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Arianna PanarellaWritten by: Reviews

Vico Magistretti, eleganza e versatilità (in rosso)

Vico Magistretti, eleganza e versatilità (in rosso)
La Triennale celebra, con una mostra dallo spazio avvolgente, il centenario della nascita dell’architetto e designer milanese

 

MILANO. Un anno fa ricorreva l’anniversario dei 100 anni dalla nascita dell’architetto e designer milanese Vico Magistretti (1920-2006). La pandemia ha inevitabilmente rimandato le celebrazioni, ma finalmente ha aperto alla Triennale una mostra che gli rende omaggio. Eleganza, semplicità, intelligenza, sono caratteristiche che definiscono questo grande architetto, ma anche i suoi progetti. Versatile come pochi altri, ha progettato abitazioni, uffici, quartieri e soprattutto oggetti che vivono nelle nostre case e che, come parole di un lessico ormai familiare, fanno parte della nostra quotidianità.

L’esposizione, realizzata in collaborazione con la Fondazione Vico Magistretti e curata da Gabriele Neri, ne ripercorre l’intero percorso progettuale, attraverso disegni, schizzi, modelli, fotografie, pubblicazioni, prototipi e pezzi originali conservati nell’archivio dell’architetto milanese, insieme a materiali provenienti dagli archivi di aziende, istituzioni e privati. L’allestimento è stato affidato a Lorenzo Bini/BINOCLE, e il “rosso” ne è il filo narrativo. Questo colore, infatti, tiene insieme un’inestimabile collezione di oggetti e ricordi. Magistretti lo ha usato con frequenza e attenzione, tanto nell’architettura quanto nei pezzi di design, e ancor prima come colore ricorrente nei suoi disegni e schizzi. Racconta la personalità, la creatività e il connubio tra modernità e tradizione: il rosso delle avanguardie artistiche che si alterna al rosso mattone della vecchia Milano, la sua città.

L’esposizione è racchiusa in un unico grande spazio e l’allestimento costruisce con semplicità un percorso fluido, riconoscibile. Entrando ci mostra subito un colpo d’occhio intenso sui numerosi oggetti progettati da Magistretti. Le tre pareti sono state allestite con una libreria fuori scala che rievoca l’ordine della logica industriale, ma anche la precisione e chiarezza dei suoi progetti.

 

Tra architettura e design, guardando lontano

Suddiviso in sezioni tematiche, il percorso intreccia architettura e design, con l’intento di mostrare l’ampiezza della sua attività: dagli esordi nell’Italia della ricostruzione al successo internazionale, dalla progettazione d’importanti edifici della Milano del boom economico al confronto tra costruzione e paesaggio; dalla produzione industriale alla tradizione artigianale, dalla modernità al rapporto con la storia; dalla committenza borghese alle “case per tutti”, dal rigore geometrico agli espressionismi figurativi.

Tra i progetti più significativi di Magistretti di cui troviamo traccia nell’esposizione vi sono a Milano la chiesa di Santa Maria nascente al QT8 (1947-55, con Mario Tedeschi), la torre al parco in via Revere (1953-56, con Franco Longoni) e il palazzo per uffici in corso Europa (1955-57). A questi si aggiungono altri interventi di particolare rilevanza, tra i quali le torri di piazzale Aquileia (1961-64), la casa Arosio ad Arenzano (1956- 59), il golf club di Carimate (1958-61), la casa Bassetti ad Azzate (1959-62), il municipio di Cusano Milanino (1966-69), la Facoltà di Biologia dell’Università di Milano (1978-81) e la casa Tanimoto a Tokyo (1985-86). Come designer ha lavorato con le più importanti aziende del settore, tra cui Cassina, Artemide, Campeggi, De Padova, Flou, Kartell e Oluce e diventa quasi impossibile girando tra gli oggetti esposti non affermare, “anche io ho questa lampada o quella sedia”.

La mostra evidenzia anche l’apertura internazionale di Magistretti, che ebbe infatti stretti legami con l’estero, in particolare Inghilterra, Giappone e Paesi nordici, che influenzarono molto il suo lavoro, ma anche la profonda ascendenza che ha avuto sui progettisti delle generazioni più giovani, come Jasper Morrison e Konstantin Grcic, che in mostra presentano degli omaggi.

Il catalogo, edito da Electa su progetto grafico dello studio Norm, che mantiene il rosso come fil rouge, offre un’ulteriore occasione di approfondimento con un ricco apparato iconografico, testi istituzionali e le testimonianze di studiosi, progettisti, amici e allievi di Magistretti.

Un’importante retrospettiva che non solo celebra, se pur in ritardo, il centenario, ma soprattutto un’attenta ricostruzione dell’importate lavoro di questo architetto, non solo milanese, come speso viene sottolineato, ma un grande progettista italiano del dopoguerra, capace di lasciare un segno con la sua creatività e semplicità mai banale.

Immagine di copertina: © Arianna Panarella

 

Vico Magistretti. Architetto milanese

a cura di Gabriele Neri in collaborazione con Fondazione Vico Magistretti 
Triennale Milano
11 maggio – 12 settembre 2021
Allestimento: Lorenzo Bini / BINOCLE
Direzione artistica: Lorenza Baroncelli in collaborazione con Fondazione studio museo Vico Magistretti
Catalogo: a cura di Gabriele Neri per Electa
Dal 18 maggio 2021 gli spazi della Fondazione ospitano la mostra “Magistretti Revisited”: ispirata al gioco delle scatole cinesi, vuole raccontare il lavoro di Vico nel suo studio milanese e il suo legame con la città

 

 

Autore

  • Arianna Panarella

    Nata a Garbagnate Milanese (1980), presso il Politecnico di Milano si laurea in Architettura nel 2005 e nel 2012 consegue un master. Dal 2006 collabora alla didattica presso il Politecnico di Milano (Facoltà di Architettura) e presso la Facoltà di Ingegneria di Trento (Dipartimento di Edile e Architettura). Dal 2005 al 2012 svolge attività professionale presso alcuni studi di architettura di Milano. Dal 2013 lavora come libero professionista (aap+studio) e si occupa di progettazione di interni, allestimenti di mostre e grafica. Dal 2005 collabora con la Fondazione Pistoletto e dal 2013 con il direttivo di In/Arch Lombardia. Ha partecipato a convegni, concorsi, mostre e scrive articoli per riviste e testi

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Last modified: 18 Maggio 2021