con aree di sosta, bici box e colonnine per la ricarica dei mezzi elettrici. Una rigenerazione del patrimonio edilizio che prevede, tra l’altro, 26 nuovi alloggi di edilizia sociale, nuovi spazi pubblici e servizi di comunità per l’inclusione sociale.
Extrapolitana, così l’hanno battezzata. Un’altra “città dei 15 minuti”, secondo il modello urbano sostenibile teorizzato da Carlos Moreno per una città di prossimità che è insieme dei suoi borghi. In quindici minuti, il collegamento tra collina e pianura. Una viabilità ad anello che collega la Bicipolitana alle direttrici territoriali storiche: la strada verso Urbino e lungo il Foglia, quella verso Novilara e l’arco di crinale ai borghi storici lungo l’ex provinciale SP60. Un raccordo smart che predispone in modo sostenibile “nuove porte della città”.
In tema di viabilità e lavori pubblici
E poi ancora, la nuova stazione ferroviaria e l’interramento di un tratto della statale capace di collegare il Teatro Rossini e la “Sfera grande” di Arnaldo Pomodoro, per tutti “la Palla” in città. Sono questi altri due passaggi chiave con cui Pesaro si sta rifacendo il look. Un investimento economico di 12 milioni complessivi: 8 milioni in stazione e 4 milioni in Viale della Vittoria. Nel primo caso, un accordo tra Comune e RFI, che prevede la riqualificazione del fabbricato della stazione, con la modernizzazione degli spazi dedicati al servizio viaggiatori, il restyling delle pensiline e del sottopasso ferroviario, la realizzazione di un nuovo fabbricato di accesso sul fronte Sud. Nel secondo caso, una superficie di 15mila mq calpestabili che assicurano diventerà “una passeggiata bellissima”.
Interventi al via, che si sommano a quanto già in divenire, ultimato o in fase di completamento. Com’è per lo storico “santuario” della pallacanestro locale della Scavolini Basket, ovvero il centralissimo Palasport di via dei Partigiani. Inaugurazione prevista a fine autunno, almeno si spera. Un palazzetto in uso sino al 1996 – anno in cui si iniziò a giocare alla Vitrifrigo Arena, zona raccordo autostradale – e che ora tornerà in auge nella nuova veste di PalaScavolini. Nuovo polo sportivo cittadino (per i Campionati europei di Ginnastica acrobatica e aerobica ad esempio), nonché polo culturale con un auditorium da duemila posti, per eventi internazionali come la lirica del Rossini Opera Festival. Un lavoro da 5,5 milioni per un’area di circa 2.000 mq, tra miglioramento sismico, rifacimento dell’impiantistica e riqualificazione della centrale termica, compiuto dalla società Earth System, in collaborazione con GM Costruzioni. Mentre proprio in questi giorni il Consiglio Comunale ha approvato la variazione d’urgenza al Bilancio di previsione finanziario 2021/23: diventando il Comune unico proprietario della struttura, potrà vedersi assegnati oltre 1,7 milioni come contributo GSE, società statale che persegue le finalità di sviluppo sostenibile ed efficentamento energetico.
Un gran fermento ancora. Il nuovo Cantiere Rossini al porto, risorto l’estate scorsa sulle ceneri del vecchio cantiere navale, per il rimessaggio yatch. L’Oscar dell’architettura green dell’U.S. Green Building Council per i lavori compiuti alla Scuola Brancati. Il Parco Miralfiore, polmone verde cittadino, con nuova recinzione e illuminazione, arena pubblica dell’estate 2021. Il “bando delle periferie” con un finanziamento di 12 milioni e interventi per sport e giovani, tra piste acrobatiche e discoteche “per tenere i ragazzi in città”, con tanto di Trail-Park 100% green per mountain byke già in uso al quartiere di Muraglia (costo 50.000 euro) e, prossimamente, nuovi locali-palafitte dove prendersi un aperitivo.
Come tallone d’Achille, sembrerebbe invece restare il progetto del cosiddetto Ospedale unico da 600 nuovi posti, dove Pesaro gioca un eterno braccio di ferro con la vicina Fano mostrando l’asso pigliatutto sul sito di Muraglia, mentre è cronaca di questi giorni la notizia di una Regione Marche che sembrerebbe prossima all’atto formale di revoca del vecchio piano in project-financing. Un nervo scoperto della progettazione sanitaria marchigiana, in un dibattito piuttosto confuso tra destra/sinistra e accentramento/decentramento dei presidi sanitari, dove sembrerebbe non farsi più fondante il discorso del raggiungibile in 15 minuti. Mentre in tema di assistenza sanitaria pubblica, soprattutto per i tanti paesini abbarbicati nell’interno della provincia, la prossimità di un presidio funzionale ed efficiente, non eroso nei suoi servizi, è questione vitale in senso proprio.
About Author
Tag
infrastrutture , Marche , rigenerazione urbana , ritratti di città
Last modified: 21 Settembre 2021