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Giorgio SciancaWritten by: Forum

Quo vadis architetto? Icone e supereroi/2

Quo vadis architetto? Icone e supereroi/2

Il preferito è ovviamente Le Corbusier, che nei film con architetti protagonisti si aggira come John Wayne nel genere western

 

Le Corbusier (1887-1965) è il “supereroe” preferito degli architetti. Nell’immaginario collettivo, anche grazie al cinema, rappresenta “il non architetto che volle farsi architetto”. Nella maggior parte dei film con architetti protagonisti si aggira come John Wayne nel genere western. Ogni riferimento non è puramente casuale. I percorsi lecorbusieriani sono per gli studenti di architettura pari ai cammini di Santiago per i credenti. I documentari sulle sue opere sono di gran lunga i più visti. Gli occhiali sono il simbolo, la maschera, dietro la quale moltissimi architetti nascondono la loro vera identità. Il cinema lo ha aiutato a crearsi il proprio mito con La vie commence demain del 1952. Nella scorsa rubrica abbiamo citato The Price of Desire di Mary McGuckian e il suo difficile rapporto con Eileen Gray. I film descritti in seguito sono, per ora, la sublimazione della sua presenza nell’edificio che lui ha progettato ma non ha mai visto e visitato.

La vie commence demain, Life Begins Tomorrow

(Nicole Védrès) – 1952 F – Le Corbusier

La vita comincia domani. Documentario romanzato o, se preferite, una docufiction. L’attore Jean-Pierre Aumont è un giornalista che conduce un’indagine sul futuro del mondo. “Dopo le due guerre mondiali, dopo la bomba atomica, l’umanità è in grado di sopravvivere a se stessa?”. Il giornalista pone questa domanda ad alcuni pensatori e artisti del suo tempo: Jean-Paul Sartre, Jean Rostand, Le Corbusier, Pablo Picasso, André Gide. Il remake attualizzato della pellicola è del 2010: L’avenir, c’est maintenant (The future is now). L’architetto del futuro in questa pellicola è Shigeru Ban.

 

 

La máquina de habitar (Bruno Garritano) – 2013 RA – Alcides Falbo

La macchina dell’abitare. Docufiction sull’architetto svizzero-francese Le Corbusier. In diverse sequenze lo interpreta Alcides Falbo. Come un fantasma, si guarda negli specchi, entra nelle stanze, percorre le rampe e i corridoi di casa Curutchet. Lui lì in realtà non ci è mai stato. La casa in questione è una delle più famose al mondo. È l’unico edificio progettato dal grande architetto nelle Americhe. Quando a Parigi, nel 1948, riceve nel suo studio il chirurgo argentino Pedro Curutchet, l’architetto si innamora del piccolo progetto abitativo e accetta di realizzarlo, anche perché può contare sull’aiuto di un suo discepolo, Amancio Williams, che lavora a Buenos Aires. La storia complicata della sua realizzazione e del rapporto complesso tra i due grandi architetti ha ispirato diverse altre storie. Il recente documentario Amancio Williams di Gerardo Panero illustra molti retroscena della vicenda. La casa è gestita da più di 20 anni dal Collegio degli Architetti della Provincia di Buenos Aires per decisione degli eredi Curutchet. L’indirizzo è Boulevard 53 numero 320, La Plata (Buenos Aires), Argentina. Il film più famoso girato nella casa è El Hombre de al lado (2009), protagonista l’architetto designer Leonardo Kachanovsky (Rafael Spregelburd).

 

La Obra Secreta (Graciela Taquini) – 2017 RA – Daniel Hendler, Mario Lombard

L’opera segreta. Elio Montes è l’architetto argentino che trascorre la sua vita nella casa Churutchet essendone il custode e la guida turistica. Montes a se stesso: “Si può dire che la mia affinità con Le Corbusier mi ha allontanato definitivamente dall’architettura (…). Ero senza lavoro né prospettiva, ma un giorno arrivò questa possibilità. Cercavano una guida per la casa. Era un modo per guadagnare dei soldi, rimanere legato all’opera di Le Corbusier e, soprattutto, vivere l’opera di Le Corbusier. Ma la cosa iniziò a diventare sempre più grande. Sono nove anni che mi trovo qua, che mi occupo di questo”. Montes a Le Corbusier: “È vero che, a volte, in nome dei tuoi postulati architettonici generalmente male interpretati o ridotti a meri risultati stilistici, sono state costruite schifezze, edifici impresentabili: ma con le colonne cilindriche, che ci ha insegnato Le Corbusier. Che pensi di questo? (…) Una curiosità: cosa pensi di quello che Dalí ha detto di te? Che i tuoi edifici sono i più brutti del mondo e che l’architettura del futuro sarà molle e pelosa (…) È vero che simpatizzi per il nazismo? Simpatizzavi per Mussolini? (…) Questa casa non è mai stata abitata. Perché? Qualche autocritica? Non ti metti in discussione?”

Autore

  • Giorgio Scianca

    Architetto, è ideatore e redattore della testata giornalistica archiworldTV (premio “Bruno Zevi” IN/Arch-Ance - 2011). Nel 2010 collabora con il Centro sperimentale di cinematografia. Dal 2023 collabora con “Il Corriere della Sera”, scrivendo di architetti, città e cinema. Direttore del premio Dedalo Minosse Cinema. Autore dei volumi “La recita dell’architetto” (SVpress, 2015) e "Quo vadis architetto" (Golem, 2021)

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Last modified: 3 Febbraio 2021